La presentazione del libro Il matto, la prostituta e lo scrittore, scritto dal letterato curdo Firat Cewerî, si è tenuta sabato 10 dicembre 2022, alle ore 11.30, a Roma presso l’Enoteca Letteraria in via di San Giovanni in Laterano, 81. Il libro tradotto in italiano da Francesco Marilungo è stato presentato dall’autore. A dialogare con quest’ultimo Beniamino Melasecchi, membro dell’Ismeo, e Soran Ahmad, presidente dell’Istituto Kurdo.
Intellettuali in fuga
Il matto, la prostituta e lo scrittore, edito in lingua italiana nel 2022 da Calamaro Edizioni, risponde ad una precisa “scommessa”: far scoprire la letteratura curda al pubblico italiano, poco incline nel concederle l’attenzione che meriterebbe. Se infatti gli aspetti politici della questione curda hanno trovato grande spazio sulle principali testate giornalistiche, quelli culturali, invece, sono rimasti poco noti. A partire dal 1924 fino al 1991 in Turchia, terra di origine di Firat Cewerî, l’uso della lingua curda era vietato. Dalla metà degli anni Novanta diventa possibile stampare libri e riviste in curdo, ma le stesse riviste sono spesso costrette a chiudere, le case editrici prese di mira, gli scrittori processati, i libri messi al bando. Le difficoltà che dunque i letterati curdi hanno dovuto affrontare per ottenere la possibilità di esprimersi sono state molteplici. A parlarne, durante la presentazione del libro, è l’autore che, con cura di dettagli, racconta la sua storia.
“Sono nato a Mardin, nel sud-est della Turchia nel 1959. Già a sedici anni mi sentivo infelice per la situazione in cui eravamo costretti a vivere. Decisi così di iscrivermi ad un movimento di stampo marxista. Era un periodo in cui leggevo molto e sentivo un forte bisogno di comunicare. Negli anni ’80 iniziai a scrivere poesie in kurmanj, il curdo parlato in quasi tutto il Kurdistan turco; scrivere nella mia lingua però era vietato. Ricordo la paura che mi coglieva quando, passeggiando per le strade con gli appunti in mano, incrociavo lo sguardo di un soldato. Mia madre aveva addirittura preso l’abitudine di nascondere i quaderni in strani posti della casa. Io, però, ero stanco di dovermi nascondere. In accordo con il movimento di cui facevo parte, un giorno mi infilai in un taxi e, armato di megafono, iniziai a recitare le mie poesie. Naturalmente fui costretto a scappare dalla città. Ben presto mi trasferii in Svezia dove abbandonai la poesia e mi dedicai alla scrittura dei romanzi, tra questi “Il matto, la prostituta e lo scrittore”.
Il matto, la prostituta e lo scrittore
Il matto, la prostituta e lo scrittore è ambientato nella capitale del Kurdistan turco che appare sulla mappa con il nome di DiYarbakir ma che i curdi chiamano Amed. Per i protagonisti del romanzo è semplicemente “la città”. Proprio in quello spazio, Temo, il matto, Diana, la prostituta, e “lo scrittore” si incontrano. I tre hanno alle spalle storie molto diverse, ad accumunarli è solamente la città in cui vivono.
Che significato ha per loro quel posto? E cosa significa essere curdi in Turchia?
La repressione, la violenza sembrano aver cancellato qualsivoglia bellezza, tuttavia il loro bizzarro incontro apre nuove speranze.
Beniamino Melasecchi, membro dell’ Ismeo, nota che “Il romanzo colpisce per il fatto di essere particolarmente scorrevole. Leggerlo è piacevole nonostante sia raccontata un’epoca, quella del Novecento, davvero difficile per il popolo curdo. Si tratta di un popolo disorientato, che non sa dove andare, di un popolo reso fragile”.
Soran Ahmad, presidente dell’Istituto Kurdo, sottolinea come “i personaggi di questo romanzo, con le loro vite, riflettano tutte le contraddizioni e tutto il dolore dei curdi. Nonostante il libro sia un libro impegnato dal punto di vista sociale, un umorismo sottile lo permea così da stemperare la gravità della vicenda narrata”.
Appena uscito in lingua originale, nel 2008, il romanzo è stato subito riconosciuto dalla critica locale e dall’analisi accademica internazionale come uno dei romanzi curdi più importanti nel panorama attuale: di pagina in pagina, con leggerezza e diletto, è infatti possibile ricostruire una storia ancora oggi largamente ignorata.
Cleofe Nisi
(12 dicembre 2022)
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