“L’European Migration Network -EMN Italia– torna a riunirsi a Roma dopo 7 anni di pausa” così, in apertura dei lavori, ha spiegato la moderatrice del convegno Mariella De Santis, del Ministero dell’Interno e coordinatrice del Punto di contatto nazionale, dando inizio alla Conferenza Nazionale italiana (EMN) Italia dal titolo:“ Sostenere la migrazione legale per la migliore integrazione e per il migliore sviluppo dei rapporti con i Paesi Terzi. Esperienze e buone pratiche in dialogo”, organizzata, il 30 ottobre, dalla Direzione Centrale per le politiche migratorie, Autorità Fondo Asilo, Migrazione Integrazione del Ministero dell’Interno.
Il convegno, incentrato sul tema dell’attrazione di talenti internazionali e di mano d’opera qualificata, è stato esplorato sia dal punto di vista teorico-normativo che riferendo esperienze concrete realizzate sia in Italia che in Europa. L’intento ambizioso è quello di interagire con le sfide del presente e non perdere mai di vista l’impegno di co-sviluppo tra Stati membri e Paesi terzi.
I prestigiosi ospiti nazionali ed internazionali hanno affrontato il tema del convegno ribadendo, in premessa, la necessità, già emersa nella presentazione del rapporto della Fondazione Leone Moressa, di disporre di forza lavoro qualificata e di talenti internazionali, per contrastare l’invecchiamento della popolazione europea e per promuovere la competitività dell’economia europea ed in particolare italiana, messa alla prova anche dal fenomeno del brain drain/ fuga dei cervelli dei giovani più qualificati che emigrano dopo essersi formati nei paesi d’origine.
D’altra parte molti Paesi europei hanno meno talenti di quanti il mondo produttivo ne richieda. Nell’Unione è laureato il 41% dei giovani tra i 25 e i 34. In Italia appena il 21%, praticamente la metà della media Ue.
EMN Italia: la definizione di talenti
“Indispensabile definire quello che intendiamo con la parola talenti” ha esordito nel suo intervento Jonathan Chaloff dell’OCSE- Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico– “La definizione varia, secondo il paese ed il periodo storico, secondo le situazioni politiche ed economiche, è difficile generalizzare; la definizione che ha scelto l’UE è molto vasta e cioè qualcuno che ha la competenza che serve.” “Nonostante un forte aumento in Europa, in questi ultimi vent’anni, della popolazione immigrata qualificata, non possiamo competere con la forza attrattiva di paesi come gli Stati Uniti, Canada e Australia” puntualizza Jonathan Chaloff, “Non c’è nessuno entrato con la carta blu che non potesse entrare anche prima” aggiunge poi con una punta di polemica, “questo canale funziona e non ci sono dei limiti per l’ingresso di queste persone altamente qualificate ma non esistono politiche europee unitarie né procedure comuni sulla migrazione dei talenti. Ci sono, al contrario, molte questioni che rendono difficile in Europa l’incontro tra datore di lavoro e talenti, come ad esempio la difficoltà di riconoscere i titoli di studio e le certificazioni conseguite all’estero, soprattutto per le professioni regolamentate e di cui esiste un albo. Molti di loro non sono venuti attraverso i canali dei permessi per lavoro, sono arrivati con permessi di famiglia, oppure per protezione internazionale e molti sono studenti.” E aggiunge “Sono molti i fattori, in Europa, che rendono un paese attraente; in Italia è molto difficile attirare talenti non solo per le politiche migratorie ma anche per le scarse possibilità di carriera, per i bassi stipendi, la difficoltà di alloggi, quindi anche se la politica migratoria fosse meno penalizzante, l’Italia non sarebbe diversa per attratività.”
EMN Italia: come aumentare l’attrattività dell’Europa
Come aumentare l’attrattività in Europa, come far arrivare nei nostri paesi le persone con la qualifica giusta ? “la direzione che ha intrapreso l’Europa” conclude Jonathan Chaloff “ è quella del partenariato di talenti e di programmi di mobilità delle competenze. La Commissione Ue vuole creare una piattaforma che agevoli l’incontro fra domanda di talenti delle imprese europee e l’offerta disponibile nei Paesi partner e in altri Paesi ma mancano canali conosciuti e regole chiare che consentano alle persone di contare sulla possibilità di lavorare con certezza dopo che sono entrate.
Francesco Maria Chelli, Presidente dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ha ricordato che il primo problema dell’Italia è che non riusciamo a trattenere i nostri talenti tra i 25 ed i 44 anni, e li perdiamo dopo averli formati. Tra il 2008 e il 2023, ben 525 mila giovani laureati hanno abbandonato l’Italia. Il rapporto Istat più recente sottolinea una preoccupante tendenza alla ripresa degli espatri tra i giovani laureati, con un aumento del 23,2% solo nel 2022, mentre i rientri continuano a diminuire. Le migrazioni sono una risposta concreta e urgente all’inverno demografico. L’Italia è un pontile verso il nord dell’Africa, gestire l’emergenza dell’arrivo delle persone in cerca di protezione, sviluppare interventi mirati sul territorio volte all’integrazione, queste le due direzioni obbligate.” afferma con convinzione Chelli. “In questo contesto, compito dell’Istat è fornire dati tempestivi e di qualità per consentire la piena consapevolezza del fenomeno migratorio. Secondo le stime Eurostat oltre un quarto degli extra-comunitari residenti in Ue è già altamente qualificato, ma quasi la metà svolge mansioni di livello molto inferiore rispetto alla loro preparazione. ”
Già oggi i cittadini di Paesi Terzi garantiscono un contributo al mercato del lavoro e all’economia dell’Ue. In Europa, nel 2922, sono stati rilasciati circa 1,6 milioni di primi permessi di soggiorno per motivi di lavoro a cittadini di paesi terzi, la cifra più alta da quando Eurostat ha iniziato a raccogliere i dati nel 2009.
EMN Italia: canali per una migrazione legale e dialogo con i paesi d’origine
Altro punto cruciale su cui l’esecutivo Ue si sta impegnando è l’aumento dei canali legali di immigrazione, come ribadito ancora una volta dal Prefetto Laura Lega e dai funzionari del Ministero dell’Interno presenti. Il nuovo decreto flussi, emanato dal governo italiano, va in questa direzione: favorendo una migrazione regolare e controllata.
“ Non si può pensare di passare da arrivi irregolari, disordinati, di massa, rischiosi a canali regolari, professionali, programmati, se non si dialoga con i paesi d’origine,” dice invece il ministro Plenipotenziario Luigi Maria Vignoli, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, “Questo tema è stato portato dal nostro paese all’attenzione dell’Europa con due importanti processi che hanno coinvolto dei partner internazionali da cui provengono i flussi migratori: il processo di Roma e il piano Mattei, più specificatamente, incentrato sullo sviluppo economico di questi paesi. I capisaldi di questo partenariato tra uguali sono la lotta ai trafficanti, il contrasto ai flussi irregolari, che fanno cadere i migranti in circuiti di marginalità, di sfruttamento e anche di criminalità, e le campagne informative sui flussi irregolari, per la popolazione locale.” spiega Vignoli, “Ovviamente non deve mancare il sostegno alle comunità locali e la formazione dei lavoratori in loco e in Italia, per prepararli a percorsi formativi non solo professionali ma anche culturali e linguistici. Uno di questi accordi è stato concluso con l’India, sono state negoziate delle quote d’ingresso al di fuori del decreto flussi, sono stati portati in Italia 6000 persone solo nel primo anno.” continua, “Stiamo negoziando attualmente con il Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka e con paesi africani come Costa d’Avorio e Ghana “” dice ancora Vignoli. “Si tratta di trovare un compromesso tra arrivi dei qualificati e rimpatrio degli irregolari, di trovare una modalità di ingresso regolare anche per le persone rifugiate, che provengono da paesi con i quali non si può contrattare; sono i canali per i rifugiati, piccole quote introdotte nel decreto flussi che hanno permesso di portare in Italia 250 rifugiati all’anno”.
EMN Italia: la centralità del lavoro e la dignità dell’essere umano
Stefania Congia, direttore generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha parlato ancora dell’importanza del tema della formazione all’estero “Sono più di 3500 le persone coinvolte in questo momento da progetti di formazione all’estero, all’interno dei programmi di formazione professionale e civico linguistica approvati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che possono entrare in Italia ed essere assunti in qualunque momento dell’anno, indipendentemente dalle quote di ingressi per lavoro autorizzati dal governo con i decreti flussi.” “ma sono numeri bassi, non potranno dare una risposta alle centinaia di migliaia di persone di cui necessiterà il mercato del lavoro nei prossimi anni. Sono buone pratiche importanti perché mettono in gioco i rapporti bilaterali in un ottica di co-sviluppo, perché andare a formare delle persone nei paesi d’origine significa anche lasciare un capitale nei paesi d’origine” prosegue la Congia. “ ” voglio però ricordar un concetto spiegato, lo scorso 17 ottobre, dal Presidente della Repubblica Mattarella: la centralità del lavoro, deve essere strettamente collegata alla centralità della persona umana, il lavoro è il caposaldo della dignità delle persone, è una leva per accrescere i diritti individuali e collettivi ; la crescita non può avvenire a discapito dell’equilibrio sociale, della capacità di rinnovare i presupposti e i valori della democrazia e della libertà. Quando sentiamo parlare in modo scomposto di questo tema e ascoltiamo affermazioni che riguardano la violazione dei confini da parte di cani e porci” ha poi continuato con fervore “dobbiamo tenere tutti presenti il rispetto dei diritti fondamentali, principi che hanno fondato la nostra identità di europei, quelli che dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi hanno fatto sì che crescessimo insieme. I paesi hanno il diritto sacrosanto di decidere chi entra nei propri confini ma questo diritto non deve far venir meno alcuni valori fondanti previsti dalla nostra Costituzione che sono il diritto di asilo e la pietas rispetto alla dignità di tutti gli esseri umani.”
Nadia Luminati
(5 novembre 2024)
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