“L’aggressione su vasta scala della Russia all’Ucraina è un attacco ingiustificato contro uno Stato indipendente, contro persone e famiglie innocenti, contro i nostri diritti e valori fondamentali ed universali. L’invasione russa dell’Ucraina deve finire, ogni giorno di guerra è un giorno di troppo”. Sono le parole di Pierre-Emmanuel De Bauw, Presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea e Ambasciatore del Belgio in Italia, intervenuto durante i saluti istituzionali per Raising voices for Ukraine, il concerto a favore del popolo ucraino che si è tenuto il 21 febbraio presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma.
Promosso dalle Ambasciate degli Stati Uniti e dell’Ucraina per commemorare il triste anniversario dalla brutale aggressione russa, avvenuto il 24 febbraio del 2022, Raising voices for Ukraine ha voluto essere anche un’occasione per esprimere il sostegno e la solidarietà della comunità internazionale al popolo ucraino, perché non si spengano i riflettori sul dramma che si sta consumando da ormai due anni, passato in secondo piano a causa del conflitto tra Palestina ed Israele.
Attraverso la musica, intesa come grande linguaggio universale capace di unire e di ispirare, di consolare e di salvare, si sono raccolte le voci degli artisti e dei rappresentanti dei Governi a sostegno di un popolo che continua a lottare per la propria identità nazionale.
Raising voices: la comunità internazionale
Tanti sono stati gli interventi istituzionali che hanno speso parole di stima per questo paese, a 728 giorni dall’inizio della guerra. “Negli ultimi due anni ci avete insegnato tanto sulla determinazione, sul potere della vostra cultura, sulla fede nella vostra nazione e sul vostro impegno totale a difenderla”, ha affermato l’ambasciatore britannico Edward Llevellyn, che ha sottolineato come l’Ucraina rappresenti un’ispirazione per tutta l’Europa. Di libertà ha parlato Jack Markell, Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, perché “difendendosi dall’aggressione della Russia, l’Ucraina difende anche la sovranità, l’indipendenza politica e l’integrità territoriale di tutte le nazioni” e ha ribadito l’appoggio coeso di oltre cinquanta Paesi a sostegno dell’Ucraina e del suo popolo. Come aveva ricordato in precedenza De Bauw, un intervento politico, economico e militare con lo stanziamento di un pacchetto di sostegno aggiuntivo di non meno di 50 miliardi di euro all’interno del bilancio dell’Unione Europea e l’impegno a rimanere al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario, in attesa di accoglierla in Europa. In un comunicato il Vicepremier e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, ha voluto anche ricordare la recente tragica scomparsa di Alexei Navalny, maturata in un contesto che non lascia spazio al dubbio, e l’impegno della comunità internazionale e del G7 a sostenere la vedova Julia “nella difesa dei valori di libertà e democrazia per cui suo marito ha vissuto e lottato”.
Raising voices: la musica unisce
Anche la musica, con il suo linguaggio potente ed universale, può convogliare un messaggio di solidarietà e vicinanza che non ha bisogno di parole per essere compreso. E può ispirare e guarire, per lo meno l’anima. Il concerto di Raising voices for Ukraine ha voluto e potuto fondere, in un’unica voce, elementi musicali diversi, spaziando della tradizione classica e popolare ucraina a quella americana, come il gospel, gli spirituals afroamericani e il jazz.
Con la direzione artistica del maestro americano Timothy Martin, il concerto si è aperto con il grande coro gospel diretto e fondato dallo stesso Martin nel 2005, Amazing Grace Gospel Choir, che prende il nome da uno dei più antichi e popolari canti gospel della tradizione musicale afroamericana. Simbolo di lotta per la libertà e nato nel sud degli Stati Uniti per poi diffondersi in tutto il mondo, il gospel ha saputo regalare un senso di comunione e di calore grazie alle quasi cinquanta voci dei suoi coristi e a quella solista di Amii Stewart, la grande cantante statunitense ben nota al pubblico italiano. Dal gospel si è passati poi al jazz, con l’Arnautov Quartet, fondato da Andrew Arnatov, musicista e compositore di origini ucraine ed americane, con un brano jazz dello stesso compositore ed un secondo ispirato invece alla canzone tradizionale ucraina. Anastasiia Batih e Liubov Kardash, due musiciste ucraine che risiedono in Italia e vincitrici di numerosi premi internazionali, hanno regalato al pubblico un’immersione nelle dolci sonorità tradizionali attraverso il bandura, lo strumento popolare a corde presente solo in Ucraina, un incrocio fra liuto e cetra, con un numero variabile di corde pizzicate esclusivamente con un plettro. Il concerto è poi continuato con I Virtuosi di Kyiv, orchestra da camera di fama internazionale composta da trenta musicisti ucraini che dal 2022 risiedono a Chieti, in Abruzzo. Nata nel 2016 per promuovere l’eredità culturale della musica classica nel mondo, ha eseguito tre brani di struggente malinconia, per poi unirsi al resto dei musicisti, ai cantanti e al coro gospel nell’esecuzione dei brani corali che hanno concluso l’evento, diretti dal compositore e direttore d’orchestra Dario Vero.
Dall’inizio dell’invasione, sono morti settanta artisti, attori e musicisti ucraini. Questo concerto ha voluto essere anche un omaggio al loro coraggio.
testo di Natascia Accatino
foto di Alessandro Guarino
(23 febbraio 2024)
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