Il 17 gennaio 2022 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 dicembre 2021 per la “Programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio dello stato per l’anno 2021”.
Cos’è e come viene emanato il decreto flussi
Il decreto flussi è un provvedimento che ogni anno viene emanato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, dopo aver sentito i ministri interessati e le competenti Commissioni parlamentari e tutti gli enti e i soggetti interessati e attivi nel fornire assistenza ai fini dell’integrazione dello straniero. Stabilisce una quota massima di stranieri ammessi all’ingresso nel Paese destinati:
– al lavoro dipendente, anche stagionale;
– al lavoro autonomo;
sulla base di un documento programmatico triennale relativo all’immigrazione e alla politica estera all’interno del Paese, tenuto conto delle disposizioni in materia di ricongiungimento familiare e di eventuali misure di tutela temporanea.
Il decreto flussi è previsto dalla legge n. 40/1998, che contiene la disciplina dell’immigrazione e le norme sulla condizione dello straniero. Un passo fondamentale della legge è la predisposizione del documento programmatico che deve contenere la politica dell’immigrazione e degli stranieri nel Paese. Il documento deve essere prima approvato dal Governo e poi trasmesso al Parlamento. La Commissione deve commentare i testi inviati entro 30 giorni dalla ricezione e considerare le osservazioni prima di emetterli ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica. Pertanto, come previsto, il documento programmatico costituisce un’opera propedeutica al decreto flussi, in quanto stabilisce, tra l’altro, i criteri generali per la determinazione della mobilità nel territorio italiano, delinea le misure volte a favorire le relazioni familiari, l’integrazione sociale.
Come si determinano i flussi
La determinazione dei flussi d’ingresso è regolata dall’art. 19 della legge n. 40/1998, il quale prevede infatti che l’ingresso nel territorio nazionale per motivi di lavoro subordinato, incluso il lavoro stagionale e autonomo, debba essere effettuato entro la quota d’ingresso stabilita da uno o più dei decreti sulla circolazione. È possibile, inoltre, per il Ministro degli Affari Esteri, dell’Interno e del Lavoro emanare decreti per destinare quote preferenziali d’ingresso a cittadini di Paesi extra europei che abbiano già concordato la regolamentazione della circolazione e le procedure di rientro. È altresì possibile definire protocolli specifici del traffico per il lavoro stagionale. Naturalmente occorre tener conto del decreto mobilità nella determinazione del numero dei permessi di soggiorno rilasciati per motivi di lavoro, dell’andamento dell’occupazione e della disoccupazione a livello nazionale e regionale e delle liste di collocamento.
Quindi, in conclusione, il numero di stranieri ammessi in Italia è determinato consultando diverse istituzioni, comprese le categorie produttive. Il flusso è determinato annualmente in base al fabbisogno di manodopera e al numero totale di stranieri che sono già in grado di lavorare sul territorio, il decreto flussi appena pubblicato prevede 69.700 ingressi, di cui 42.000 quote riservate al lavoro stagionale e 27.700 al lavoro non stagionale e autonomo. Nel 2020 il decreto flussi prevedeva poco più della metà dei lavoratori del decreto attuale, cioé 30.850, suddivisi fra 18.000 lavoratori stagionali e 12.850 lavoro non stagionale e autonomo.
Cos’è e come viene emanata la sanatoria?
Quando si parla di sanatoria si intende un atto amministrativo o legislativo (legge del parlamento, decreto del governo, ecc.) che rimuove le sanzioni imposte dalla legge per un determinato atto dei cittadini. Con la sanatoria, l’ordinamento rinuncia ad azioni legali contro i responsabili di atti illeciti o normalizza situazioni instabili o anormali. Pertanto, la sanatoria legittima automaticamente ciò che è stato ritenuto illegale quando è stato realizzato. La sanatoria è retroattiva poiché chi l’ottiene, può confidare nella non punizione anche per il passato.
Tra le varie tipologie di sanatorie esistono anche quelle per i lavoratori migranti irregolari. Le sanatorie hanno determinato la tendenza a regolamentare e incoraggiare l’emergere di lavoratori stranieri irregolari senza permesso di soggiorno. Si tratta di procedimenti penali e amministrativi che riguardano i lavoratori migranti. In Italia negli ultimi trent’anni sono state realizzate diverse sanatorie legate all’occupazione dei migranti. Tecnicamente è una procedura che consente alle persone che soddisfano determinati criteri di autodenunciare la propria posizione irregolare e richiedere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro.
L’Istat ha calcolato che nel corso degli anni ’90 più del 60% dell’incremento della presenza straniera regolare in Italia era dovuta all’esito di provvedimenti di sanatoria, dunque non di nuovi arrivi o d’improvvise invasioni, ma della emersione di persone che già vivevano e lavoravano nel Paese da irregolari. Inoltre, stima anche che dal 1986, anno della prima sanatoria in tema di migrazioni, sia passato sotto tale provvedimento oltre un milione e mezzo di persone. È pertanto plausibile che un terzo degli immigrati regolari presenti oggi in Italia abbia un passato da irregolare e sia stato “sanato” da questo tipo di provvedimento.
Gazzetta Ufficiale del 17.1.2022: “Programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari nei territori dello stato per l’anno 2021”
Elisa Galli
(19 gennaio 2022)
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