Majid ha 42 anni, viene dal Marocco ed è uno di quei ragazzi africani che incontriamo sulle nostre spiagge d’estate
Majid dal Marocco: il viaggio
È arrivato nel 2003 via mare, il viaggio è stato terribile: cinque giorni di mare, di paura, cinque giorni ammassati in quattrocento su una barca che non poteva contenerli.
“C’era una ragazza incinta fra noi, ad un certo punto ha iniziato ad avere le contrazioni, poi ha partorito. Omar è nato in mezzo al mare, nella terra di nessuno, ora è grande e sta bene.”
Il mare è diventato agitato vicino a Lampedusa, il terrore, infine è arrivata la guardia costiera che li ha soccorsi e guidati sulla terra ferma.
Non c’erano ancora i centri di accoglienza, una volta scesi a terra e terminata la prima fase di soccorsi sono stati abbandonati a se stessi.
Maijd dal Marocco: i fazzoletti ai semafori
Majid è uno dei 3.727.706 cittadini non comunitari regolari che risultano soggiornanti in Italia al 1 gennaio 2023.
Al censimento del 2001 i marocchini erano la nazionalità extra comunitaria più numerosa con 180.103 pari al 13,5% degli stranieri extracomunitari. Oggi i marocchini permangono al primo posto come comunità extracomunitaria più numerosa con 399.146 pari al 10,6 dei cittadini extracomunitari.
Majid racconta la sua storia con un sorriso, consapevole di aver scampato un grave pericolo, ma dalla sua voce traspare che quel trauma è difficile da dimenticare.
Appena arrivato in Italia ha venduto fazzoletti di carta ai semafori e lavato i vetri delle macchine, poi ha iniziato a lavorare sulle spiagge: Sabaudia, Tarquinia ed infine il campeggio nei pressi di Montalto.
“Ho sempre trovato persone gentili” afferma Majid e dichiara che nessuno lo ha maltrattato ai semafori.
Majid dal Marocco: sono passati vent’anni
“Adesso d’estate vendo vestiti sulla spiaggia con il carro che trascino ogni giorno” un carro che ha la forma che ricorda quella di un grande albero.
Passa tutto il giorno sulla spiaggia e dorme all’interno della sua tenda comprata in un centro commerciale.
Quando piove o c’è il temporale si sposta nei bungalow messi a disposizione dal campeggio con il quale ha un regolare contratto, è molto fiero di essere riuscito a farsi assumere regolarmente.
D’inverno fa il pastore, a volte controlla le pecore, altre volte le vacche, in base al lavoro che trova anno dopo anno.
Riesce a mandare ogni mese dei soldi alla sua famiglia che vive vicino a Casablanca. Nessuno dei suoi parenti è riuscito ancora a trovare lavoro, suo padre faceva il fabbro e lavorava con i cavalli, ma ora è anziano e non riesce più a farlo, la sua famiglia può contare solo su di lui.
Nella sfortuna è stato fortunato: essendo arrivato molto prima del fenomeno migratorio di massa è riuscito ad ottenere i documenti e a trovare un lavoro in regola, anche se bisogna tener presente che quella di Majid è una storia di lavoro e sacrifici iniziata venti anni fa. Oggi non è più così, ora i ragazzi sbarcano sulle nostre spiagge e sono portati nei centri di accoglienza, terminata la prima accoglienza hanno una strada più tortuosa.
Majid sogna di tornare in Marocco dalla sua famiglia, dalla sua gente, alle sue tradizioni, alla sua amata cucina. Per ora può aiutarli solo da lontano inviandogli gran parte del suo stipendio, dormendo dentro una tenda, vendendo vestiti, badando agli animali e facendo tanti sacrifici.
Lorenzo Pugliese
(13agosto2024)
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