La Casa Internazionale delle Donne di Roma, situata nell’ex complesso conventuale del “Buon Pastore”, fin dal ‘600 adibito a reclusorio femminile, dal 1992 è un luogo di accoglienza e d’incontro, di promozione dei diritti, della cultura, delle politiche, delle conoscenze e delle esperienze delle donne. Al suo interno lo Sportello sociale accoglie donne in difficoltà, italiane e straniere, offrendo sostegno psicologico, legale, per motivi di salute o contro la violenza di genere, ma anche per la ricerca del lavoro e della casa. La Casa Internazionale delle Donne è autofinanziata e non ha fini di lucro, ma potrebbe chiudere a causa di un contenzioso con il Comune di Roma.
Lo Sportello Sociale
“Lo Sportello Sociale è un servizio della Casa Internazionale delle Donne che si occupa di tutte le donne che hanno bisogno di aiuto”, spiega la dott.ssa Elisabetta Canitano, ginecologa e presidente dell’associazione Vita di donna. “Che l’aiuto sia relativo al lavoro, alla salute fisica o mentale, o anche alle scelte più opportune da compiere, lo Sportello è un luogo in cui confrontarsi con altre donne e ricevere sostegno. Lo Sportello si avvale di una rete interna, tramite le Associazioni della Casa, ed esterna, ampliando così ogni giorno la conoscenza delle organizzazioni, sindacati e associazioni che possano essere utili alle donne e alle loro eventuali famiglie. Le volontarie provengono da diverse esperienze e lo Sportello si rinnova continuamente, grazie al contributo delle donne. A volte chi ci chiede aiuto per qualcosa, poi ne offre per altro. Inoltre abbiamo dei servizi specifici come ‘raccontaci come è andata’, per donne che vogliono parlare di un’esperienza sanitaria, o ‘raccontaci una storia’, per adolescenti e giovani che vogliano parlare della pandemia con noi. Forniamo anche sostegno telefonico all’allattamento e al puerperio. Tutti i servizi erogati direttamente dallo sportello sono gratuiti e quelli esterni spesso sono a prezzi concordati o calmierati”.
I bisogni delle donne
“I due grandi bisogni delle donne sono il lavoro e la casa. Per la ricerca del lavoro abbiamo una certa esperienza, ma sulla ricerca di abitazioni possiamo fare poco in una città, come Roma, in cui vi è penuria di case popolari. Un altro bisogno fondamentale è il poter parlare dei propri problemi, spesso della violenza domestica. È importante per le donne avere un sostegno che non solo le ascolti, ma che costruisca una collettività. Assistiamo donne straniere e donne italiane senza differenza. Forniamo aiuto a donne adulte, sposate, con figli, che cercano aiuto per difficoltà familiari, ma anche a donne giovani, sole o con bambini piccoli. Per questo – conclude la dott.ssa – dovete continuare a telefonarci e a scriverci. In questo momento non ci possiamo vedere più di tanto, ma noi ci siamo. Se non siete sicure se chiedere o meno, chiedete. Ci hanno scritto anche da Verona, da Matera. Noi ci siamo”.
La trattativa con la sindaca Raggi
Nonostante l’aiuto concreto che riesce a fornire quotidianamente, la Casa Internazionale delle Donne è a rischio sgombero. “La trattativa con la sindaca Raggi è ferma”, dichiara la presidente della Casa Maura Cossutta. “Un silenzio pesante che dura ormai da mesi, nonostante la nostra proposta di transazione economica per risolvere il contenzioso dovuto al debito accumulato negli anni per l’affitto di 90.000 euro l’anno. Nonostante la perizia dell’Università di Pisa, che ha valutato il valore economico dei nostri servizi svolti in ben 700.000 euro. Sebbene abbiamo continuato a pagare la manutenzione ordinaria e straordinaria del ‘Buon pastore’, salvandolo dal degrado. Nonostante il voto del Parlamento, che con l’articolo 24 bis della legge 126 dell’ottobre scorso ha stanziato risorse pari a 900.000 euro per l’estinzione del debito con il Comune. Il Parlamento ha voluto così garantire la continuità delle nostre attività, considerate essenziali per i diritti e le libertà delle donne, in particolare durante il periodo dell’emergenza Covid-19. È stato un riconoscimento molto importante del valore sociale e del ruolo politico della Casa Internazionale delle Donne. Ora non siamo più ‘inquiline morose’, come ci ha definito la sindaca Raggi, e possiamo rivendicare il ripristino della convenzione revocata nell’agosto 2018, chiedendo il comodato gratuito. Infatti il Parlamento, con la legge finanziaria 2021, nei commi 1134/1139 ha stabilito che le amministrazioni competenti devono concedere l’utilizzo di beni immobili del patrimonio pubblico in comodato d’uso gratuito. Il Parlamento ci ha dato ragione e ora chiediamo alla sindaca di tenerne conto, con una scelta che deve essere politica e non dettata da una logica ragionieristica”.
La nota del Comune
“A mio avviso – continua la presidente – una sindaca dovrebbe considerare non solo il danno economico, ma anche il danno sociale che provocherebbe la chiusura della Casa Internazionale delle Donne, che è patrimonio di tutta la città. Nella recente memoria di Giunta delle assessore Valentina Vivarelli, Veronica Mammì e Lorenza Fruci vi è, invece, molta propaganda e grande provocazione. Nella nota rilasciata dal Campidoglio si legge che ci sarà un impegno del Comune per destinare sei immobili per attività di pari opportunità. Ma, di questi, si cita solo il complesso del ‘Buon pastore’, attuale sede della Casa Internazionale delle Donne. Ci sarà un bando, il quale prevedrà il comodato gratuito affinché al ‘Buon pastore’ ci sia un ‘coordinamento di servizi per le donne’. Ma fino al bando la Casa che fine farà? Nulla si dice sulla convenzione da ripristinare fino alla scadenza naturale del dicembre 2021. Invece, si nasconde dietro a questa nota il possibile sgombero. Ci tengo a precisare che la Casa non è solo un ‘centro servizi’, ma un luogo politico di pratiche e pensiero femminista. Uno spazio di libertà e autodeterminazione delle donne. La nostra mobilitazione quindi continua”, conclude Maura Cossutta.
Vincenzo Lombardo
(17 Marzo 2021)
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