È cominciato con un minuto di silenzio, per i migranti morti e dispersi nel naufragio nelle acque di Pylos in Grecia, l’incontro “Rifugiati: in gioco il futuro dei diritti” che si è tenuto giovedì 15 giugno 2023 alle 17.30, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2023, organizzato dal Centro Astalli nell’aula magna della Pontificia Università Gregoriana, in Piazza della Pilotta 4 a Roma.
Le vite non contano tutte nello stesso modo
Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, ha esordito dicendo “In questi giorni di lutto nazionale è ancora più stridente che ci siano vite che contano e altre che non contano. I Governi italiani in questi anni si sono impegnati a impedire l’arrivo dei migranti a prescindere che questi arrivassero per trovare lavoro o per ricongiungimenti famigliari e fossero alla ricerca di una vita più degna. L’esigenza di muoversi per cambiare vita è un diritto. Le posizioni dei Governi sono frutto di una cultura intrisa di pregiudizi e sospetti. Crediamo che si debba ripartire da una cultura dell’incontro, del dialogo, dell’ascolto”.
L’Europa non è da meno secondo Padre Ripamonti “una somma di umori e di interessi nazionali che si incontrano per prove di forza e non per ragionare di diritti e futuro.”
I rifugiati fuggono da repressione, epidemie, disastri ambientali
La parola passa a Yenmery, insegnante originaria del Venezuela, arrivata in Italia nel 2018. Yenmery parla del suo paese, dello sfruttamento delle risorse naturali, delle foreste distrutte, delle epidemie, degli stipendi da fame, della repressione. La sua famiglia si è ricongiunta in Italia dove per primi erano arrivati il marito e il figlio più grande “Sono felice perché siamo uniti e vivi”.
Ha nostalgia del suo paese, l’Afghanistan, la mamma di Fatima, che si appoggia alla figlia come portavoce. È stata anche lei insegnante, è rimasta vedova alla nascita della figlia, ha avuto un ruolo attivo nella società afghana nella regione di Herat, è stata rapita, ma alla fine è riuscita a lasciare il paese. “Oggi sogna di tornare per dare speranza a una terra senza pace”.
Spetta al giornalista Marco Damilano coordinare l’incontro e i discorsi dei relatori incluso quello del giornalista e scrittore Paolo Rumiz che, assente per un incidente, manda un video di saluti.
Papa Francesco: i rifugiati come risorsa
Il Cardinale Josè Tolentino di Mendença, prefetto del dicastero per la cultura e l’educazione della Santa Sede, ha voluto ricordare le parole di papa Francesco nella sua visita a Lampedusa l’8 luglio 2013 a quattro mesi dalla sua elezione: “La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza.” Perché continua il Cardinale “Non parlare, non vedere il genocidio è qualcosa di mostruoso. Dobbiamo ripetere le parole di papa Francesco: diritti per chi non li ha, cittadinanza, ospitalità”. E cinque anni dopo, “papa Francesco, nel suo messaggio per la pace invitava a vedere i rifugiati come risorsa” ricorda il cardinale che fa presente “che c’è un’ostinata reductio della figura del rifugiato visto come un numero, non come una persona che porta con sè qualcosa che manca”.
L’Europa spazio dei diritti
Per la filosofa Roberta De Monticelli “l’Europa continua a restare lo spazio dei diritti, ma proprio sulla questione dei rifugiati si gioca un pezzo della sua identità e del suo futuro, perché l’Europa fa molta fatica a realizzare la sua identità”. De Monticelli risale alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del ‘48 e al sogno di un mondo senza dominanti né dominati che passa per Altiero Spinelli, che ha dato la scintilla ispiratrice dell’unione europea, impensabile in quegli anni. E De Monticelli si chiede “come si possa fare a costruire oggi un progetto comune di Europa? Come mai i leader del mondo non hanno una scintilla?
L’evento si conclude con la voce della cantante Evelina Meghnagi che ricorda la sua infanzia in Libia e il suo destino, prima di apolide cacciata dal suo paese, poi di rifugiata.
La sala è allineata sulle parole dei relatori: la Chiesa, la filosofa, i giornalistri concordano: i rifugiati sono una risorsa, e i diritti non si toccano. Cosa ne pensa la cattolica Meloni?
Nicoletta del Pesco
(16giugno2023)
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