Tre libri di viaggio nel mondo della cooperazione internazionale

Un'Africa diversa raccontata attraverso le esperienze di vita e di lavoro di cooperanti e volontari

Libri di viaggio: occasioni per viaggiare

Ogni buon libro è un’occasione per viaggiare, perché ha la capacità di trasportarci in una storia che all’inizio non ci appartiene ma che, pagina dopo pagina, diventa nostra, regalandoci una vita parallela per il tempo esclusivo che la lettura richiede e spesso anche oltre, a pagine chiuse. Ci porta altrove, in spazi e tempi in cui sembra facile riconoscerci o in altri in cui non ci avventureremmo mai. E se ogni libro è un viaggio, un libro di viaggio è un viaggio al quadrato, perché offre anche la possibilità di vivere e visitare, attraverso il racconto di chi quel viaggio l’ha fatto, luoghi, situazioni e popoli spesso lontanissimi dalle nostre confort zones.

I tre libri che seguono portano altrove e portano in Africa, ma non sul fuoristrada che attraversa la savana per fotografare un leone o su una spiaggia infuocata al tramonto sorseggiando una birra, calda, chiedendosi se il mal d’Africa in fondo esista. Questi libri sono cartoline di viaggio insolite, perché il viaggio non è lo scopo ma parte integrante dell’esperienza per chi ha scelto di lavorare nel mondo, in territori difficili e in situazioni estreme, aiutando chi è nato nella parte sbagliata del mondo a vivere meglio, a volte solo a sopravvivere. Come in Africa, in questi libri il dramma è lo sfondo ma il tono, lo spirito con cui si narra ciò che accade è leggero e, spesso, sorprendentemente comico.

Viaggio in un mondo senza tempo: fare il medico in Madagascar

Cosa spinge un affermato primario in pensione a partire per il Madagascar, dove due edifici col tetto di lamiera sono l’unico presidio medico funzionante nell’arco di cento chilometri e i pazienti arrivano su carretti trainati da zebù? Cosa significa lavorare con pochi strumenti e vecchie apparecchiature, dove il libretto sanitario è un pezzo di cartone riciclato chiamato taratassi ed i parenti si accampano tra i pazienti trasformando l’ospedale in un villaggio africano?

Stretto tra l’oceano e la foresta spinosa punteggiata di baobab secolari, il piccolo Ospedale di Vezo è mantenuto in vita da medici ed infermieri italiani che da 13 anni si alternano come volontari, autofinanziandosi per sostenere il progetto ed il personale locale, che rappresenta l’unica realtà per i pescatori e gli allevatori nomadi del distretto, separati dalla città più vicina da 180 km di pista dura e sabbiosa e dove la capitale Antananarivo è lontanissima, “fisicamente e nel tempo”.

Il dottor Giuseppe Nardi mostra, con tocco leggero e spesso divertito, cosa vuol dire fare il medico in questo mondo antico, “in un universo che si muove secondo ritmi e con modalità che sono lontanissimi da quelli della nostra realtà”, tra regole ancestrali e situazioni paradossali, giornate interminabili e colpi di scena, dove un’umanità curiosa e gentile è capace di ripagare la stanchezza “con piccoli gesti e grandi sorrisi” e sorprendere, ogni giorno, per la sua forza e resilienza.

Viaggio in un mondo senza tempo di Giuseppe Nardi, Antonio Delfino Editore tel 06/4403762, pagg. 105. 13 euro. Associazione Amici di Ampasilava ONLUS, Bologna.

EXPAT: le vite africane di un agronomo fiorentino

Chi sono gli expat? Si chiamano così gli espatriati, quelli che scelgono di trasferirsi temporaneamente o definitivamente all’estero per lavoro. In Africa sono soprattutto i “bianchi”, coloro che lavorano nella cooperazione internazionale come esperti del loro settore, troppo ricchi e troppo bianchi per sentirsi veramente integrati anche dopo anni nello stesso paese e sempre troppo diversi per sentirsi a casa una volta rientrati e da dove, comunque, prima o poi ripartono, richiamati dalle sirene di una vita che hanno messo spesso in discussione ma che non riescono mai ad abbandonare del tutto.

“Una vita avventurosa per i sedentari, forse noiosa per gli avventurieri ma non straordinaria per chi, come me, ha scelto o si è ritrovato a fare il cooperante”, scrive Riccardo Capocchini, che nel suo libro, Expat Vite africane, ha raccolto una selezione di ricordi, situazioni e persone con i quali ha provato a riassumere venticinque anni vissuti in Africa come agronomo tropicale.  Ciad, Burkina Faso, Senegal, Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Mali, sono solo alcuni dei paesi nei quali ha vissuto e lavorato, che prendono forma in un puzzle di aneddoti e riflessioni, incontri e delusioni, a volte tragici altre volte comici e divertiti, accompagnandoci in un’Africa in rapido cambiamento, sempre troppo complessa, contraddittoria e disarmante per poter essere completamente compresa.

Una realtà impossibile da semplificare e spesso difficile da raccontare, anche per chi ha scelto di vivere costantemente tra due mondi: “mi sono abituato a condurre delle vite parallele, in Italia, durante le ferie o nei periodi di pausa tra un contratto e l’altro, e in Africa dove vivo il mio quotidiano. Ho imparato a gestire queste diverse vite portandole con me in ogni luogo e facendone un tesoro personale mentre ho rinunciato al tentativo di descrivere il quadro d’insieme e la vita quotidiana ai miei cari e agli amici, sia in Italia che in Africa, non riuscendo mai ad andare oltre al racconto di un aneddoto, alla descrizione di un paesaggio o di una singola persona”.

Expat vite africane di Riccardo Capocchini, Edizioni Efesto, pagg. 188, 15 euro

Medici Senza Frontiere: storie di medici e non solo

Un aeroporto immaginario, dove persone di diversa nazionalità, religione, background ed esperienze si incrociano, partono e arrivano, diventa il luogo dove incontrare e conoscere le tante professionalità che lavorano per Medici Senza Frontiere, l’organizzazione umanitaria internazionale indipendente che nel 1999 ha vinto il Premio Nobel per la Pace. Medici, infermieri, psicologi, logisti, mediatori, coordinatori finanziari, antropologi, responsabili della comunicazione, addetti alla sicurezza raccontano, con semplicità e passione, esperienze di vita e di lavoro ai quattro angoli della terra, in situazioni estreme e spesso ignorate dai media.

Un’efficiente macchina organizzativa, capace di portare cure gratuite in oltre settanta paesi, di allestire un ospedale funzionante in 48 ore, anche gonfiabile all’occorrenza, o di trasformare un treno in ospedale per evacuare i pazienti dal fronte. Dove chi si occupa di finanza vuole andare in missione per non dimenticare che ai numeri corrispondono le persone ed un cardiochirurgo può trovarsi ad operare alla luce di quattro smartphones e di una torcia frontale.

Scritto in modo semplice perché possa essere una lettura adatta anche ai ragazzi, il libro ci svela realtà sconosciute attraverso i racconti di chi lavora in prima linea o nelle retrovie, diverse professionalità animate dalla stessa passione e dai principi che questa grande Organizzazione ha mantenuto invariati dal 1971, anno della sua creazione: etica medica, indipendenza economica, imparzialità, neutralità, testimonianza e trasparenza.

Storie senza frontiere di Giliola Alvisi, Piemme, pagg. 158, 14 euro.

 

Natascia Accatino
(6 agosto 2024)

 

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