Nel cuore del Municipio II, tra Viale Regina Margherita e Piazza Buenos Aires, più nota tra i vicini del quartiere come Piazza Quadrata, si alza la chiesa di Santa Maria Addolorata, Chiesa Nazionale Argentina. La sua facciata, dominata da un grande mosaico, e lo stile romanico-bizantino non passano inosservati agli occhi dei passanti e dei residenti del quartiere Trieste.
È sabato sera, la messa è finita, e il sacerdote che l’ha celebrata saluta i fedeli fuori dalla chiesa uno ad uno. “È una tradizione argentina molto semplice e alla mano che vogliamo condividere anche con i credenti romani”, spiega Jorge Orlando Gauna, uno dei sedici sacerdoti che fanno parte del Collegio Sacerdotale Argentino (COSAR) riconosciuto dalla Santa Sede e creato dalla Conferenza Episcopale Argentina. Il COSAR, il cui vertice organizzativo è composto da due presbiteri che svolgono le funzioni di Rettore e Vicerettore, si occupa di aiutare gli alunni ad approfondire la loro formazione permanente come sacerdoti.
“Sono arrivato a Roma due mesi fa – continua Jorge – e, anche se all’inizio non è stato semplice, fare la messa in italiano è stata tutta una sfida perché non parlavo la lingua e devo ammettere che vivere nel Collegio Sacerdotale Argentino mi ha aiutato tantissimo. Mi sono sentito subito come se fossi a casa mia; qui tutti sono argentini quindi la lingua non è stata un problema. In più, condividiamo le abitudini del nostro paese e anche il cibo che mangiamo è argentino. Non mi sono mai sentito solo”, spiega con un sorriso mentre ricorda il giorno in cui gli è stata data l’opportunità di venire a studiare a Roma. “In Argentina svolgevo l’attività di parroco da quattro anni e un giorno, dopo la messa, mi hanno parlato della possibilità di venire a Roma a studiare la Bibbia nel COSAR. Ho accettato subito. Studiare nel Pontificio Istituto Biblico di Roma è come studiare in una delle migliori università del mondo. Un privilegio unico”.
Jorge si alza la mattina presto, e a rotazione, insieme agli altri sacerdoti celebra la messa in italiano. “Qui tutti i sacerdoti sono argentini e questo crea una spiritualità simile a quella di Papa Francesco, probabilmente meno vaticanista di quella delle altre chiese della città. E da quando abbiamo il papa argentino, alla fine di ogni messa, non manca mai una preghiera speciale in suo onore”. Una diversa spiritualità che piace ai cittadini del quartiere, che frequentano numerosi la chiesa.
Una volta al mese la comunità argentina si riunisce per seguire la messa in spagnolo che si celebra la prima domenica del mese. “È una messa nella quale interviene anche l’ambasciatore, e dopo la celebrazione, la parrocchia offre le famose “empanadas” argentine, panino tipico argentino, che prepariamo noi. È un giorno di condivisione e incontro di culture, italiana e argentina, molto speciale nel quale facciamo anche una preghiera per la patria, dedicata sopratutto al nostro paese. Inoltre, commemoriamo anche l’otto maggio, il giorno di Nostra Signora di Luján, patrona di Argentina e il 25 maggio, giorno Nazionale dell’Argentina anche in queste occasioni la messa è celebrata in spagnolo. Adesso, invece, stiamo iniziando ad organizzare gli eventi che si svolgeranno nel periodo natalizio. Sarà il mio primo Natale lontano da casa”, spiega con malinconia Jorge.
“Il Natale in Argentina è un tavolo circondato dalle persone più care e con tanto cibo, nel quale non può mancare l’arrosto di mucca e i dolci tipici argentini. È un giorno che noi festeggiamo all’aperto perché a dicembre, nel mio paese, è estate e a volte ci sono anche 40 gradi.
Chissà se Papa Francesco verrà entro l’anno a visitarci e riusciremo a festeggiare Natale insieme a lui. Noi l’abbiamo invitato. Lui ha sorriso…” Infatti, la Chiesa Nazionale Argentina ha avuto Papa Francesco in visita, tante volte, da cardinale, ora lo attende da Papa.
Cristina Diaz23/11/2016
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