Giovedì 21 marzo all’Auditorium in via Rieti si è tenuto l’incontro di presentazione del dossier “Oltre gli sbarchi. Governance delle migrazioni economiche in Italia e nuove proposte di policy” del Centro Studi e Ricerche IDOS, in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. L’incontro affronta a 360 gradi il tema cruciale della gestione delle migrazioni economiche: una sfida che non coinvolge solo l’Italia ma anche molti Paesi europei e del mondo.
Ad essere presenti all’incontro Luca Di Sciullo, Paolo De Nardis, Antonio Ricci, Benedetto Coccia, e molti altri.
Oltre gli sbarchi: un’analisi critica
Il primo a prendere la parola in merito al libro Oltre gli sbarchi è stato proprio Luca Di Sciullo e lo descrive come “una lettura da cui poter far attraversare lo sguardo a ben ventisei anni di storia dell’immigrazione in Italia”. Di fatto occorre “osservare gli effetti verificabili, tangibili del politiche che lungo tutto questo periodo sono state adottate e notare come esse siano dei meccanismi difettosi, limitanti, che si riversano inesorabilmente nella vita degli immigrati che sono nel nostro Paese”. Da questa lettura si scorge un’analisi critica, che vuole entrare a gamba tesa nel dibattito pubblico per stilare un quadro positivo oltre che critico.
De Nardis ha poi spiegato come il libro punti su un argomento fondamentale: come poter impostare le politiche pubbliche specifiche per porre fine a questo drammatico quadro. “All’estero ci si rende conto che in Italia l’accoglienza fa acqua da tutte le parti. Ciò fa parte della non conoscenza dell’effettiva realtà della portata migratoria – ha affermato De Nardis – Queste nostre ricerche partono da ricerche scientifiche nel campo e partire dai numeri. Si parla di una categorizzazione astratta: la distinzione tra il migrante economico e i drammatici, i dannati del mare”. La chiave di volta sta nell’impegno etico legato ad un approccio scientifico. Di fatto occorre rifocalizzare lo stesso concetto di migrante economico.
Oltre gli sbarchi: rifugiati si e migranti economici no
E’ Benedetto Coccia a riflettere proprio su questo punto. Il concetto che i rifugiati siano più bisognosi dei migranti economici, quando in realtà si trovano nella medesima condizione di chiedere aiuto. Perché c’è questa avversione rispetto ai migranti economici? “Si tratta di un termine effettivamente che è diventato fumoso, non più chiaro: colui che si muove per ragioni puramente economiche che non sono collegate alla figura del rifugiato. In realtà la distinzione è più complessa: anzitutto in merito alla definizione. Questa può essere attribuita all’immagine dell’immigrato che arriva all’opinione pubblica: gli sbarchi”.
Da un punto di vista legislativo il dibattito si concentra sulle dinamiche del salvataggio, ma poco viene detto sui meccanismi legislativi che riguardano le persone al giorno successivo dall’arrivo. Spesso la stessa accoglienza viene confusa con il salvataggio, e quindi basata più sul sentimento che sulla ragione. “Questo volume si propone di andare oltre gli sbarchi e cerca di superare quello che vediamo in tv, questo libro parte dal giorno dopo” ha concluso.
Giulia Fuselli
(28 marzo 2024)
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