La manifestazione contro la guerra, per una giusta pace

Con lo slogan “Contro la guerra, per una giusta pace” si è tenuta ieri pomeriggio, 28 ottobre, a Roma la manifestazione nazionale organizzata dalla Comunità palestinese di Roma e del Lazio.

Manifestazione per la pace, uno striscione
Manifestazione per la pace, uno striscione(foto di Alessandro Massicci)

Un fiume di persone, soprattutto giovani — palestinesi, arabi, italiani, donne, tante donne — hanno sfilato, per più di 4 ore, da Porta San Paolo a Piazza San Giovanni per dire stop alla guerra, per l’immediato cessate il fuoco a Gaza, come ha già fatto l’ONU senza successo, e per il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese. Non è dato sapere il numero, come in genere accade per le manifestazioni pubbliche, dalle 20mila alle 100mila secondo le diverse fonti non ufficiali.

La manifestazione: i giovani per il futuro e l’ipocrisia dei media

Cercando oggi notizie sui principali media nazionali, si ricava ben poco, quasi che una manifestazione pacifica e molto partecipata non destasse interesse, quasi che il desiderio di pace e giustizia fosse roba d’un’altra epoca.

In questi tempi di divisioni e schieramenti sembra che non ci si possa permettere il sentimento umano di solidarietà per i civili massacrati nella striscia di Gaza perché questo potrebbe significare dimenticare l’orrore procurato dagli estremisti di Hamas in Israele. Ma la storia ci insegna che l’estremismo non si vince con la vendetta e che la questione israelo-palestinese — colpevolmente dimenticata dalla comunità internazionale negli ultimi anni — troverà una soluzione solo quando si riprenderà un percorso di pacificazione come quello che vide negli accordi di Oslo del 1993 una tappa importante verso il riconoscimento ai palestinesi del diritto a uno Stato.

Due cose restano dopo la manifestazione di ieri, seguita ad altrettante grandi manifestazioni da Barcellona a New York. La prima è la condivisione del desiderio di un mondo migliore e più giusto. E la preponderante presenza di giovani in queste manifestazioni che riapre la fiducia nel futuro.
La seconda è che la politica sembra sempre più balbettante e incapace di gestire conflitti e trovare soluzioni, anzi quasi disinteressata al cambiamento. Forse è arrivato il momento che la società civile si risvegli, si dia momenti e luoghi di confronto e condivisione per fare pressione su chi governa.

                  Luciana Scarcia
(29 ottobre 2023)

Foto di Alessandro Massicci

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