Libro bianco ISMU: governare le migrazioni economiche

Il Libro bianco sul governo delle migrazioni economiche, pubblicato da ISMU il 26 gennaio 2023, parte da un assunto facile da elaborare, ma altrettanto da dimenticare: è possibile – e doveroso – far incontrare efficacemente domanda e offerta di lavoro straniero, secondo le effettive richieste del mercato del lavoro e nel pieno rispetto dei diritti dei migranti. Ma come? Partendo, per esempio, da alcune fondamentali proposte:

  • modifica della regolamentazione dei flussi di ingresso di lavoratori extra-UE;
  • sostegno razionale all’incontro domanda e offerta di lavoro, con schemi migratori ad hoc per alcuni settori;
  • contrasto dell’irregolarità e dello sfruttamento in ambito lavorativo, reintroducendo meccanismi di regolarizzazione su base individuale;
  • mettere a valore l’immigrazione, migliorando la capacità attrattiva del mercato del lavoro italiano per le professioni altamente qualificare;
  • promozione di interventi di sistema, come l’istituzionalizzazione della figura del mediatore linguistico-culturale.
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Pubblicato il Libro bianco ISMU sul governo delle migrazioni economiche. Foto Pixabay

Modificare il decreto flussi superando la Bossi-Fini


📍Per superare l’attuale impianto del meccanismo di regolamentazione dei flussi il Libro bianco prevede:

  • reintroduzione del meccanismo dello sponsor;
  • ripresa della programmazione dei flussi per via ordinaria e secondo le disposizioni del Piano triennale di programmazione.

Sono 82.705 i posti di lavoro, 44.000 dei quali per lavoro stagionale, destinati ai lavoratori extra-UE dal Decreto flussi 2023, pubblicato in G.U. il 26 gennaio. Il meccanismo della regolamentazione dei flussi, introdotto con la L. 40/1998 cosiddetta “legge Turco-Napolitano”, ha dimostrato nel tempo una sostanziale inefficacia nel promuovere l’incontro tra domanda e offerta di manodopera straniera: questo, in sostanza, il punto di partenza su cui insiste l’analisi condotta da ISMU.

Secondo la legge attuale l’ingresso in Italia del lavoratore straniero deve avvenire solo dopo che si sia compiuta l’intera procedura per la regolare assunzione. Di fatto si presuppone la disponibilità da parte di un datore di lavoro ad assumere un dipendente senza alcuna verifica delle sue capacità. La sostanziale irrealizzabilità di questo meccanismo è stata stemperata e sostituita dal frequente ricorso alle campagne di regolarizzazione dei lavoratori già presenti in Italia, finendo di fatto per snaturare il principio alla base della regolamentazione dei flussi.

La L. 189/2002, meglio nota come “legge Bossi-Fini”, è intervenuta in senso pesantemente restrittivo in questo ambito, non soltanto riducendo la durata del permesso di soggiorno per motivi di lavoro da 4 a 2 anni, ma abolendo il meccanismo dello sponsor. Originariamente previsto dalla legge Turco-Napolitano, garantiva al singolo datore di lavoro la possibilità di richiedere manodopera straniera, in possesso di adeguate risorse finanziarie e disponibilità di un alloggio, anche al di fuori della programmazione del decreto flussi. Si trattava, in altre parole, di un meccanismo di ingresso regolare di lavoratori extra-UE su base individuale.

La regolamentazione dei flussi, secondo l’articolazione originaria, si attua in due fasi:

  • redazione di un documento triennale, Documento Programmatico, per pianificare i flussi migratori in ingresso in Italia nel corso di 3 anni;
  • redazione di un decreto, Decreto flussi, del Presidente del Consiglio dei ministri per programmare annualmente, entro il 30 novembre dell’anno precedente a quello di riferimento, le quote massime di lavoratori stranieri da immettere nel mercato del lavoro.

Anche in questo caso la legge Bossi-Fini ha agito in senso restrittivo rispetto alle disposizioni iniziali: rendendo di fatto non obbligatoria la redazione del Documento triennale programmatico – strumento di ricognizione delle esigenze del Paese svincolato dalle esigenze immediate del mercato del lavoro – ha fatto sì che, anche in assenza di pubblicazione del Decreto di programmazione, i decreti flussi possano essere approvati per via transitoria con decreto del Presidente del Consiglio.

Nuovi meccanismi di ingresso per cercare lavoro


📍Per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro il Libro bianco prevede:

  • canali di ingresso regolari per la ricerca di lavoro;
  • misure ad hoc per alcuni settori lavorativi specifici, come quello domestico che è un settore ad alta richiesta ma a bassa specializzazione;
  • promozione di programmi di formazione pre-partenza.

L’inadeguatezza dell’attuale meccanismo di ingresso legale al mondo del lavoro presuppone la necessità di pensare a nuovi dispositivi di ingresso per la ricerca di lavoro, in cui un ruolo fondamentale spetterebbe proprio agli sponsor, garanti di una programmazione effettivamente corrispondente alle esigenze del mercato del lavoro. A tal proposito la proposta lanciata da ASGI prevede il rilascio, secondo quote annuali, di un permesso di soggiorno annuale per ricerca lavoro ai cittadini stranieri con:

  • un adeguato livello di competenza nella lingua italiana;
  • disponibilità di risorse economiche almeno pari all’importo mensile dell’assegno sociale per ogni mese di soggiorno;
  • disponibilità di un alloggio.

Favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro straniero presuppone un’analisi approfondita non soltanto delle esigenze del mercato del lavoro, ma anche dei fenomeni sociali di lungo periodo. Proprio a cavallo di queste due esigenze si colloca il lavoro domestico, non soltanto un settore lavorativo ad alta offerta di lavoro, ma anche un’efficace risposta alle necessità sociali derivanti dal progressivo invecchiamento della popolazione italiana.
Come evidenziato nell’ultimo rapporto sul lavoro irregolare in Italia, quello del lavoro domestico è un settore con altissima incidenza di lavoratori stranieri e ad alto tasso di irregolarità (53,2%). Per contrastare la diffusa irregolarità dei rapporti di impiego in questo settore si propone di:

  • assicurare condizioni di lavoro dignitose e salari adeguati;
  • garantire la qualità della cura favorendo la professionalizzazione degli addetti, sia attraverso corsi pre-partenza che sul territorio italiano;
  • promuovere il riconoscimento sociale delle professioni della cura.

Per favorire l’incontro di domanda e offerta di lavoro nei vari settori lavorativi è auspicabile agire sulla formazione pre-partenza, prevedendo non soltanto canali di reclutamento ad hoc per particolari figure professionali all’estero, ma investendo sull’apprendimento della lingua e sulla “pre-socializzazione” al contesto socio-istituzionale italiano.

Regolarizzazioni individuali e sussidi salariali


📍Per contrastare l’irregolarità e lo sfruttamento lavorativo il Libro bianco prevede:

  • meccanismi di regolarizzazione individuali;
  • erogazione di un sussidio ai lavoratori in occupazioni a basso salario ma ad elevato valore sociale.

Quello delle regolarizzazioni dei lavoratori stranieri è un tema scottante per un Paese come l’Italia in cui il tasso di irregolarità complessivo nel mondo del lavoro tocca il 12%. Il flop delle ultime regolarizzazioni del 2020, seppur scaturite dal riconoscimento dell’importanza della manodopera straniera in alcuni settori fondamentali per l’economia italiana durante i difficili mesi della pandemia, ha dimostrato quanto sia lenta la macchina burocratica italiana. Per questo è fondamentale pensare a meccanismi di regolarizzazione individuali.

Per contrastare lo sfruttamento in ambito lavorativo, fenomeno particolarmente evidente nel settore agricolo soggetto alla piaga del caporalato, il Libro bianco appoggia l’introduzione di un sussidio diretto ai lavoratori dipendenti, italiani o stranieri, impiegati in occupazioni con salari bassi, a medio-bassa qualificazione e con una priorità per i lavoratori che svolgono mansioni essenziali e di elevato valore sociale. La proposta è quella di un pagamento mensile diretto, a ciascun lavoratore dipendente impiegato a tempo pieno, di un sussidio pari al 50% della differenza tra 1.500 euro e il suo salario netto mensile (purché inferiore a tale soglia).

Rendere il mercato del lavoro veramente attrattivo


📍Per mettere a valore l’immigrazione il Libro bianco prevede:

  • aumento dell’attrattività del mercato del lavoro italiano per professionisti stranieri altamente qualificati;
  • ingresso nel pubblico impiego di lavoratori stranieri;
  • implementazione del meccanismo europeo della Carta Blu.

I dati relativi all’incidenza di lavoratori stranieri extra-UE nelle varie attività economiche rendono evidente il fenomeno dell’etnicizzazione di alcuni settori lavorativi, a basso reddito e a bassa specializzazione. Il ricorso alla manodopera straniera unicamente per quei lavori “che gli italiani non vogliono più fare” è sbagliato non soltanto dal punto di vista etico ma anche da quello strategico. È infatti fondamentale che l’Italia sia pronta ad accogliere l’apporto modernizzante di lavoratori stranieri altamente qualificati.

Fonte: XII Rapporto Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia

Per i lavoratori stranieri ad alta specializzazione, la scarsa attrattività del mercato del lavoro italiano, a paragone con gli altri Paesi europei, è dovuta principalmente all’alto grado di precarizzazione del lavoro e ai bassi stipendi. In altre parole i lavori ad alta specializzazione, come dimostra l’annuale emorragia di cervelli italiani all’estero, non sono attrattivi neanche per gli stranieri.

A questo aspetto puramente economico si vanno ad aggiungere ostacoli di ordine legale. È infatti noto che il possesso della cittadinanza italiana è un requisito fondamentale per l’accesso al pubblico impiego: un medico di origine straniera senza cittadinanza italiana anche se laureato in Italia, per esempio, non potrà esercitare la professione nella sanità pubblica. A questo problema si aggiunge quello dei cittadini stranieri in possesso di titoli di studio, spesso universitari, conseguiti all’estero ma non riconosciuti in Italia.

Per ovviare alla prima questione, l’AMSI – Associazione Medici di origine Straniera, propone una riforma del quadro normativo sulla base dei seguenti requisiti:

  • il possesso di un’adeguata conoscenza della lingua italiana e dell’articolazione del sistema sanitario;
  • l’avere svolto regolarmente la professione in Italia per un periodo pari ad almeno cinque anni (criterio ritenuto idoneo a dimostrare una sufficiente familiarità con il contesto socio-culturale del Paese).

Uno strumento europeo utile allo scopo ma scarsamente utilizzato in Italia è quello della Carta Blu, che può essere richiesta dai lavoratori extra-UE altamente qualificati per fare ingresso in un Paese membro al di fuori del regime delle quote d’ingresso. Nell’arco di pochi mesi l’Italia dovrà recepire le modifiche previste dalla nuova Direttiva sulla c.d. “Carta Blu” (1883/2021).

Fonte: Libro bianco ISMU

Interventi di sistema: dal piano legislativo a quello pratico


📍Tra gli interventi di sistema da attuare per migliorare la governance dell’immigrazione economica il Libro bianco propone:

  • l’istituzione di una Commissione di studio per la riforma delle norme e dei procedimenti amministrativi in materia di immigrazione;
  • la creazione di un’Autorità Indipendente per l’Immigrazione;
  • la promozione e l’istituzionalizzazione del ruolo del mediatore linguistico-culturale.

La pietra angolare della legislazione italiana in tema di immigrazione è rappresentata dal Testo Unico Immigrazione, D.L. n. 286 del 1998, costantemente integrato dalla relativa normativa europea e nazionale, ma pur sempre costruito secondo un impianto vecchio di 25 anni. Per questo il Libro bianco suggerisce l’istituzione di una Commissione di studio per la riforma delle norme e dei procedimenti amministrativi in materia di immigrazione, composta da esperti indipendenti di diversi ambiti disciplinari e rappresentanti dei Ministeri competenti, che si occupi di:

  • codificazione in un testo organico di tutte le norme relative all’immigrazione, all’asilo e alla cittadinanza;
  • riforma delle norme legislative e regolamentari;
  • semplificazione e digitalizzazione delle procedure.

A questa Commissione andrebbe affiancata un’Autorità Indipendente per l’Immigrazione, organismo di raccordo tra autorità di governo e i soggetti rappresentanti della realtà socio-economica italiana, per elaborare politiche a favore dei migranti economici.

Una società che riconosce l’importanza della sua componente straniera deve dotarsi di strumenti capaci di rendere accessibili i servizi – dalla loro articolazione burocratica a quella assistenziale – a un’utenza sempre più diversificata sul piano culturale. Da qui l’importanza della figura del mediatore linguistico-culturale, strumento di integrazione ancora oggi troppo sottovalutato, che deve aspirare a diventare una professione sempre più istituzionalizzata.


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Silvia Proietti
(30 gennaio 2023)

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