Ratha Yatra, festività indù, si è svolta sabato 1 giugno alle 17 a Roma, in una piazza Navona assolata davanti a fedeli, romani e turisti incuriositi.
Ratha Yatra: il Festival del Carro, antica tradizione indù
“Il X Festival del Carro, in sanscito Ratha significa carro e Yatra, viaggio, pellegrinaggio, che si è svolto a Roma ha origini antichissime” racconta Giuseppe Tamagno Oreste, che vive in India da trent’anni e che ha come nome devozionale “Prema Data Das,un nome molto bello, spirituale che ha un significato importantre: Prema significa amore, Data distribuire, Das servitore e cioè servitore di colui che distribuisce l’amore”.
Nella piazza che risuona di musica tra canti e danze rituali al posto dei tre carri di legno della tradizione ce n’è uno che raccoglie le tre divinità: Jagannath, Signore del mondo, quello di colore nero, suo fratello Baladeva di colore bianco e Subatra, sua sorella, di colore giallo. Sono tutte manifestazioni dello stesso Dio principale che si chiama Chrisna.
Ratha Yatra: cosa simboleggia il percorso?
“L’antichissima festa, originaria della città di Puri, nello stato di Orissa, in India ” racconta Prema Data Das “si tiene tutti gli anni. Qui in Italia la stiamo vivendo in anticipo perché in realtà in India si svolgerà il 7 luglio. La festa simboleggia il percorso da fare per entrare in contatto con la divinità e si auspica che il contatto con il Dio Jagannath e la purificazione eviti il ciclo delle reincarnazioni previste dalla religione indù.” Prema Data Das spiega che “A Puri i carri percorrono una lunga strada di oltre 3 chilometri, dritta, larga. E come qui a piazza Navona i carri sono tirati con lunghe funi e si procede lentamente. I carri si fermano davanti ai templi o alle case quando le persone vogliono fare delle offerte di denaro o di frutta. Il percorso termina quando i carri arrivano al tempio di Gundicha, vengono posizionati uno accanto all’altro, e restano lì per una settimana. Poi i carri rientrano al Tempio di Jagnannath, che risale al XII secolo, dal quale erano partiti, percorrendo la stessa strada” e conclude Prema Data Das, “Poiché i carri vengono costruiti ogni anno nuovi, quelli usati nella festa vengono divisi in molti pezzi che costituiscono delle reliquie per i credenti”.
Testo e foto di Alessandro Guarino
(2giugno2024)
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