Migliaia di partecipanti da tutta Italia si sono radunati in piazza San Giovanni per la manifestazione organizzata dalla CGIL a due anni dall’assalto della sede centrale del sindacato. A fine giornata gli organizzatori stimano 200mila partecipanti, 35mila per la Questura, che hanno preso parte al corteo “per cambiare il paese in nome della Costituzione”, in difesa dei diritti dei lavoratori e, tra questi, non solo gli iscritti al sindacato hanno riempito una piazza stracolma, come non si vedeva da tempo. Tra loro anche FLAI CGIL, la Federazione lavoratori dell’agro industria, settore tra gli altri che vede una forte componente di iscritti di origine straniera.
A un anno dall’insediamento del nuovo governo sono stati numerosi i temi affrontati nel corso della giornata. Dalla difesa della costituzione alla transizione ecologica. Dalla questione del lavoro precario e della sicurezza sul lavoro al diritto allo studio. E proprio in queste settimane non poteva mancare anche la questione dell’immigrazione. Un tema che rischiava di passare in secondo piano ma che è stato al centro di alcuni interventi, tra cui proprio quello del segretario Maurizio Landini: «Il governo non deve fare un finto braccio di ferro a scopi elettorali sul tema dell’immigrazione, che è serio e va affrontato seriamente. Con l’Europa il gioco da fare è come si scrive il Patto di stabilità e come si attivano nuovi investimenti per crescere. Il nostro nemico non è lo straniero che viene a lavorare, ma chi sfrutta tutti e deve cambiare le leggi e non lo fa».
La manifestazione nazionale della CGIL si è svolta a solo un giorno da quella di Fridays For Future, che si è svolta in varie città italiane e a Roma proprio in Piazza San Giovanni. Circa 5mila giovani e non solo hanno manifestato il 6 ottobre nel centro della capitale per chiedere a chi governa di mettere la transizione ecologica e l’imminente catastrofe ambientale al centro dell’azione politica.
Due manifestazioni diverse che convergono nello stesso fine settimana. Due piazze diverse, ma che chiedono un cambio di rotta a tutto il paese. Segno di come negli ultimi anni sempre più cittadini abbiano compreso che questioni fondamentali come cambiamento climatico, lavoro precario, investimenti per l’istruzione e la sanità pubbliche, immigrazione e integrazione siano in realtà interconnessi.
Nel frattempo, la tragica situazione al largo delle coste italiane inizia a prendere spazio anche tra le rivendicazioni del principale sindacato italiano. Il tema dell’accoglienza non può essere affrontato solo dai vertici dei leader europei, ma deve essere rivendicato dalle piazze.
Carlo Comensoli
(7 ottobre 2023)
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