Nel Lazio gli stranieri residenti sono 692.171, sono aumentati dell’1,1% rispetto allo scorso anno. Molti di loro sono presenti sul territorio, ma invisibili all’anagrafe spesso perché non possiedono una residenza. Questi sono alcuni dei dati emersi dal diciassettesimo rapporto del Centro Studi e Ricerche Idos: Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio. Presentato, in una sala gremita, lunedì 27 giugno alle ore 16:00 all’Auditorium in via Rieti 11. Tanti gli interventi, fra questi l’assessora Barbara Funari, Paola Piva, coordinatrice della rete Scuolemigranti e Andrea Costa, presidente di Baobab Experience.
Eugenio Ghignoni, segretario regionale CGIL. Decreto Lupi
Art. 5, decreto Lupi. Eugenio Ghignoni, Segretario Regionale CGIL di Roma e Lazio afferma che il dossier ci ricorda che i migranti sono stati i più colpiti dalla pandemia in quanto il tasso di disoccupazione degli stranieri è aumentato di molto rispetto a quello degli italiani. L’inattività dei migranti è aumentata di 5 punti, mentre quella degli italiani di un solo punto percentuale. Diverso il discorso per il lavoro irregolare: “diminuisce il lavoro regolare dei migranti, si impenna il lavoro nero e quello gestito dal caporalato”. Ghignoni affronta poi la questione della residenza: “l’art. 5 del decreto Lupi è una vergogna e andrebbe abrogato”. Art. 5 che ricordiamo essere un dispositivo che vieta la residenza e l’allaccio delle utenze a chi ha occupato immobili e alloggi, anche se in condizione di necessità. Coloro che non hanno la residenza si vedono preclusi alcuni diritti, come ad esempio il diritto alla sanità.
Ginevra Demaio, curatrice del Rapporto, effetti della politica: in calo i permessi di soggiorno
Ginevra Demaio, curatrice del Rapporto del Centro Studi e Ricerche IDOS, fornisce alla platea i dati più utili per avere una panoramica sui flussi a Roma e nel Lazio: la comunità più numerosa nel Lazio si conferma quella romena, che rappresenta circa un terzo degli stranieri nella regione. Seguono le persone originarie dal continente asiatico, bengalesi e filippini, che si trovano quasi esclusivamente a Roma.
Demaio dice che in questo rapporto si notano con chiarezza gli effetti della politica, in particolare del governo gialloverde, quando al parlamento, come ministro degli Interni, vi era Matteo Salvini. “Sono in calo i permessi di soggiorno, si tratta del dato più basso degli ultimi anni. Sono diminuiti in un solo anno del 42%”.
Paola Piva, coordinatrice della rete Scuolemigranti, avanza delle proposte politiche per andare oltre al volontariato: “Finanziare almeno un laboratorio di italiano per ogni istituto di scuola superiore”. Piva parla poi dei dinieghi scolastici rispetto ai quali la rete Scuolemigranti ha raccolto dati e casi: “Scuolemigranti si fa carico della situazione: sono tanti i bambini stranieri che restano fuori dalla scuola”.
Fabiana Musicco, direttrice generale di Refugees Welcome – associazione fondata nel 2015 per l’accoglienza dei migranti all’interno dei nuclei domestici “noi parliamo di accoglienza domestica perché per famiglia intendiamo chiunque, una persona che vive da sola, una coppia omosessuale o due amici che vivono nello stesso appartamento”.
Andrea Costa, “le politiche hanno spinto i migranti verso l’irregolarità”
Quando la parola passa al presidente di Baobab Experience, Andrea Costa, gli astanti reagiscono con un fragoroso applauso. Una maniera per celebrare la piena assoluzione perché il fatto non sussiste al recente processo che lo ha visto coinvolto insieme ad altre due attiviste di Baobab. Come Demaio, anche Costa punta il dito contro le politiche degli ultimi anni: “che hanno fatto scelte che hanno spinto i migranti verso l’irregolarità. Quando invece bisogna investire nell’accoglienza, per dare e creare più accoglienza per tutti”.
Poi Costa si rivolge direttamente a Barbara Funari, Assessora alle politiche sociali del Comune di Roma, presente in sala: “C’è la speranza di riuscire a fare qualcosa. In programma c’è un Hub di accoglienza per i migranti in transito, che dovrebbe essere operativo da settembre nei pressi della stazione Termini”.
Conclude l’Assessora Funari che vuole smarcarsi da una politica che sul tema migranti tende a fare molte promesse ma poco o nulla di concreto: “chi ha a che fare con la vita vera delle persone sa che di fronte alla complessità non c’è una bacchetta magica per risolvere questioni così complesse”. E chiosa con una proposta: “dobbiamo aprire spazi fisici che siano veramente aperti”.
Marco Marasà
23/06/2022
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