Parrisa, Anjeza, Dilrube e Iman hanno partecipato a un progetto che ha dato a queste donne rifugiate, provenienti da paesi differenti e realtà dure e difficili da immaginare, la possibilità di rimettersi in gioco e sperare in qualcosa. Le loro vite si sono incrociate nella capitale romana da Gustamundo 2, il nuovo ristorante di cucina multietnica che Pasquale Compagnone ha aperto l’8 marzo nel quartiere Appio Latino. Gustamundo, un nome che allude al viaggio interculturale che è possibile “assaporare” in un luogo fonte di aggregazione, inclusione e condivisione che abbatte qualsiasi frontiera, dove la diversità non è che il sinonimo di ricchezza. Azzurro, rosso, giallo, i colori delle sedie e delle pareti che, insieme ad un dipinto originale e vivace, trasmettono una sensazione di pace e tanti profumi, sapori, ma soprattutto realtà, sogni, storie di vita, culture e lingue differenti in uno spazio in cui ci si sente come a casa.
Le quattro protagoniste hanno fatto i conti con una nuova lingua, una nuova cultura e delle nuove abitudini.
La passione per i dolci è condivisa da Parrisa, donna afghana di 46 anni, arrivata a Roma nel 2021 a causa della guerra in Afghanistan e Anjeza, albanese, che ha 29 anni ed è mamma di due bambine di 3 e 13 anni. Anjeza nel suo paese ha lavorato in una fabbrica e successivamente in un laboratorio di pasticceria, origine del suo interesse per la preparazione dei dolci. Parrisa predilige lo shaerpara un dolce afghano che si prepara con zucchero pistacchi e mandorle, mentre Anjeza realizza un ottimo trilece con caramello, latte condensato e panna.
Si sono sentite davvero accolte da Gustamundo 2, Anjeza, spesso, ha potuto portare con sé al lavoro la sua piccola bambina. Parrisa, che da sempre ha amato cucinare dilettandosi nella cucina indiana, afghana, cinese e tante altre, nonostante sia alla sua prima esperienza lavorativa, ha trovato il connubio perfetto tra la sua passione, che ha coltivato nel tempo portandola con sé dal suo paese d’origine, e il lavoro. Sperano entrambe di rimanere in Italia poiché ci sono maggiori opportunità di lavoro e studio che rendono Parrisa particolarmente grata dal momento che oggi i suoi figli frequentano l’Università degli Studi di Siena e vanno a scuola a Roma.
Anche Iman, donna curda di 28 anni e Dilrube, donna azerbaigiana di 35 anni sono felici di aver avuto la possibilità di lavorare in un paese diverso da quello d’origine. Iman, che da poco a Gustamundo 2, sta frequentando il corso HACCP, è riconoscente nei confronti di Pasquale che l’ha aiutata tanto e crede che le persone in Italia siano molto gentili. Iman è contenta perché sia lei che suo marito lavorano, i figli vanno a scuola e possono avere accesso alla sanità.
Lo stesso vale per Dilrube che grazie a questa occasione è riuscita a far venire in Italia i suoi figli, di cui uno, che ha ereditato da lei la passione per la cucina, frequenta l’Istituto Alberghiero e lavora nel locale durante i fine settimana. Per lei, che ha iniziato a cucinare all’età di 15 anni, a Mosca nel locale di suo padre, lavorare da Gustamundo 2 non è solamente un lavoro, ma un insieme di storie, vite, religioni, una vera e propria famiglia. Dilrube crede che nella vita non si debba giudicare nessuno in quanto ognuno ha la propria storia e lasciare il paese d’origine per entrare in un altro è difficile, quindi, non bisogna vedere il prossimo come “strano”. Dice che l’Italia è come casa sua e spera tanto, un giorno, di poter realizzare il suo sogno: un progetto che possa dare un futuro migliore alle donne migranti, rifugiate, con o senza figli, facendole sentire accolte e non sole.
Nadia Di Proietto
(2 aprile 2023)
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