I centri di accoglienza in Libia sono veri “lager” e “criminale” è il trattamento dei migranti: queste le parole del Papa intervistato da Fabio Fazio lo scorso 6 febbraio; ciò avveniva alla fine della stessa settimana in cui ricorreva il quinto anno del Memorandum d’intesa Italia – Libia. Colpisce la vicinanza temporale tra il rinnovo automatico dell’accordo e la denuncia da parte del Papa dei suoi effetti; a maggior ragione colpisce l’estrema distanza tra sentimenti e indignazione, da una parte, e acquiescenza alla realtà prodotta da quell’intesa, dall’altra.
Ecco, se di questo mettere la testa sotto la sabbia si provasse vergogna sarebbe un passo avanti, sempre che si desideri che scelte e azioni siano coerenti con i valori professati a parole.
La vergogna – scrive G. Carofiglio in La nuova manomissione delle parole, Feltrinelli 2021 – “è determinata dalla percezione della violazione, dinanzi a sé stessi e agli altri, di una norma, di un principio etico, di un ordine del mondo”, ma oggi sembra scomparsa in quanto segnale di fallimento o frustrazione. Invece, “la capacità di provarla costituisce un fondamentale meccanismo di tutela della salute morale”.
Oggetto di vergogna dovrebbero essere le politiche migratorie: quanti morti in mare ci vorranno ancora, quante violenze nei lager libici, quanto degrado nei campi profughi in Turchia e Grecia e negli accampamenti lungo i Balcani perché l’Europa ne provi vergogna e imprima una vera inversione di tendenza alla sua scelta politica di non governare i flussi migratori?
Firmato nel 2017, il Memorandum d’Intesa tra Italia e Libia è la traduzione italiana di una politica europea che ha scelto l’esternalizzazione delle frontiere per impedire l’ingresso dei migranti in Europa; politica che vede i suoi primi atti con l’Agenda europea del 2015, poi con l’Accordo Ue – Turchia del 2016. Un libro ricostruisce le tappe di questa politica: Lontano dagli occhi. Storia di politiche migratorie e persone alla deriva tra Italia e Libia, People ed. 2021, di Matteo de Bellis (ricercatore di Amnesty International).
(12 febbraio 2022)
Luciana Scarcia
Leggi anche:
Italia-Libia: rinnovato il Memorandum
Confini e frontiere: le mura antimigranti della Fortezza Europa