Italy School Bus, il progetto di Piuculture e II Municipio per il supporto didattico-linguistico degli alunni stranieri nelle scuole del territorio, presenta un elemento di novità rispetto ai tradizionali laboratori in presenza nelle scuole: le lezioni sono erogate a distanza, in linea con le disposizioni in merito al contenimento del contagio, attraverso la piattaforma Meet. I volontari seguono gli alunni singolarmente o in piccoli gruppi (massimo 2 o 3 alunni), omogenei per livello di conoscenza della lingua italiana e livello di istruzione.
Laboratori linguistici a distanza: pro e contro
Anna Maria Fraioli è una volontaria dei laboratori di italiano L2 di Piuculture da più di 3 anni. Prima dello scoppio della pandemia, ha prestato supporto agli alunni delle scuole primarie dell’IC Piazza Winckelmann e dell’IC Falcone e Borsellino. “Quest’anno, per la prima volta, noi volontari ci siamo trovati alle prese con la DAD: un’esperienza decisamente differente”, racconta, “Il contatto fisico, il coinvolgimento emotivo e l’atmosfera corale e dinamica dei laboratori in presenza sono elementi venuti meno per forza di cose. Ma i laboratori in DAD non presentano soltanto aspetti negativi: consentono di fare un insegnamento più individualizzato e meno dispersivo, si riesce non di rado ad individuare meglio i bisogni dei singoli alunni. Certo, l’aspetto della socializzazione ne esce drasticamente ridimensionato: i laboratori di Piuculture in presenza erano un momento di confronto importante per gli alunni stranieri, perché davano loro la possibilità di scoprire che le proprie difficoltà erano condivise”.
La formazione informatica dei volontari
Il passaggio dai laboratori in presenza alla formazione a distanza ha reso necessario un aggiornamento preliminare dei volontari sul versante informatico. “Sotto questo aspetto l’associazione ci ha pienamente supportato, attivando un corso di formazione per l’utilizzo delle piattaforme digitali e mettendoci a disposizione degli utilissimi tutorial redatti da un docente formatore. Abbiamo a nostra disposizione, inoltre, materiale didattico di italiano L2 in formato digitale da utilizzare nei laboratori, ad integrazione del programma concordato con le insegnanti delle scuole, con cui siamo a stretto contatto. Personalmente, pur non avendo un ottimo rapporto con l’informatica, non ho riscontrato particolari difficoltà. Certo, confesso che nutro sempre un po’ di apprensione: la piattaforma potrebbe non funzionare, potrebbe saltare il collegamento internet…Ma sono convinta, tuttavia, che quando si vuole insegnare i mezzi si trovano sempre: riuscire ad essere efficaci e coinvolgenti è il vero obiettivo.”
Flessibilità: la chiave per un buon insegnamento
Anna Maria al momento segue nei laboratori online un’alunna peruviana che frequenta la quarta elementare e due alunni filippini, sempre della stessa età. “Credo che l’elemento fondamentale per far funzionare questi laboratori sia la flessibilità. Dal canto mio ho cercato di venire incontro il più possibile alle esigenze degli alunni, sia da un punto di vista organizzativo che didattico. La bambina peruviana, che ha bisogno di un supporto più individualizzato, viene seguita singolarmente, a differenza dei due bambini filippini che frequentano la stessa classe e che seguono lo stesso laboratorio. Avendo una stessa docente e seguendo uno stesso programma possono lavorare insieme: anzi, la compagnia reciproca li stimola. Senza considerare, poi, che entrambi frequentavano con me i laboratori in presenza nella loro scuola. Poi è arrivato il primo lockdown e il percorso si è interrotto”.
I laboratori di italiano L2 del progetto Italy School Bus hanno preso avvio a febbraio, coinvolgendo più di 140 alunni di 15 scuole del II Municipio, primarie e secondarie di secondo grado, con il supporto di 50 insegnanti volontari.
Silvia Proietti
(10 febbraio 2021)
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