Secondo giorno di Ramadan al Tiburtino

In occasione del secondo giorno di Ramadan, tra le 19.30 e le 20, i fedeli musulmani arrivano alla spicciolata all’associazione Culturale Islamica del Bangladesh in Italia, in via dei Durantini al Tiburtino, che per questi 30 giorni sarà il punto di aggregazione per i fedeli.
Durante il Ramadan nella sala  dell’associazione si svolge la preghiera e poi si mangia tutti insieme. Il sistema funziona a rotazione ognuno, a turno, prepara il pasto per la sera.

Il secondo giorno di Ramadan

Non appena il sole tramonta i fedeli si rivolgono verso la Mecca e guidati dall’Imam pregano secondo la tradizione: si comincia cioè col takbir, portando le mani vicino al capo, le palme aperte e rivolte in avanti. Poi si recita la preghiera in piedi e con le mani incrociate sul ventre. Quindi fedele si inchina  ad angolo retto e pone le mani sulle ginocchia. Si ritorna in posizione eretta fermandosi un attimo. Poi ci si inginocchia mettendo le mani e la faccia a terra. Ci si mette quindi a sedere sui talloni e si resta un attimo fermi. Si torna in piedi per ricominciare da capo la serie dei movimenti che accompagnano la preghiera. Questo è il ciclo completo di una rakàat.

Assciazione culturale
Momento di preghiera all’associazione culturale in via dei Durantini

Terminata la preghiera tutti si riuniscono per mangiare. Viene steso sul pavimento un telo sul quale i fedeli mangiano il piatto del giorno. Stasera c’è del Birani, una pietanza con riso, spezie e carne di vitella.

Birani, riso e carne di vitella

All’angolo della stanza vi sono degli sgabelli con sopra riposti dei libri e, in fondo, una piccola mensola di legno sulla quale vi sono stipati altri libri. Quando il sabato i bambini non vanno a scuola vengono qui per imparare qualcosa della cultura islamica. Una opportunità rivolta principalmente ai ragazzi e alle ragazze di seconda generazione che quasi sempre ignorano la propria cultura d’origine. Kabr Anamul, il presidente dell’associazione, ci tiene a precisare che non è obbligatorio, ma che questo spazio è aperto a coloro che vogliono scoprire qualcosa sull’Islam.
In fondo alla sala, vi è la zona per le abluzioni, ovvero il lavaggio che si deve compiere prima di svolgere la preghiera. Qui ci si affolla prima della preghiera e dopo aver consumato il pasto. Non si può infatti essere sporchi quando si compie la preghiera.
Appena si entra sulla destra invece vi sono delle specie di cabine ricoperte da delle tende nere, ricordano le cabine elettorali, questo è il luogo dove pregano le donne. Stasera è vuoto. L’unica presenza femminile è una bambina vestita di azzurro da capo e piedi che ha seguito il padre durante la preghiera. Per il resto sono tutti uomini adulti, il più giovane ha 21 anni.

Mohamed e Kabr Anamul, presidente dell’associazione culturale

Lungo la via che porta all’associazione c’è Mohamed, un uomo sulla cinquantina,  magro e brizzolato, che indossa un cappotto della Lazio: “Sono un tifoso sfegatato” dice Mohamed,  marocchino in Italia da 30 anni, “ho appreso molto dalla cultura italiana e mi sento italiano tanto quanto marocchino “quando ho lasciato il mio paese avevo 17 anni e ricordo che là, il periodo del Ramadan, era una festa che coinvolgeva tutti. Come il Natale in Europa, c’è aria di festa per 30 giorni. Qua in Italia è bello ma naturalmente non è la stessa cosa”. Mohamed partecipa solo alla preghiera, non al pasto, perché deve raggiungere la sua famiglia a casa.

Associazione culturale
Momento di preghiera all’associazione in via dei Durantini

“Da queste parti sono molti coloro che provengono dal Bangladesh” dichiara il presidente dell’associazione culturale Kabr Anamul, che spiega che “qui siamo aperti a tutti, anche a chi non è musulmano. É naturale che, essendo questo quartiere popolato in maggioranza da persone proveniente dal Bangladesh, qui vi siano soprattutto musulmani originari di questo paese. La nostra associazione ha come suo perno il multiculturalismo. Dell’Italia dice che è un paese laico, tuttavia ancora non è  aperto al 100 per cento nei confronti degli stranieri. Faccio due esem: Inghilterra e Francia  sono molto più aperti ed è più facile per noi integrarsi. In Italia ho assistito a diversi episodi di razzismo a danno dei musulmani”.

Marco Marasà

04/04/2022

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