Migrazioni del passato e diversità/identità culturali: questi i temi del progetto europeo Trame Tracce di Memoria, destinato ai giovani di oggi.
Perché lo studio delle migrazioni del passato e delle contaminazioni culturali è formativo per i ragazzi di oggi?
“Perché senza conoscenza storica e senza strumenti culturali è facile dare ascolto a slogan come quelli che parlano di invasioni e di identità nazionali minacciate. La scuola svolge un ruolo fondamentale nel dare presto avvio a questo processo di formazione critica. Quello che i ragazzi studiano non è statico, perché corrisponde a una realtà che non solo è in continuo divenire ma offre anche tante cose da scoprire. Già semplicemente riflettendo sulla composizione e origine della propria famiglia lo studente si rende conto del mosaico regionale che la compone.
Per esempio, noi tutti col Natale festeggiamo la nascita di Gesù Bambino, ma pochi sanno che, in un’altra tradizione religiosa, il 25 dicembre era il giorno in cui in una grotta nasceva il dio pagano Mitra; le religioni monoteistiche orientali hanno in comune tante cose con quella cristiana. Quindi, sapere questo, conoscere oggetti culturali frutto di intrecci e scambi significa capire che il mondo è ricco e vario e che sei figlio di una cultura meticciata. Il multiculturalismo apre la mente, consente di non chiudersi nelle diffidenze e di superare i pregiudizi.”
Così Michela Nocita, professoressa del Liceo classico Pilo Albertelli, spiega con quale finalità educativa partecipa con le sue classi al progetto biennale (sett. 2020 – sett. 2022), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di Erasmus+, TRAME TRAcce di MEmoria . Attraverso la conoscenza dell’eredità lasciata da antiche popolazioni che si spostavano all’interno dell’Europa e degli aspetti comuni presenti nelle rispettive culture di alcuni degli attuali Paesi europei e nel nostro patrimonio culturale, il progetto intende formare i giovani al “valore della diversità” e alla comprensione della “relazione dinamica tra diversità e identità“, fattore fondante dell’Unione Europea.
Capofila del progetto è il PARCO Colosseo. Partner: musei, Università, Soprintendenze, istituzioni formative di Serbia, Ungheria, Polonia, Turchia e Italia. Principali destinatari e protagonisti del progetto: gli studenti dell’Istituto di Design di Belgrado, del Collegio Hajnóczy József di Pecs, del Liceo classico statale Pilo Albertelli – unica scuola italiana a partecipare al progetto – e il Provveditorato del distretto di Catalca, Istanbul.
Come nasce il progetto Trame
“Il progetto – dice Michela Nocita, che con altri docenti dell’Albertelli, dal 2017 dedica progetti al tema delle migrazioni – nasce dall’idea del Direttore del Parco Archeologico Colosseo, Alfonsina Russo, di far conoscere le tracce di altre presenze nella città di Roma. Nel corso dei secoli Roma è stata la meta di movimenti migratori importanti di popolazioni provenienti dall’Europa nord-orientale (in età protostorica) e dall’area balcanica-adriatica (II secolo a.C. – II d.C.). Ma, oltre a questi movimenti lungo gli assi danubiano e renano e l’Adriatico, ci sono quelli nell’area mediterranea a partire dalla guerra di Troia (XI sec. a.C.), che ci avvicinano alla Turchia attraverso le presenze della civiltà greca. Quindi l’idea guida del progetto è quella di rintracciare i tanti elementi comuni tra le culture dei territori europei interessati, che si ritrovano sia a livello linguistico sia in manufatti, monumenti, costumi, riti religiosi”.
Migrazioni e diversità culturali a Roma ieri e oggi
Quali aspetti della Roma antica è utile conoscere per capire quella di oggi?
“La Roma imperiale era una città multietnica: in età augustea i cives romani erano una minoranza rispetto agli stranieri, che costituivano il 60% della popolazione. C’erano certo pregiudizi e atteggiamenti di razzismo, ma le comunità straniere residenti avevano sicuramente più possibilità di quelle di oggi di inserirsi, fare carriera e essere tutelate da norme giuridiche, a patto che pagassero le tasse e prestassero servizio militare. Di origine straniera erano, per esempio, tanti mercanti di beni di lusso, come i marmorari, molto ricchi. Inoltre il sincretismo culturale e religioso era molto presente: per esempio, a Campo Marzio, tra il Pantheon e il Liceo Visconti, sorgeva il più grande tempio egizio dedicato a Iside, l’Iseo Campense, i cui resti sono visibili anche oggi. Ancora, i gladiatori del Colosseo, veri idoli dei Romani, avevano nomi che richiamavano la loro origine: Dacicus, Trace e altri. Ci sono iscrizioni in aramaico e ebraico, oltre a quelle in greco e latino, le lingue parlate da tutte le comunità. Insomma, Roma era una società aperta, un melting pot: persone di origine, religione, cultura e lingua diverse costituivano un’identità collettiva condivisa.
È difficile, perciò, che studiando queste cose e confrontandosi si abbia poi un atteggiamento di rifiuto verso gli stranieri di oggi”.
Quali sono le fasi di realizzazione del progetto e come state procedendo in questa fase di pandemia?
“Ora siamo ancora nella fase di organizzazione e di collazione delle fonti. Entreremo nel vivo a marzo con gli incontri tra studenti e con artisti, scrittori ed esperti di Soprintendenze, musei, Università; incontri che, a causa della pandemia, dovranno necessariamente avvenire con modalità a distanza, fino a quando non sarà possibile organizzare viaggi e visite ai siti archeologici”.
Questo progetto ha il fine di promuovere una cittadinanza europea attraverso lo studio del patrimonio culturale. In che modo pensate di farlo conoscere a un pubblico più vasto?
“Creeremo un archivio delle buone pratiche per incrementare i rapporti tra Ministeri dell’Istruzione e istituzioni di tutela del patrimonio culturale. Raccoglieremo testimonianze registrate e produrremo un libro, presumibilmente verso l’estate, che sarà diffuso in tutti i Paesi coinvolti. Infine ogni scuola realizzerà una creazione originale: noi pensiamo di fare un film con Hirya Lab. Tutti questi prodotti verranno sponsorizzati dal Parco Colosseo e offerti al pubblico”.
Le tracce a Roma delle diversità culturali sedimentate nella sua storia, nei monumenti, nella gente che la abita testimoniano che la sua bellezza è il frutto di queste contaminazioni.
Sito facebook del progetto
Sito del Pilo Albertelli dedicato al progetto
Luciana Scarcia
3 gennaio 2021
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