L’anno del Drago: la festa del Capodanno Cinese a Roma.

Anche per quest’anno, I giardini “ Nicola Calipari” di Piazza Vittorio Emanuele II, all’Esquilino, luogo multietnico e simbolo dell’intercultura della capitale, hanno fatto da cornice alle colorate iniziative della quinta edizione del Capodanno cinese a Roma, che si sono svolte nelle assolate giornate del weekend, il 17 ed il 18 febbraio.

 

L’anno del Drago: la festa della Primavera


Il primo giorno del nuovo anno, che per il calendario cinese cambia ogni anno, in base al calcolo dei movimenti della Luna e della rotazione terrestre attorno al Sole, nel 2024 ha coinciso con il 10 febbraio. I festeggiamenti sono iniziati il 9 febbraio, vigilia di capodanno, con il tradizionale cenone in famiglia e continueranno fino al 24 febbraio, data della Festa delle Lanterne, per un totale di 16 giorni di festa. Il capodanno cinese, più conosciuto, in oriente, come Festa di Primavera, o Chun Jie (春节) in cinese, è la festa più importante e significativa nella cultura cinese, celebrata anche in molti altri paesi asiatici e festeggiata da milione di persone nel mondo. La festa ha origini millenarie ed è strettamente legata alle credenze nelle antiche divinità a cui si offrivano sacrifici durante il cambio dei cicli stagionali, per esorcizzare gli spiriti maligni e per augurarsi fortuna e abbondanza nel nuovo anno.
Per il calendario tradizionale cinese, ad ogni anno corrisponde un animale dei dodici che compongono lo zodiaco, seguendo un ciclo di 12 anni; il 2024 è dunque l’anno del Drago, più precisamente, è l’anno del Drago verde o di legno, il colore della natura.
Il drago è l’unico animale mitologico dello zodiaco cinese, ed è considerato emblema di sacralità e regalità, possiede le caratteristiche di un sovrano, simboleggia la forza magnanima, l’intelligenza e la prosperità, é quindi di buon augurio per un anno ricco di grandi cambiamenti, opportunità e ricchezza.

L’anno del Drago: l’evento


Sabato 17 febbraio è trascorso tra esibizioni culturali e stand che hanno offerto alla cittadinanza i prodotti culinari tipici della festa, in sintonia con il tema dell’evento che mira a evidenziare gli aspetti culturali ed educativi della cultura e della filosofia cinese e la capacità di queste ultime di entrare in sintonia con la popolazione italiana, di creare ponti per unire culture diverse;
Domenica 18 si sono svolti gli eventi più spettacolari della manifestazione, la parata di draghi e le danze del leone, per le vie cittadine adiacenti a Piazza Vittorio Emanuele II ed, infine, alla presenza delle autorità, il discorso di saluto del presidente Xu dell’Associazione Giovani Cinesi in Italia, seguito dagli auguri per la celebrazione della festa da parte dell’Ambasciatore Cinese a Roma e degli illustri ospiti.
La Comunità Cinese a Roma, come hanno ricordato nei loro discorsi di saluto il presidente Xu di Giovani Cinesi in Italia e la Presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli, è una delle più numerose della città, vivono a Roma circa 20.000 cittadini cinesi, ed è “una comunità vasta, integrata ed operosa. “A Roma abbiamo tante persone inserite nel mondo del lavoro, nel commercio, nell’impresa -ha sottolineato la Presidente dell’Assemblea capitolina–“che sono parte del tessuto sociale ed economico e contribuiscono al suo sviluppo. Basti pensare ad un dato: tra i ragazzi di origine cinese iscritti nelle scuole di Roma, oltre l’80% è nato in Italia”. Una comunità eterogenea, composta da persone provenienti da diverse regioni della Cina, ciascuna con la propria cultura, lingua e tradizioni, che contribuisce all’arricchimento e alla diversità culturale della capitale e all’armonia tra le diverse culture. Il radicamento sul territorio è iniziato sicuramente nel settore commerciale ma, negli ultimi decenni, la comunità cinese è entrata a far parte della vita culturale della capitale, tramite più di 20 associazioni che si impegnano attivamente nella promozione dell’interazione e integrazione tra comunità cinese e comunità romana, oltre che a informare e ad assistere i propri connazionali.

L’anno del Drago: le testimonianze di vita 

La propaganda politica. Stefano e Gaia sono zio e nipote. Stefano Yang è da 32 anni in Italia, ha vissuto sempre a Roma e gestisce un negozio di abbigliamento a Piazza Vittorio, parla discretamente italiano e, in occasione dei festeggiamenti per il Capodanno, occupa uno stand dove insieme ad un gruppo di connazionali, volontari come lui, distribuisce gratuitamente ai visitatori un libro sulle iniziative del presidente cinese Xi Jinping in lingua cinese e in versione inglese. Racconta come siano stati difficili, trent’anni fa, i primi tempi in Italia per lui e, in genere, per i suoi connazionali in cerca di lavoro. Ora si sente perfettamente a suo agio in città e si augura ancora che l’Italia non abbandoni il progetto del governo cinese conosciuto come la nuova via della seta, secondo il suo punto di vista, un’opportunità di prosperità per i popoli che vi hanno aderito. Gaia è nata in Italia. “ Ho frequentato una scuola tecnica ad indirizzo turistico. Ora sto cercando lavoro e spero di trovarlo al più presto, visto che vivo in Italia, il paese dell’arte e del turismo per eccellenza.” , dice sorridendo, “ho tanti amici italiani e mi sento ben inserita negli ambienti che frequento ma ci tengo a rispettare anche le tradizioni. Il nuovo anno l’ho festeggiato in famiglia e sulla tavola non può mancare il mio piatto preferito: gli gnocchi di riso.”

L’anno del Drago: le discipline sportive e il benessere mentale


La maestra Zhang Qiuju, nome italiano Margherita, è la presidentessa della scuola di Tiji Quan, “Zhang Changkang Taiji “ che ha 4 sedi: la principale ad Ostia, una a Roma, in una via laterale di Piazza Vittorio Emanuele II. Dopo essersi esibita sul palco insieme al suo vice presidente italiano Paolo e ad alcuni alunni, si mostra sorridente e disponibile a parlare della disciplina che insegna. “Sono arrivata in Italia nel 1998, ho studiato l’italiano ma anche se, inizialmente, non parlavo bene la vostra lingua ho trovato subito una grande disponibilità da parte della popolazione romana e la volontà di capirmi ed aiutarmi. Sono molto contenta di vivere in Italia”. Il suo bel viso poi si illumina, quando parla dei benefici del Taiji Quan- disciplina che ha imparato da piccola, perché figlia a sua volta di insegnanti.  ” il Taiji Quan è fonte di armonia e serenità è un’arte marziale che non fa bene solo al fisico, perché aiuta a ritrovare l’equilibrio fisico e psichico, insegna ad utilizzare la forza, rinforza la muscolatura e la fiducia in noi stessi, ci dona armonia.” aggiunge, illuminandosi di un dolce sorriso, ” sono contenta di portare in Italia i benefici di questa disciplina sportiva che è anche una filosofia, perché l’Italia ormai è casa mia. Il Taiji Quan è come una pianta che cresce, prima crescono le radici, poi sboccia la pianta sopra la terra, così la nostra disciplina prima deve radicarsi dentro le persone che la praticano e poi si può esercitare” , infine, conclude “ Non è difficile da praticare, è molto naturale e può essere seguita a tutte le età.” La figlia Alice, di 10 anni, nata in Italia, la segue, anche lei in tenuta sportiva, con una macchina fotografica al collo e, con un accento romano, racconta di frequentare la quinta classe della scuola primaria elementare. 

L’anno del Drago: gli studenti


Stefania, nome italiano, ha 29 anni, è intenta a scrivere ideogrammi di buon augurio su cartoncini rossi con pennello e inchiostro nero che poi dona ai visitatori che si fermano presso il suo stand. “Abito a Roma da 5 anni, sono nata in Cina, dove ho studiato, sono venuta in Italia, da sola, per seguire un dottorato di ricerca in Storia dell’Arte, all’università di Pescara.” Mentre parliamo ci raggiunge il marito, sono sposati da un anno, anche lui è un dottorando in Storia dell’Arte, si sono conosciuti all’Accademia di belle arti di Napoli, anche lui non ha parenti in Italia.
“ Il capodanno ed i giorni di festa per il nuovo anno li abbiamo trascorsi seguendo le tradizioni del nostro paese ma anche con gli amici italiani, ci divertiamo con loro, parliamo e beviamo vino” risponde per conto della moglie, che parla un italiano più stentato di lui. Alla domanda se pensano un giorno di ritornare a vivere in Cina e se si sentono più italiani che cinesi, lui risponde sicuro: “ ci sentiamo molto più italiani, perché ci piace il modo di stare insieme che avete qui in Italia, ci piace parlare ed avere spazi di tempo libero da dedicare all’amicizia. Questo in Cina non è possibile, in Cina si lavora e basta, in Cina il lavoro viene prima di tutto.” Alla domanda: “Cosa non va in Italia? “ L’Italia dovrebbe occuparsi molto di più dell’ambiente” rispondono all’unisono.
Stella è una ragazza di 27 anni, in Italia da 5, sta aiutando suo cugino nello stand dove si cuociono gli arrosticini per i visitatori. Studia psicologia clinica all’Università di Roma La Sapienza, si sta per laureare. “ Dopo la laurea vorrei fare il dottorato” spiega “ spero che l’anno nuovo mi porti fortuna e mi dia la forza necessaria a proseguire gli studi. Vivo da sola con altri studenti, ho festeggiato l’anno nuovo con i miei amici, i miei parenti sono in Cina, forse andrò a fargli visita in agosto, mi trovo molto bene in Italia, gli italiani sono socievoli ed accoglienti. Spero, in futuro, di diventare una psichiatra.”

L’anno del Drago: il mondo dell’editoria


Nouvelles d’Europe Italia è un settimanale cartaceo ed online, in lingua cinese, che viene pubblicato in tutta Italia con cadenza settimanale, per informare le comunità cinesi sulle notizie più importanti di stampo economico, politico, sociale e culturale riguardanti Italia e Cina. Chen, un ragazzo con i capelli lunghi ed un volto affilato lo illustra ai visitatori che incuriositi si avvicinano al suo stand ove, a parte il giornale cartaceo, trova posto un drago di ceramica, rosso e oro, a simboleggiare il nuovo anno e tanti cartoncini rossi con scritte in cinese ben auguranti. Aperto in Italia nel 2014, il giornale fa parte del gruppo editoriale Guang Hua Cultures et Media, fondato nel gennaio 1983 a Parigi e distribuito in tutti i Paesi europei, è uno dei più importanti punti di riferimento per il mondo editoriale e culturale cinese in Europa. La responsabile della redazione romana è in Italia da 20 anni, la sede, che ospita 10 giornalisti, é in via degli Scipioni. “ Il giornale cerca di spiegare ai nostri connazionali gli avvenimenti più importanti della società italiana” racconta, “ Ha una discreta diffusione anche il cartaceo, seppure ormai soppiantato dal web dove, chi è interessato, può informarsi più velocemente e reperire un numero maggiore di notizie”.
Accanto a Nouvelles d’Europe , c’è uno stand della casa editrice CINAinITALIA che pubblica libri per bambini in versione bilingue ed una rivista bilingue, fondata nel 2001. L’editrice è Lanbo Hu, una gentile imprenditrice cinese che, arrivata in Italia 23 anni fa, dopo un periodo di 5 anni vissuti in Francia, ha pensato di diffondere la lingua e la cultura cinese prima tramite la rivista mensile e poi, 4 anni fa, attraverso favole e racconti per l’infanzia. I libri sono ricchi di immagini e le pagine contengono il testo in cinese accanto a quello italiano “per far conoscere alcuni ideogrammi cinesi ai bambini italiani” precisa Lanbo “ solo un massimo di 300 ideogrammi, sufficienti per apprendere la conoscenza base che possiede un bambino cinese al primo anno di scuola, ma anche per avvicinare i bambini cinesi, di seconda generazione, che vivono in Italia e che spesso non conoscono la lingua madre perché frequentano la scuola italiana, parlano italiano e a volte comprendono la lingua parlata dai connazionali ma non la sanno più scrivere.” Lanbo Hu continua a parlare, ricordando il suo arrivo in Italia ,“Il mio primo periodo in Italia è stato molto duro perché non conoscevo la lingua, ho fatto tanta difficoltà ad integrarmi, mi sembrava di vivere nel buio, per questo ho deciso di diffondere sia la lingua cinese che quella italiana tramite i libri per bambini. L’integrazione linguistica è molto importante per avvicinare culture diverse”.
“La casa editrice CINAinITALIA è presente dal 2019 alla fiera dell’editoria indipendente Più Libri più Liberi, che si tiene ogni anno alla Nuvola dell’Eur. Abbiamo iniziato con tre libri” racconta sempre Lanbo Hu “ quest’anno ne avevamo più di 30”. “ Questo lavoro è faticoso ma ti porta tante soddisfazioni “ ribadisce. Oltre alla casa editrice, CINAinITALIA gestisce Roma9, un centro di scambi economici e culturali sino-italiani che ha sede nel Quartiere di San Lorenzo(link nostro articolo), e promuove eventi dedicati alla Cina. “ Sto pensando di aprire, prossimamente, anche una libreria” confessa infine Lanbo, “ Mi sento una persona realizzata ed integrata, ho più amici italiani che cinesi ed ora sono felice di vivere in Italia, quando torno a casa, dopo essere stata in Cina a trovare mia madre, non piango più.”

L’anno del drago: la cultura musicale


Gaia nome italiano di Gao Chuanyan, si è laureata all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, con un master in musicologia è un’insegnante di guzheng, uno strumento musicale tradizionale cinese , facente parte della famiglia delle Cetre, noto come “pianoforte orientale”, uno degli strumenti nazionali più importanti in Cina. Gaia lo suona da quando aveva 7 anni, ininterrottamente. “la mia associazione “Melodie di seta” –Associazione Culturale Internazionale Sino-italiana dell’ Orchestra tradizionale- ha come obiettivo lo scambio di musica e cultura nazionale con l’Italia e con tutti gli altri paesi. Non ci occupiamo solo di musica, promoviamo eventi culturali che riguardano anche il canto, la scrittura, la cerimonia del the.” “ Da 2 anni sono a Roma ma insegno da 13 anni, a bambini ed adulti, gli strumenti antichi della tradizione musicale cinese, inoltre organizzo concerti con musicisti italiani e stranieri.” dice sorridendo “Sono convinta che la musica sia un ponte ideale per integrare popoli diversi.” Gaia indossa un bellissimo abito tradizionale cinese e un delizioso cappello di paglia con una veletta rossa, il colore porta fortuna del capodanno cinese, che le copre il viso lasciando scoperti gli occhi allegri ed intelligenti . “ Mi trovo molto bene in Italia anche se vivo sola, senza la mia famiglia; mi piace la gente, il cibo e la musica” infine, aggiunge, “a maggio abbiamo in programma la festa degli aquiloni, siamo stati i primi ad organizzare a Roma la festa cinese di Weifang , nel parco degli Acquedotti. È un evento speciale, che unisce le famiglie, gli aquiloni cinesi hanno la forma di tanti animali diversi, la rondine, la farfalla ma anche il drago, quindi è in tema con la raffigurazione del nuovo anno cinese, speriamo che porti tanta fortuna a tutti , buon anno!”. e riprende a suonare i suoi meravigliosi strumenti a corde.
I festeggiamenti per il nuovo anno continuano in un’atmosfera gioiosa e sempre più chiassosa ed i visitatori romani si mescolano agli organizzatori ed ai visitatori cinesi presenti, senza alcuna diffidenza o differenziazione. Gli incontri avuti ci hanno restituito l’immagine di una comunità, soprattutto femminile, libera, indipendente e molto propositiva. In questo spazio circoscritto e multietnico, cade anche l’ultimo pregiudizio che, a volte, sembra resistere nei confronti della comunità cinese: si ritiene, a torto, che siano ancora una comunità chiusa, diffidente con gli estranei. Qui tutti parlano volentieri e raccontano le proprie vite, convinti e contenti di far parte, grazie al proprio impegno, della società in cui vivono. La festa è stata organizzata, sotto l’egida dell’Ambasciata cinese in Italia, dalla Comunità Cinese a Roma, in particolare da 4 associazioni: Associazione Giovani Cinesi in Italia, Associazione QIAOAI cinese in Italia, Consiglio per la promozione e lo sviluppo del commercio Italo Cinese, Associazione Quzhou in Italia, ed assistita da altre 16 associazioni cinesi a Roma.


testo di Nadia Luminati
foto di Alessandro Guarino
(21 febbraio 2024)


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