Secondo i dati riportati dal Ministero dell’Interno, sono 9.720 i migranti che durante il mese di dicembre hanno raggiunto la penisola italiana. Una cifra di poco superiore a quella relativa a novembre 2022, in cui il numero degli arrivi registrati ammontava a 9.058. Netta, invece, la diminuzione rispetto ai mesi di ottobre e settembre quando gli ingressi segnalati erano superiori alle 13.000 unità. Gli stessi valori però se confrontati con quelli del medesimo periodo dell’anno precedente, vale a dire con dicembre 2021, evidenziano un forte incremento: ben 5.186 arrivi in più. Un incremento segnalabile anche in relazione a dicembre 2020, anno in cui hanno raggiunto le coste italiane solamente 1.591 migranti. I paesi di provenienza maggiormente dichiarati al momento dello sbarco rimangono, come nei mesi scorsi, Egitto, Tunisia e Bangladesh. 20.509 le persone egiziane accolte, 18.129 quelle tunisine e 14.932 quelle di origine bengalese.
Considerati in percentuale, il 20% del totale dei migranti proviene dall’Egitto, il 18% dalla Tunisia e il 14% dal Bangladesh. Bassi gli arrivi da Iran ed Eritrea.
Immigrazione nel 2022
Giunto ormai a termine, l’anno 2022 vede come somma complessiva di persone arrivate in Italia le 104.061 unità. Numero significativo che segnala un aumento rispetto agli anni 2020 e 2021. Nel 2020 i migranti approdati nel territorio italiano risultavano 34.134, ben 69.467 in meno in relazione a quelli dell’anno corrente. Nel 2021 il totale delle persone accolte era pari a 67.034, cifra inferiore a quella del 2022: 34.134 migranti in meno. Tra le possibili cause di questi incrementi l’attenuarsi della pandemia Covid e l’aggravarsi delle condizioni sociali ed economiche in cui riversano i paesi maggiormente interessati dal fenomeno migratorio. In aumento, rispetto agli anni scorsi, anche il numero di minori stranieri non accompagnati. 4.687 nel 2020, 10.053 nel 2021 e 12.687 nel 2022. Attualmente i migranti accolti in Italia sono 105.525(Minstero dell’Interno), distribuiti sul territorio in strutture di diverso tipo:
- 1.276 le presenze segnalate negli hotspot;
- 70.810 quelle annotate nei centri di accoglienza;
- 33.439 i migranti nei centri SAI.
Al primo posto per numero di ospitati la regione Lombardia, a seguire l’Emilia Romagna e la Sicilia, ultima la Valle d’Aosta.
Il dissenso delle Ong
Se dunque in molti hanno raggiunto la penisola italiana tanti altri hanno perso la vita nel tentativo di raggiungerla: più di 1.400 le persone morte nel Mediterraneo nel 2022, l’84% sulla rotta del Mediterraneo centrale, che si conferma come una delle più attive e pericolose a livello globale. Di primaria importanza, pertanto, le operazioni di soccorso delle ONG, in questi ultimi giorni in protesta contro il nuovo decreto sicurezza che secondo la bozza circolata e in attesa della pubblicazione su la Gazzetta Ufficiale, prevede una sola operazione di salvataggio per ogni missione, nessuna sosta intermedia fino all’approdo del porto assegnato, divieto di trasbordi da un’imbarcazione all’altra, obbligo di informazione sulla possibilità di richiesta di asilo e forti sanzioni pecuniarie per chi viola il codice di condotta. Alcune ONG, in considerazione del dl, invocano la tutela del proprio stato di bandiera, altre annunciano che la loro priorità, a dispetto di ogni normativa, rimane salvare i migranti in mare. In particolare, gli attivisti della nave Sea Eye considerano “illegale” il dl sicurezza e chiedeno “protezione” al governo tedesco, mentre quelli della nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, tornati a navigare nel Mediterraneo nelle ore di Capodanno, sottolineano che “la strategia del governo ha l’obiettivo di ostacolare le attività di ricerca e soccorso delle ONG” e che nonostante ciò continueranno “a salvare vite umane”. Duro, inoltre, l’attacco lanciato da Emergency la quale ricorda che “quasi 1.400 persone hanno perso la vita quest’anno e che le conseguenze di questo provvedimento saranno l’aumento dei morti in mare”. Altrettando critico è il quotidiano cattolico Avvenire: in un editoriale di prima pagina sul decreto sicurezza dal titolo “L’altra guerra senza senso”, scrive “a scorrere l’elenco delle prescrizioni governative sembra che le navi umanitarie trasportino «rifiuti pericolosi»”. Con dissensi e aspre polemiche si chiude quindi il 2022.
Cleofe Nisi
(2 gennaio 2022)
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