Il nuovo decreto flussi con “disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali” è stato approvato, il 2 ottobre scorso, dal Consiglio dei Ministri. Il provvedimento, composto da 18 articoli, entrerà in vigore, com’è noto, solo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. “La filosofia di questo decreto è quella di favorire l’immigrazione legale e di contrastare l’immigrazione irregolare ,anche chi usa la migrazione regolare per fare business” “ ha affermato il vice ministro del Consiglio nonché Ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante la conferenza stampa, che si è tenuta subito dopo l’approvazione, per illustrare le norme contenenti nel decreto e le novità. Dalla lettura delle disposizioni emerge che se da un lato il nuovo decreto integra la disciplina dell’ingresso in Italia per motivi di lavoro, già definita con il DPCM del 27 settembre 2023, sulla programmazione dei flussi per il triennio 2023-2025, dall’altra attua ulteriori restrizioni all’operato delle Ong, ai migranti salvati in mare ed ai richiedenti asilo.
Nuovo decreto Flussi: l’antefatto
Le novità introdotte con quest’ultimo decreto hanno origine dall’’esposto che la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha presentato al procuratore nazionale Antimafia ai primi di giugno; la Premier infatti ha affermato, in quei giorni: “La criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande” per i flussi regolari di migranti per ragioni di lavoro. I“ decreti flussi” approvati da questo governo, ma anche i precedenti “sono stati utilizzati per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro”. La Presidente del Consiglio, in quell’occasione, ha anche puntualizzato che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del ‘Decreto Flussi proviene da un unico Stato, il Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro. Ha inoltre ricordato che i bengalesi sono, nel 2024, la prima nazionalità di immigrazione illegale, come si rileva dai dati sugli sbarchi del Ministero dell’Interno, e questo presuppone un collegamento forte tra organizzazioni criminali che operano nel paese di partenza e organizzazioni criminali che operano nel paese di arrivo. Tutto torna, si usa dire, ed è utile ricordare, a tal proposito, che un decreto interministeriale dello scorso maggio, ha esteso la lista dei Paesi di origine considerati “sicuri”, e tra questi è stato inserito- quindi a buon diritto- il Bangladesh.
Le indagini compiute dalle procure distrettuali hanno confermato la fondatezza della denuncia, di qui la volontà da parte del governo di modificare il decreto flussi, per farlo funzionare meglio.
Il decreto Flussi: il dossier della campagna “Ero Straniero”
La campagna Ero straniero ha in parte contestato le dichiarazioni della Presidente del Consiglio, denunciando, nel dossier che ha presentato il 30 maggio 2024, quelle che considera le criticità del decreto flussi. Il dossier “I veri numeri del decreto flussi: un sistema che continua a creare irregolarità” è la fotografia degli anni 2023 -decreto flussi del dicembre 2022- e 2022 – decreto flussi del dicembre 2021. «Alla base del fallimento dell’attuale sistema di ingresso per lavoro – scrive Ero Straniero –al di là di prassi illegali che certamente, e non da ora, esistono, ci sono limiti e difficoltà delle amministrazioni coinvolte nella procedura, in tutto il territorio nazionale. il risultato è che si rimane senza documenti, in una condizione di irregolarità, estrema precarietà e ad altissimo rischio di sfruttamento.”
I veri numeri di chi entra in Italia
Per concretizzare la situazione, Ero Straniero riferisce il rapporto tra le quote fissate nei click day del marzo 2023 e i contratti di soggiorno effettivamente sottoscritti: a fronte di 74.105 posti disponibili ,su 82.705 quote complessive, solo 17.435 sono state le domande finalizzate con la sottoscrizione del contratto e la richiesta di permesso di soggiorno per lavoro, il 23,5%.
In conclusione, la campagna Ero straniero ha nuovamente avanzato la richiesta al ministro dell’interno di intervenire con urgenza e prevedere il ricorso al permesso di soggiorno per attesa occupazione in tutti quei casi a rischio irregolarità;
La campagna ha inoltre ribadito “la necessità di una più generale riforma del sistema di ingresso per lavoro, canali diversificati e flessibili e un meccanismo di emersione su base individuale – sempre accessibile, senza bisogno di sanatorie .
Nuovi flussi: più Click day e domande precompilate.
Il nuovo decreto non modifica le quote di ingressi autorizzate nel triennio ,452 mila, “non ci sarà alcuna sanatoria per i lavoratori sommersi già presenti” assicura il sottosegretario Mantovani durante la conferenza stampa. Si rinnovano le procedure per richiedere mano d’opera dall’estero, introducendo le seguenti novità:
- sottoscrizione elettronica e trasmissione telematica dei documenti: non sarà più necessario recarsi personalmente allo Sportello della Prefettura per sottoscrivere il contratto di lavoro,
- i click days, saranno più d’uno, per tipologie di lavoratori, e nel corso dell’anno più di uno, per settori specifici,
- precompilazione delle domande rispetto ai click days, per ampliare i tempi dei controlli,
- interoperabilità tra il sistema informatico in uso e le banche dati dei Ministeri di Interno e Lavoro, di INPS, Camere di commercio, Agenzia delle Entrate e Agid,
- obbligo di conferma dell’interesse all’assunzione da parte del datore di lavoro, prima del rilascio del visto di ingresso al lavoratore straniero,
- inibizione al sistema per i successivi tre anni dei datori di lavoro che, per causa a sé imputabile, non provvedono alla stipula del contratto di lavoro dopo l‘ingresso dello straniero o che utilizzano lavoratori senza contratto,
- limite al numero di domande attivabili dal datore di lavoro in proporzione a fatturato, numero di addetti e settore di attività.
Nuovi flussi: 10mila ingressi aggiuntivi per i badanti e colf
La novità sicuramente più interessante è l’introduzione di 10mila ingressi aggiuntivi per i badanti e colf, in via sperimentale per l’anno 2025, per l’assistenza di grandi anziani e disabili, attraverso le Agenzie per il lavoro, le organizzazioni datoriali firmatarie del CCNL del settore domestico e i professionisti dell’area giuridico-economica, con esclusione del silenzio assenso nell’esame delle relative domande di nulla osta al lavoro;
Nuovi Flussi: lavoratori stagionali
- possibilità per i lavoratori stagionali di stipulare, nel periodo di validità del nulla osta al lavoro, un nuovo contratto con lo stesso o con altro datore entro 60 giorni dalla scadenza del precedente contratto,
- possibilità di conversione, al di fuori delle quote, del permesso per lavoro stagionale in permesso per lavoro a tempo determinato o indeterminato.
- In ambito turistico, due click days organizzati per il 2025, per fronteggiare la carenza di lavoratori stagionali. Per la stagione estiva, il click day si terrà a febbraio, riguardando il 70% delle quote. La fase di precompilazione è prevista per novembre. Per la stagione invernale, invece, il click day si svolgerà a ottobre per la restante quota del 30%. In questo caso, la fase di precompilazione è programmata per luglio.
Verifiche preventive per lavoratori provenienti dal Pakistan Bangladesh e Sri Lanka
- obbligo di verifiche preventive al rilascio del nullaosta o se il nullaosta è già rilasciato prima del rilascio del visto per i cittadini di tre Paesi: Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka. Questi Paesi, dove le irregolarità riscontrate nelle procedure sono state più numerose, non escono dal decreto flussi ma, nell’immediato, il rilascio dei visti di lavoro sarà sospeso per consentire verifiche effettive in Italia. quindi escludendo il silenzio assenso.
Permesso di soggiorno speciale per vittime caporalato
Il decreto prevede un permesso soggiorno per casi speciali in favore delle vittime di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro che denunciano gli sfruttatori. Alla scadenza, il permesso di soggiorno per casi speciali rilasciato al lavoratore straniero vittima di violenza, abuso o sfruttamento del lavoro può essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro al di fuori delle quote o in permesso di soggiorno per motivi di studio, qualora lo straniero sia iscritto a un regolare corso.
Nuovi Flussi: regole più stringenti per aerei e navi delle Ong
- Nella terza parte del decreto viene modificato il decreto Lamorgese del 2020 per consentire di intervenire sulle operazioni di salvataggio in mare: obbligo per gli aerei delle ong di segnalare eventuali incidenti in mare alle autorità marittime italiane immediatamente.
- Le navi umanitarie nello svolgere opera di soccorso, non dovranno porre a repentaglio l’incolumità dei migranti» non più solo a bordo, come previsto fino a oggi.. Vengono inoltre ridotti – da 60 a 10 giorni – i tempi in cui è possibile fare ricorso al fermo amministrativo della nave umanitaria.
Nuovi Flussi: più controlli per i richiedenti asilo e nuovi respingimenti
Nuove misure, altrettanto restrittive, sono introdotte anche nella gestione dei migranti irregolari. Entro metà ottobre dovrebbe essere operativo il primo dei due centri di detenzione in Albania, come è stato comunicato nel corso della conferenza stampa dal sottosegretario Mantovano, ma intanto:
- gli agenti di Polizia potranno già visionare i cellulari e altri dispositivi dei migranti senza documenti validi, pur senza accedere alle comunicazioni personali. Le verifiche saranno eseguite alla presenza di un mediatore culturale e dovranno essere validate da un magistrato entro 48 ore;
- obbligo per gli stranieri di fornire impronte digitali per chi chiede un visto nazionale mentre oggi è previsto solo per i visti Schengen;
- eliminazione dell’obbligo per i consolati di dare preavviso formale del rigetto della domanda di visto;
- In caso di allontanamento ingiustificato dello straniero dalle strutture di accoglienza si sostituisce la disciplina vigente con la nuova, relativa al ritiro implicito della domanda di protezione internazionale;
- Alla Commissione nazionale per il diritto di asilo, nel rispetto del principio di non respingimento, si attribuisce la competenza per la revoca della protezione speciale qualora vi siano fondati motivi per ritenere che il cittadino straniero costituisce un pericolo per la sicurezza dello Stato.
- Per i richiedenti asilo, il tempo per presentare ricorso contro il rigetto della domanda sarà dimezzato, passando da 14 a 7 giorni. Inoltre, i richiedenti potranno essere trattenuti se non identificabili o se non forniscono garanzie economiche adeguate.
- Alla procedura in frontiera dei richiedenti protezione internazionale si introduce un’ulteriore ipotesi di respingimento con accompagnamento alla frontiera nei confronti di coloro che siano rintracciati a seguito di soccorso in mare nel corso di attività di sorveglianza delle frontiere esterne dell’UE;
- si prevede inoltre che in caso di trattenimento dello straniero per notevole rischio di fuga la questura debba rilasciare un attestato nominativo recante un codice unico di identità, la fotografia del titolare e le generalità dichiarate dal richiedente.
Nuovi flussi: il commento della Cgil
il sindacato della Cgil, tramite Nicola Marongiu, responsabile area contrattazione, politiche industriali e del lavoro, ha espresso perplessità e condanna per le ulteriori restrizioni operate nei confronti di chi chiede accesso alla protezione internazionale.
“Per quanto riguarda le nuove procedure sui flussi – afferma ancora Marongiu -, bisognerà invece capire se funzioneranno. Ci sono alcuni elementi che possono anche essere di utilità, come la precompilazione delle domande, il tentativo di regolamentare il numero delle richieste rispetto alla dimensione delle aziende, e l’impegno a costringere chi fa richiesta di lavoratori stranieri ad assumerli
Quello che manca però, per la Cgil è proprio “ciò che doveva essere assolutamente il primo passo da compiere: la regolarizzazione delle 450.000 persone presenti sul territorio nazionale senza un valido titolo di soggiorno, e la possibilità per costoro di avere accesso ai flussi.” È questo l’unico percorso in grado di assorbire, attraverso il lavoro, l’enorme bacino di persone che sono in Italia senza documenti.
Nadia Luminati
(4 ottobre 2024)
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