Uno dei modi per comprendere un conflitto è ascoltare i testimoni diretti degli eventi. Nel caso di una guerra è anche necessario tener conto del diritto internazionale e delle leggi e degli usi di guerra.
Il documentario “20 giorni a Mariupol” proiettato il 27 febbraio a Roma nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati della Repubblica permette a tutti noi di vedere con i propri occhi l’inizio dell’occupazione russa della città ucraina di Mariupol, le sofferenze dei suoi abitanti e i crimini commessi dall’esercito russo contro la popolazione civile.
Introducendo l’evento, la Vicepresidente della Camera Anna Ascani ha dichiarato: “Rinnoviamo la vicinanza del Parlamento e del Paese a un popolo martoriato. La pace è possibile solo come pace giusta, non c’è pace senza libertà. Continueremo a stare accanto all’Ucraina, alle sue donne e ai suoi uomini, come abbiamo fatto in questi due anni”.
La proiezione di “20 giorni a Mariupol”: come è nata l’iniziativa
Questa iniziativa è nata in seguito all’annuncio del convegno a Modena “Mariupol. Rinascita dopo la guerra”, un evento propagandistico promosso dall’Ambasciata russa, che aspirava a raccontare la ricostruzione della città ridotta alle macerie dalle bombe russe, dove sono morte circa 20.000 persone. La comunità ucraina in Italia e i profughi provenienti da questa città martire si sono opposti fortemente a questo evento. Supportati dalle istituzioni italiane e ucraine, lo hanno annullato e si sono riuniti in piazza a Modena per dire “No!” alla propaganda russa in Italia.
“20 giorni a Mariupol”: la realizzazione
Il film “20 giorni a Mariupol”, “20 days in Mariupol”, candidato come miglior documentario agli “Oscar” 2024 è stato realizzato grazie a una squadra di giornalisti entrati nella città portuale di Mariupol alla vigilia dell’invasione russa dell’Ucraina. Durante il successivo assedio, mentre cadono le bombe, gli abitanti fuggono e l’accesso a elettricità, cibo e acqua è interrotto, i reporter, unici rimasti, lottano per raccontare le atrocità della guerra, finché circondati dai soldati russi si rifugiano in un ospedale, in trappola.
Un film impressionante che ha immortalato l’inizio della guerra e conferma il genocidio degli ucraini da parte della Federazione Russa.
Case bombardate, disperazione, paura, morte: questo è ciò che ha portato la Russia sulla terra ucraina, giustificando con la “liberazione dei russofoni”.
Le immagini da Mariupol diffuse dai media mondiali documentano morte e distruzione e smentiscono la disinformazione russa. Di fronte a tanto dolore, il regista e giornalista ucraino Mstyslav Chernov si chiede se filmare possa ancora fare qualche differenza, ma sono gli stessi cittadini di Mariupol a implorarlo di continuare, affinché il mondo sia testimone.
“20 giorni a Mariupol” i commenti di chi c’era
Fra gli intervenuti alla proiezione la deputata del PD, Lia Quartapelle, ha sottolineato l’emozionante valore artistico e la forza della verità di questo film. Mariupol è stata distrutta perché si è permessa di resistere alla forza dell’imperialismo russo. Le persone civili sono state bombardate con i sistemi di fuoco di sbarramento.
“La sala piena della proiezione dimostra l’importanza dell’evento”, ha commentato il deputato del PD Andrea Casu, “ascoltare le testimonianze dirette di chi ha vissuto la guerra non è ciò che racconta la propaganda russa”.
Il sindaco di Mariupol Vadym Boichenko ha testimoniato come la città fiorente sia diventata un simbolo di torture e crimini di guerra.
È stata emozionante la testimonianza del paramedico Yulia Paievska, Premio Sakharov 2022, che si trovava a Mariupol sotto assedio: “Il mio cuore è come un sasso, perché sento costantemente le urla dei bambini, i lamenti dei feriti e le esplosioni dei bombardamenti. Ho visto la città morire. Mariupol vuole che il mondo conosca questa tragedia. Sono qui non per avvertirvi che la frontiera tra Luce e Buio, tra il bene e il male, ora passa per l’Ucraina“.
Questo evento serve anche a ricordare alla comunità italiana che la crudele guerra della Russia contro l’Ucraina prosegue. La Russia continua a distruggere città ucraine pacifiche e minaccia quotidianamente il mondo libero.
Marianna Soronevych
(28 febbraio 2024)
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