Festa del Cinema di Roma 2024 dal 16 al 27 ottobre

La Festa del Cinema di Roma 2024 è arrivata alla XIX edizione e si svolgerà dal 16 al 27 ottobre. L’iniziativa è dedicata, quest’anno, al centenario della nascita di Marcello Mastroiani. Cento i film presentati e provenienti da ventotto paesi: in concorso quattro film italiani e otto anteprime mondiali.

Marcello Mastroianni protagonista del Festival

Nel centesimo anniversario della sua nascita, sarà Marcello Mastroianni il protagonista dell’immagine ufficiale della 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. La fotografia – scatta sul set di 8½ di Federico Fellini – è un omaggio al grande attore in uno dei suoi ruoli più iconici nel cinema italiano. Per celebrare l’attore laziale, inoltre, la Fondazione Cinema per Roma realizzerà una lunga serie di iniziative ed eventi. Alla Casa del Cinema è in corso una mostra cinematografica di circa cinquanta titoli che si svolgerà sino a giovedì 31 ottobre. Nel corso della manifestazione saranno proiettati documentari sulla vita e le opere dell’attore.

Immigrati e razzismo

Tra i film italiani spicca «U.S Palmese» dei Manetti Brothers, che tratta di tematiche legate allo sport e all’immigrazione. A Palmi, un piccolo borgo della Calabria, Don Vincenzo, agricoltore in pensione, ha un’idea alquanto folle per salvare la squadra di calcio locale, la U.S. Palmese: organizzare una raccolta fondi per reclutare Etienne Morville, uno tra i giocatori di serie A più forti al mondo, ma con un pessimo temperamento. La storia di Etienne non è semplice. È un ragazzo di colore che viene dalla banlieu parigina, vittima di razzismo e con un passato travagliato. Ma ha talento. Seppure controvoglia, il giovane lascerà la sua Milano per trasferirsi a Palmi e provare a darsi una seconda possibilità. Qui si scontrerà con una realtà diversa da quello a cui era abituato: un’esperienza di sincerità e di integrazione sociale.
Sempre dei Manetti Brothers, sarà proiettato «La casa di tutti» il cui cast si dirama tra Ido Ryo, Min Joo Kim e Itae Park. Il cuore del racconto è un’immagine evocativa: una bambina coreana con un impermeabile di colore giallo che corre sotto la pioggia. Si chiama Mi-Rae ed è in vacanza con suoi genitori a Roma, quando all’improvviso rimane colpita dalle parole di un sacerdote che dice: «Chiedete e vi sarà dato. Bussate e vi sarà aperto». In queste parole, il cortometraggio vuole racchiudere un messaggio di speranza e di solidarietà, indirizzato alle persone meno fortunate, in occasione della Giornata Mondiale dei Bambini.
Spesso gli immigrati sono abbandonati a se stessi e si ritrovano a vivere momenti di solitudine. Laura Carreira, regista portoghese, ne parla nel suo nuovo film «McVeigh». Aurora è una giovane ragazza che lavora in una ditta di distribuzione. È infelice, spaesata e si sente esclusa. Dopo il lavoro torna nel suo appartamento dove abitano ragazzi di ogni provenienza. Il film vuole raccontare il connubio tra identità culturali diverse e, in particolare, evidenziarne le problematiche legate all’esclusione sociale e alla solitudine.
Il senso di appartenenza alla propria terra è uno tra i temi narrati nel film «Pietre e mattoni» di Saeid Shahparnia. La regista ha voluto qui raccontarsi in prima persona, narrando la sua storia e quella di molti migranti: dalle memorie della propria terra d’origine, al trasferimento in uno nuovo Paese, sino all’adattamento sul posto. Un lungometraggio veritiero che vuole porre l’accento sui luoghi e su come questi influenzino il passato e il futuro di ciascuno di noi.
Se si dovesse paragonare il viaggio dei migranti che fuggono dal proprio Paese per giungere a una terra sicura, è immancabile il paragone con l’Odissea. Nel suo «The Return», il regista Uberto Pasolino si ispira proprio al grande poema epico greco per raccontare il difficile viaggio di Ulisse nella sua patria, l’isola di Itaca. Qui però il tutto è revisionato in quanto il ritorno di Ulisse non è inteso come un semplice ritorno felice bensì come un lungo viaggio che porta con sé traumi e memorie di un passato difficile.
La stazione di Termini è lo sfondo delle scene del film «San Damiano» di Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes. La storia narra le vicissitudini del trentacinquenne Damiano che – fuggito dall’ospedale psichiatrico di Breslavia – si ritrova a Roma, nella stazione di Termini. Il suo obiettivo è cercare di darsi una seconda possibile, invece sopravvive senza denaro e dignità. Un racconto delicato e struggente che vuole evidenziare da un lato la marginalità sociale e dall’altro le problematiche psichiche.

Guerre e conflitti sociali

Un altro tra i film italiani, è «Private», già David di Donatello per il miglior esordio alla regia, del 2004 e riproposto per il tema più attuale che mai: il conflitto israelo – palestinese. Il lungometraggio di Saverio Costanzo è basato su una storia vera che narra la convivenza forzata tra una famiglia palestinese e alcuni militari israeliani. Un racconto che non vuole esporne le vicende politiche e conflittuali bensì l’aspetto più intimo, privato e quotidiano.
Tra i film di guerra è centrale la questione del binomio tra giornalismo e libertà di espressione, raccontata al meglio dal regista inglese James Jones nel suo «Antidote». Il cortometraggio narra la storia di tre personaggi, le cui vite si intrecciano creando un realistico horror di fantascienza: il giornalista investigativo bulgaro Christo Grozev, uno scienziato fuggito dalla Russia e rimasto in anonimo e l’attivista antiputiniano Vladimir Kara-Murza. Una fusione di fotografie, riprese e interviste che celebrano il giornalismo investigativo.
Sempre nella relazione tra giornalismo e conflitti di guerra, troviamo «Estado de silencio» di Santiago Maza. Il film racconta le torture e i soprusi che i giornalisti messicani sono costretti a vivere ogni giorno denunciando la corruzione e il crimine mafioso del proprio Paese.
«Under a Blue Sun» è il nuovo film del regista statunitense Daniel Mann. Il contesto è ancora qui, il conflitto tra Israele e Palestina ma raccontato attraverso gli occhi di uno dei membri del cast stesso: Bashir Abu Rabia, pittore di origine palestinese che vive però in territorio israeliano. Il suo contributo sarà essenziale per la creazione di quello che all’inizio era un saggio di archeologia e poi si trasforma in una vera e propria denuncia sociale contro il genocidio del popolo palestinese.
«Lirica Ucraina» è invece il film che parla del conflitto tra Ucraina e Russia e diretto dalla regista e corrispondente di guerra italiana Francesca Mannocchi. Il suo intento è quello di raccontare una guerra attraverso le voci di chi quella guerra l’ha vissuta. Un cortometraggio che porta alla riflessione e a far immergere lo spettatore in una realtà cruda ma purtroppo vera.

Gioventù e consapevolezza 

Tra i film che trattano di gioventù e ribellione c’è «Ciao bambino» del regista italiano Edgardo Pistone che narra il periodo tra adolescenza e vita adulta. Un ragazzo, Attilio, è il protagonista delle scene: questi dovrà scontrarsi da un lato con la spensieratezza di un nuovo amore e dall’altro con la responsabilità di proteggere il padre appena uscito dal carcere. Un lungometraggio che vuole mettere in primo piano una fase delicata, di crisi di identità e di ritrovamento nella vita di ogni adolescente.
Tra i film francesi che raccontano le nuove e seconde generazioni ci sarà «La Nuit se traÎne» di Michiel Blanchart. Mady è un giovane di colore abita a Bruxelles. Durante il giorno studia, come tutti i ragazzi della sua età, mentre la sera lavora come fabbro, per guadagnare. La sua è una vita tranquilla e per nulla turbolenta, fino all’arrivo di un giorno particolare: l’incontro con una ragazza che si intreccia con una serie di eventi, tra cui la manifestazione Black Lives Matter. Da quel momento, la sua vita cambierà.
Tratto dal best seller del 2003 di Azar Nafisi, c’è «Reading Lolita in Tehran» di Eran Riklis. Anticonformismo è la parola chiave: la storia è quella di una coppia iraniana – una professoressa di letteratura e un ingegnere civile – che tornano a Teheran dopo la rivoluzione di Khomeini. Il loro scopo è insegnare ai propri alunni la bellezza degli scrittori, le loro storie e trasmetterne morali e messaggi rivoluzionari rispetto al contesto storico iraniano.
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Nada El Khattab
(16 ottobre 2024)

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