Il 27 febbraio presso la sede Intersos in Via Aniene 26, la professoressa Gabriella Debetto ha tenuto il seminario “Riflessioni sulla lingua nell’insegnamento L2”. Il seminario è stato organizzato da PiuCulture OdV con la collaborazione della Rete Scuolemigranti.
Numerosi i partecipanti delle varie organizzazioni di volontariato che da anni operano nel settore dell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri, oltre a PiuCulture operativa nelle scuole primarie e secondarie, erano presenti volontari e insegnanti del Centro Donna Artemisia, Centro Astalli, Casa Africa e Baobab.
Gabriella Debetto è autrice di vari testi per insegnare la Lingua italiana, In classe con Tommy, A spasso con Sofia, Punti critici, La lingua italiana e le sue regole, Loescher editore. La scelta di insegnare L2 fu presa dopo aver insegnato italiano per due semestri in un Istituto Tecnico Industriale in Somalia. Dal suo ritorno a Padova, all’inizio degli anni ’90, la professoressa Debetto ha collaborato a diversi progetti messi in atto dal Comune di Padova, rivolti all’insegnamento L2 e ai servizi di mediazione culturale.
L’importanza di una preparazione adeguata dell’insegnante L2
“Insegnare l’italiano agli stranieri è un lavoro che richiede competenze particolari”, le insegnanti, spiega Debetto, dovrebbero avere una preparazione specifica ed approfondita. Bisogna saper scegliere un buon modello grammaticale, quello testuale è uno dei migliori,
Cosa è stato fatto e cosa si fa per aiutare gli insegnanti e i discenti in questo percorso di apprendimento?
“Purtroppo”, dice Debetto “ci sono stati trent’anni di buone pratiche che non sono andate a sistema. Di solito, non sono più di due/tre gli insegnanti nelle classi di concorso A23 (insegnanti d’italiano per stranieri) nominati per ogni Regione”
Ne consegue che le competenze vanno sempre più scemando, “Gli istituti scolastici hanno perso lo zoccolo duro dei vecchi insegnanti L2 e non hanno preparato i nuovi ad affrontare le numerose criticità che presenta un tale compito” prosegue Debetto.
Facilitare l’integrazione attraverso l’apprendimento della lingua
Se è vero che l’obiettivo primario è quello di facilitare l’integrazione degli studenti stranieri, non si può, peraltro, trascurare la teoria, ovvero la grammatica, spiega Debetto “la scienza della lingua”. Il primo approccio alla lingua è rivolto a fornire ai discenti il modo per “abitare la lingua” o “acquisire una competenza linguistica comunicativa” secondo il documento QCER per le lingue messo a punto dalla Comunità Europea.
In tale contesto, la grammatica dovrebbe essere lo step successivo per chi decide di continuare
Il ritardo linguistico parte dalla scuola primaria
La platea di chi deve apprendere l’italiano dagli adulti, passando agli adolescenti ammessi alle scuole secondarie, ai bambini delle primarie, sia chi arriva per ricongiungimenti famigliari che chi, pur essendo nato in Italia, subisce un ritardo linguistico dovuto all’ambiente in cui è cresciuto: sono quelli destinati ad accumulare un ritardo che più tardi li porterà ad abbandonare la scuola.
La grammatica per evitare la trasandatezza formale
La professoressa Debetto, si rivolge ai discenti stranieri, anche nativi, che frequentano la scuola. Rileva il susseguirsi di diverse mode metodologiche per insegnare l’italiano che hanno cassato la grammatica, generando una “trasandatezza formale” che umilia sia il discente che l’insegnante.
Sarebbe utile fornire all’insegnante delle “ricette glottodidattiche”, ossia esercizi e spiegazioni che facilitino l’insegnamento della lingua.
Del resto, rileva Debetto, sono i gruppi di studenti stranieri “grammaticalizzati” che hanno dato prestazioni migliori.
L’interlingua – la lingua provvisoria – l’accoglienza
Ci si sofferma quindi sull’interlingua, o lingua “provvisoria” la fase di acquisizione in cui il discente non ha ancora appreso pienamente la seconda lingua, e anche sul “filtro affettivo” che determina come arrivano i dati. È importante che gli alunni stranieri vengano accolti e non subiti nelle classi.
“Cosa pensa a tale proposito della L.106 che prevede corsi di potenziamento per i non parlanti o con scarsa conoscenza dell’italiano?”
“L’impressione è che arrivino i soldi ma manchino i progetti e gli insegnanti che li attuino. Dedicare dei corsi solo a coloro che non parlano italiano vuol dire trascurare tutti gli altri che avrebbero comunque bisogno di un sostegno alla lingua. Si potrebbe pensare ad un sostegno temporaneo, moduli ad hoc, per insegnare la lingua delle diverse materie, descrittiva per la geografia, e narrativa per la storia perché ogni disciplina ha la sua logica”.
L’idea di classe separate non funziona, è provato che “Tanto più si è a contatto con i parlanti tanto più velocemente si apprende la lingua”.
Bisognerebbe rinforzare il sostegno agli alunni con BES, per molti di loro, anche italiani, la deprivazione verbale è di classe non di origine. Inoltre, sostiene Debetto, “Per quanto concerne gli stranieri rilevo che sono molto motivati allo studio, l’istruzione è ancora considerata, come dovrebbe essere, una forma di riscatto sociale”.
Insegnare l’italiano con gradualità, i testi semplificati
Debetto sottolinea l’importanza della gradualità dell’insegnamento e denuncia il gap esistente fra i tempi di acquisizione della lingua e i tempi accelerati della scuola.
“Alcune organizzazioni di volontariato pensano a Testi semplificati per gli stranieri, cosa ne pensa?”
“Non sono contraria a patto che si tratti un testo ponte provvisorio e che si usi una terminologia accurata, I testi devono essere adattati alle diverse esigenze, la scuola dovrebbe poter organizzare interventi per gruppi e sostegni sempre temporanei ma strutturati, non a caso.
L’importanza del lessico, la lezione di lingua
“Il lessico usato è importante”, Debetto denuncia l’eccesiva semplificazione dei termini, “il linguaggio resta basico, non si arricchisce”. A tale proposito la professoressa raccomanda l’uso della “ricorsività continua”, ossia rimandare il discente a strutture già presentate. L’obiettivo resta sempre lo stesso, si deve invogliare lo straniero ad apprendere di più e meglio.
Livia Gorini
(7 marzo 2025)
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