Sabato 19 giugno, in un radioso pomeriggio, si è tenuto l’evento Football for Unity, organizzato da Liberi Nantes al centro sportivo Fulvio Bernardini in occasione degli Europei di calcio. Oltre 100 ragazze e ragazzi, dai 12 ai 25 anni, provenienti da Paesi terzi e dalla comunità locale, hanno partecipato a ritmo di musica al torneo di Football3, una metodologia di calcio alternativo dove a contare davvero è il fair play. La partita è infatti divisa in tre tempi: nel primo i giocatori stabiliscono le regole da rispettare, nel secondo tempo si gioca e nel terzo le squadre decidono insieme chi è il vincitore.
I ragazzi dell’integrazione
Tanto sole, musica e divertimento. I ragazzi giocano a gruppi sul campo, corrono inseguendo il pallone senza bisogno di arbitri ma con mediatori interculturali per facilitare le comunicazioni. Giovani pieni di energia e spensieratezza che riescono a cogliere il valore dell’integrazione. Come Valerio, 19 anni, studente di scienze motorie che da grande vuole fare proprio il calciatore. “Questa iniziativa mi è piaciuta molto perché unisce culture di diversi Paesi. È bello poter conoscere e fare amicizia con tante persone, alcune delle quali non parlano italiano per cui si impara molto velocemente a comunicare. Quando si gioca a pallone con gli amici c’è solo il divertimento, ma in un evento come questo c’è anche l’aspetto educativo”. Per Valerio l’importanza di Football for Unity è quella “di dare un segnale”. “Il calcio è di tutti – prosegue –, non è solo delle Società o ‘di chi paga’, ma è anche di chi ‘sta qua fuori’ a giocare con gli amici e adesso può venire in questo campo, può indossare le scarpe da calcio e divertirsi imparando”. Poi elenca le regole che le due squadre hanno deciso assieme. “Se il portiere segna, il punto vale doppio. Ma il gol viene assegnato solo se nell’azione la palla è stata toccata anche da una ragazza. Infine, abbiamo deciso di parlare solo in inglese per permettere a tutti, pure a chi non parla italiano, di comunicare”.
Anche Mamadou, 21 anni originario della Guinea, si è divertito in questa giornata per lui un po’ speciale: “Da quando sono venuto in Italia, cinque anni fa, è la prima volta che partecipo a un torneo dove ci sono culture diverse. Ne sono molto contento. Spero di vedere in futuro sempre più eventi del genere, perché io sono calciatore e l’integrazione è molto importante”. Victor, 11 anni e tanta energia, segue corsi privati, ama il basket ma non ha rinunciato a questa opportunità: “Anche se da grande voglio fare il cestista, oggi è stato bello giocare a calcio in un evento dove è importante il fair play, la lealtà e la gentilezza verso i compagni e gli avversari”. Stessa opinione Claudia, 12 anni, nata a Roma, dove frequenta la seconda media, ma di origini nigeriane: “È stato molto divertente fare nuove amicizie e impegnarsi nel rispettare i propri avversari”, afferma timidamente mentre confida che lei, in futuro, vorrebbe essere attrice.
Far giocare insieme le differenze
“Per noi di Liberi Nantes oggi è una felicità immensa, una grandissima giornata. Tantissimi i ragazzi coinvolti, più di quelli che ci aspettavamo”, spiega il presidente Alberto Urbinati. “In questo momento vedo ‘trenini’ improvvisati in campo, gente che si diverte. Il motivo dell’ evento era esattamente questo: far giocare insieme le differenze. Ci sono ragazzi che abitano nel quartiere, ci sono le comunità migranti, ragazzi che vivono in centri di accoglienza e altri che appartengono alla comunità bangladese. C’è un pubblico coloratissimo, meraviglioso. Questa è la potenza del gioco del calcio, quando viene usato per unire le persone e non per fomentare odio e rivalità”.
All’evento anche Carlotta Sami, portavoce UNHCR Italia. “In questi anni l’esperienza di Liberi Nantes non solo è stata straordinaria, ma è stata anche seguita e imitata in tutto il mondo. Come in Niger, un Paese dove sono passati tanti di questi ragazzi nel loro viaggio doloroso e difficile. Liberi Nantes ha dato un’opportunità che ha un valore immenso per questi ragazzi. Anche UNHCR è partner UEFA, questo a dimostrare che il calcio è qualcosa di molto importante per i rifugiati, qualcosa che unisce”. Mentre lo staff di Liberi Nantes distribuisce agli spettatori un questionario, le cui risposte saranno di contributo per stilare il “Manifesto del calcio inclusivo”, il delegato allo sport della regione Lazio Roberto Tavani porta dal palco il saluto del presidente Zingaretti e della giunta regionale. “È un piacere essere qui, in questo momento di ripartenza peraltro legato a un grande evento sportivo come il campionato Europeo di calcio. Con Football for Unity, Liberi Nantes ha creato un modello, una buona pratica di cittadinanza e di inclusione che utilizza lo sport come strumento per stare insieme e per creare relazioni. Insomma proprio quello che c’era mancato tantissimo negli ultimi mesi”.
Football for Unity: lo sport come fattore d’integrazione. Un messaggio importante per tutti, forse perfino per la grande nazionale azzurra. Nella speranza che, prima del prossimo fischio d’inizio, ogni ginocchio tocchi consapevolmente terra. Black Lives Matter.
Vincenzo Lombardo
(23 giugno 2021)
Leggi anche: