“Come movimento Italiani senza cittadinanza vi scriviamo per ricordarvi che fate parte di un’Italia che è già arricchita dalle vite di cittadini dalle diverse origini, di un’Europa che è già orgogliosamente interculturale”. Così comincia la lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Draghi e ai rappresentanti del nuovo Governo per richiedere la modifica della legge 91/1992, attraverso la quale si disciplina l’acquisizione della cittadinanza italiana.
“Soprattutto in un momento così difficile, con una pandemia mondiale che ha reso ancora più faticosi e complicati i percorsi di tutti, è bene non lasciare indietro nessuno e lavorare perché ognuno di noi salga e resti sulla stessa barca da portare al sicuro. Ed è proprio in una fase così delicata che diventa fondamentale rivolgere lo sguardo in particolare ai figli d’Italia non riconosciuti, nati o comunque cresciuti nelle città d’Italia, e che anche rappresentano il presente e futuro del Paese e dell’Europa. Già 858mila sono gli alunni e alunne di passaporto straniero che crescono nelle scuole italiane e 1.078.000 i minorenni senza cittadinanza italiana iscritti nelle anagrafi comunali”, si legge nella lettera. “Vediamo da anni cambiare i Governi mentre le nostre vite di Italiani senza cittadinanza restano impantanate per legge”.
Uniti contro le discriminazioni: l’iniziativa del 28 febbraio
“Vogliamo ricordare – afferma Sonny Olumati, rappresentante del movimento – che la nostra è una battaglia per la civiltà: domenica prossima ci sarà un’iniziativa di piazza a Roma per il riconoscimento dei pieni diritti di tutti, soprattutto sotto pandemia. L’appuntamento è legato al 1 marzo, Giornata internazionale contro le discriminazioni. Il movimento Black Lives Matter Roma ci ha proposto di partecipare, e noi ci saremo! Se volete sostenere la causa, ci vediamo domenica 28 febbraio alle ore 15.00 a Piazza del Popolo. Mi raccomando: distanziati e con mascherina che, come se dice a Roma, nun c’ho voja de pia’ er covid!”.
Le responsabilità del Governo
“Noi crediamo – interviene Paula Baudet Vivanco, cofondatrice del movimento – che ogni Governo abbia la responsabilità di occuparsi al meglio di chi dipende dalle sue politiche. Italiani senza cittadinanza è un movimento che nasce dal basso e mette al centro i diritti di milioni di bambini e bambine e ragazzi non riconosciuti dal nostro Paese. Il nostro compito, come dimostra la lettera inviata al nuovo Presidente del Consiglio, è far sì che il Governo in carica rispetti i diritti di tutti, specialmente degli ultimi, di coloro che vengono troppo spesso dimenticati. Essi non solo rappresentano le basi della società, ma anche gli ‘alberi’ su cui farla crescere, visto che parliamo di giovani e giovanissimi dell’Italia di oggi e di domani. Quello che ci aspettiamo dai rappresentanti del nuovo Governo e dalle forze in Parlamento è che si prendano carico di questa responsabilità e lavorino per rimuovere le barriere, specialmente quelle burocratiche, che dividono il nostro Paese tra figli di ‘serie A’ e figli di ‘serie B’”.
“In molti stanno firmando la lettera del nostro movimento – prosegue –. Innanzitutto diverse organizzazioni promotrici della Campagna ‘L’Italia sono anch’io’: come Cgil, Arci e ‘Il Razzismo è una brutta storia’. Hanno aderito realtà che lavorano da anni nel campo della lotta alle discriminazioni in diversi settori, come Lunaria, Asinitas di Roma e il Cospe di Firenze, ma anche associazioni con cui abbiamo collaborato durante la pandemia, come Cittadinanzattiva e Community Organizing, e realtà con cui vi è reciproca stima come Nigrizia, la rivista dei Missionari Comboniani”.
La modifica della legge 91/1992
“Ho 34 anni, sono nato a Roma e ho sempre risieduto in Italia – racconta Olumati –. Ho portato a termine la scuola dell’obbligo con successo, sempre in Italia, continuando i miei studi, iscrivendomi alla facoltà di Medicina all’Università degli Studi La Sapienza. Sono un coreografo, sono stato inviato e lavoro nelle reti televisive italiane da prima che compissi 20 anni. Nonostante questo, io non ho ancora la cittadinanza italiana e sono consapevole di essere solo uno degli innumerevoli esempi viventi che dimostrano come ‘qualcosa’ non funzioni. Noi di Italiani senza cittadinanza manteniamo un monitoraggio costante sulla situazione degli italiani non riconosciuti”.
“La maggior parte delle segnalazioni – specifica – ci arrivano da chi in Italia è cresciuto, arrivato da neonato, bambino o adolescente e che secondo la legge 91/1992 deve seguire un iter burocratico lunghissimo e pieno di ostacoli. Non esiste, infatti, un percorso ‘ad hoc’ per chi non è nato in Italia: questi giovani italiani per ottenere la cittadinanza sono costretti a seguire lo stesso cammino intrapreso dai genitori, arrivati in Italia da adulti per lavorare. E così devono dimostrare un certo reddito, in un periodo dove il lavoro è sempre più un miraggio, e anni di ferrea continuità della residenza per poi aspettare altri anni ancora prima di essere riconosciuti cittadini di questo loro Paese. Tutto ciò è assurdo. Per questo – conclude Olumati – noi di Italiani senza cittadinanza chiediamo la modifica della parte della legge 91/92 relativa ai nati in Italia”.
Per firmare la lettera scrivere a mov.italianisenzacittadinanza@gmail.com
Vincenzo Lombardo
(24 febbraio 2021)
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