“2024, Nuvole Elevatesi attraverso i Quattro Mari – il Movimento del Tè in tutto il mondo” è l’evento che si è svolto il 27 maggio al The Hive Hotel di Roma per promuovere, in Europa, la cultura del tè e le potenzialità turistiche ed economiche della Provincia cinese dello Yunnan. La serata, organizzata dall’ Ufficio Comunicazione e Ufficio per l’Estero del Governo della Provincia dello Yunnan, in partenariato con la casa editrice CINAinITALIA, è stata la tappa italiana del road show europeo, iniziato a Parigi e poi arrivato a Bruxelles, in cui danza, musica, prodotti artigianali e culinari, immagini e parole, sono stati la cornice intorno a cui il tè è stato l’assoluto protagonista con la sua storia millenaria.
Il tè, simbolo della Cina
Simbolo per eccellenza della Cina, indispensabile nei rituali legati all’ ospitalità, da sempre il tè ha un valore culturale ed economico importantissimo per questo paese e per la Provincia dello Yunnan in particolare. Da tempo remotissimo, già a partire dal 700 a.C., i cinesi iniziarono a coltivare, raccogliere, preparare, bere tè e commercializzarlo, diffondendo il suo consumo in tutto il mondo. Il tè ha solcato mari, attraversato territori, raggiunto genti e popolazioni per tutte le migliaia di km sulle quali si srotolava la Via della Seta ed è diventato, nel tempo, la principale bevanda, seconda nel mondo solo all’acqua.
Come ha voluto ricordare Chen Jianyang, direttore dell’Ufficio Nazionale Turismo Cinese a Roma, il tè e le relative tecniche tradizionali per la produzione e la trasformazione delle sue foglie, nel 2022 sono state inserite nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco. Tramandate di generazione in generazione, ancora oggi fortemente presenti nella vita quotidiana, culturale e nelle feste del popolo cinese, il tè e le sue usanze continuano a riflettere la creatività e la diversità culturale della nazione.
Cina e Italia: una storia lunghissima
Nello Yunnan si è soliti dire: “il buon tè va condiviso con gli amici più cari”. Lai Yong, vicedirettore dell’Ufficio Informazione dell’Amministrazione Provinciale dello Yunnan, è partito da questo per sottolineare l’antico legame che unisce la civiltà italiana a quella cinese: “Roma è una città simbolo della storia dell’umanità e la Cina è un paese con più di 5000 anni di storia. Nel lungo corso del tempo, queste due antiche civiltà si sono spesso incontrate e sono state solidali l’una all’altra”. Alberto Bradanini, direttore del Centro Studi Cina Contemporanea e già Ambasciatore d’Italia in Cina, ricorda che “i rapporti fra questi due paesi si perdono dalla notte dei tempi: qualcuno parla di contatti già risalenti all’antica Roma ma anche prima, per passare da Marco Polo, che in Cina trascorse 17 anni e scrisse il Milione, ai tanti italiani sbarcati alla corte degli imperatori, attraversare il Rinascimento, senza dimenticare lo straordinario gesuita missionario Matteo Ricci, grande conoscitore della Cina nel 1500, fino ai giorni nostri”. Scambi culturali e commerciali antichissimi ed ininterrotti, che vanno promossi e approfonditi in una direzione di cooperazione bilaterale sino europea, ha sottolineato Carlo Capria, già dirigente della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Affari Economici.
La Provincia dello Yunnan: varietà ed inclusione
La serata evento ha voluto anche essere l’occasione per promuovere, in Europa, la Provincia dello Yunnan come meta turistica internazionale. Fino alla fine del 2025 il Governo cinese ha infatti deciso di estendere la politica di esenzione dal visto per i cittadini di 12 paesi, tra cui l’Italia, per incoraggiare e facilitare il turismo europeo.
Lo Yunnan si trova nel sud ovest della Cina, dove confina con la Birmania, il Laos ed il Vietnam e ha sempre rappresentato un importante canale di collegamento tra la Cina ed il Sud Est Asiatico. Popolata da 45 milioni di abitanti, è una regione molto variegata dal punto di vista naturale, racchiudendo al suo interno montagne innevate, altipiani, foreste, laghi e fiumi ed un clima temperato tutto l’anno. Ospita, inoltre, il maggior numero di minoranze etniche, 25 differenti etnie che convivono pacificamente e attirano con la loro varietà culturale un turismo nazionale ed internazionale lento e sostenibile, attratto anche dalla ricca tradizione gastronomica e dal tè in particolare. È qui, infatti, che nasce il famoso tè nero qu’ar, una delle sei principali varietà di tè prodotte in Cina.
Il patrimonio immateriale culturale dello Yunnan
Durante la serata, sono state presentati diversi aspetti della cultura tradizionale cinese e dello Yunnan in particolare, per avvicinare il pubblico romano al patrimonio culturale di questa regione.
Un corpo di ballo, arrivato direttamente dallo Yunnan, si è esibito in danze tradizionali ed acrobatiche, testimoniando la varietà di usanze e costumi, diversi per forme, colori e materiali. La musica è stata poi protagonista, con l’intento di superare barriere e confini, e gli strumenti tradizionali a corda, simili a delle arpe orizzontali, hanno portato il pubblico “tra le montagne e le piantagioni, come il vento che porta la musica assieme al profumo del tè”. Con l’intento di sottolineare il connubio sino italiano, alla musica tradizionale della Yunnan, si è affiancata l’esibizione di musicisti italiani su alcuni brani della nostra tradizione e quella del soprano cinese Hongmai in tre brani del repertorio classico cinese e in un’aria napoletana.
Un’area espositiva è stata allestita per fare esperienze dirette del patrimonio culturale ed immateriale dello Yunnan, dove si è potuto degustare il tè Pu’er, servito in modo tradizionale o arricchito dalla fusione con altre bevande, come di gran moda in questo momento in Cina, dove acquisisce nomi esotici come walking on clouds, se viene aggiunto latte, seeking for flowers se si aromatizza con petali di rosa essiccati, o dancing with iridescence, se mescolato con vodka. Un sistema sensoriale, chiamato cloud tea e creato dall’istituto di degustazione del te dello Yunnan, ha poi consentito al pubblico di percepire tutti i diversi aromi del pu’er, attraverso un sistema di nebulizzazione olfattiva delle diverse sostanze aromatiche (fruttate, floreali, legnose, medicinali) estratte e raffinate dalle foglie del tè.
Uno spazio è stato inoltre dedicato all’ esposizione di opere xilografiche e di calligrafia tradizionale, dove il pubblico ha potuto cimentarsi con inchiostri e pennelli tradizionali e con l’antichissima arte del frottage, un sistema di stampa con una storia di oltre 1800 anni dove, tramite lo sfregamento di pastelli o cere, vengono riprodotti su carta di riso o pergamena disegni o testi in bassorilievo, incisi su tavolette utilizzate come matrice.
Il pubblico ha potuto inoltre ammirare oggetti, cesti e scatole realizzati attraverso la raffinata tessitura del bambù, riconosciuta come la migliore al mondo e realizzata a mano nella città di Kunming, con tecniche artigianali che si tramandano da generazioni e che consentono che i cesti possono essere riempiti d’acqua senza che ci sia alcuna perdita, o toccare la raffinata tessitura del broccato delle minoranze etniche dello Yunnan, come Bulang, Dai e Wa. La serata è continuata poi sulla terrazza dell’Hotel, con una cena offerta dagli organizzatori dell’evento, dove chef italiani si sono cimentati in piatti rivisitati della tradizione culinaria cinese dello Yunnan.
testo di Natascia Accatino
foto di Alessandro Guarino
(3 giugno 2024)
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