Damian e la vita nascosta della stazione Termini

Una stazione Roma Termini nascosta, invisibile agli occhi di tutti, una Termini che ospita persone provenienti da ogni parte del mondo, fatta di amore, odio, amicizia ed invidia, una Roma parallela alla nostra.
È questa la protagonista dell’ultima opera dei registi Alejandro Cifuentes e Gregorio Sassoli: San Damiano, un docufilm presentato il 10 Aprile al cinema Troisi e che proseguirà a essere proiettato in date e spazi diversi. 86 minuti che guidano all’interno di un mondo di fronte al quale, ormai, siamo anestetizzati.

Damin protagonista del film San Damiano

Damian è il protagonista del film San Damiano

Il protagonista è Damian, un immigrato polacco scappato da un ospedale psichiatrico nel suo paese e giunto alla stazione Termini di Roma.
Damian ha una grande speranza di fare qualcosa nel futuro e in particolare tenta di fare il cantante, però ha dei gravi problemi psicologici e deve fare i conti anche con questo dramma, quindi finisce sempre per scontrarsi con i suoi demoni.
Affianco a lui c’è Sofia, un’altra senza tetto straniera, forte e carismatica della quale Damian è innamorato.
Il documentario entra nel quotidiano di queste persone e attraverso i loro drammi, le loro dipendenze, ed i loro problemi mentali, riesce a raccontarci anche la violenza che abita le strade.
“La cosa strana è che lì la violenza è all’ordine del giorno e quindi se di giorno ti picchi, ti dai una bottigliata in testa, il giorno dopo ti baci e ti abbracci, c’è questa dinamica particolare.” racconta Gregorio

San Damiano: la realizzazione del film

“Il film è figlio di tre anni di Roma Termini”, spiegano i registi “noi eravamo già interessati al luogo, avevamo passato un anno li, poi abbiamo fatto un anno di volontariato con la comunità di Sant’Egidio. In fine un anno di riprese e un anno di montaggio.
La cosa fondamentale è stato l’anno di riprese perché siamo stati tanto tempo sul campo e questo ci ha permesso di instaurare dei rapporti di amicizia ed un rapporto abbastanza intimo che ci ha permesso di entrare nelle loro vite. Hanno capito che noi non eravamo lì per rubare delle cose in due giorni, ma che veramente volevamo conoscere in modo approfondito questa situazione e conoscere loro. È stato bello ma anche difficile lavorare  con loro. La cosa particolare è che noi ci siamo sempre trovati a nostro agio, perchè comuque c’è una quotidianeità lì. Di giorno c’è voglia di scherzare, di rilassarsi, poi la notte escono i demoni ed i mostri, esce la vera violenza. Sì perchè comunque c’è un abuso di alcool e sostanze, che unite ai problemi psicologici, che sono una delle cause per cui si trovano per strada queste persone danno vita alla violenza, che abbiamo deciso di far vedere nel film.

San Damiano: i costi

“Io sono anche il produttore e quindi il film essendo autoprodotto è a bassisimo budget” spiega Gregorio “In parte è finanziato dal Ministero, da tax credit, i contributi automatici del Ministero della Cultura.Abbiamo fatto le riprese io ed Alejandro da soli, e quindi siamo riusciti a fare una cosa poco costosa. Inoltre essere una piccola troupe ci ha permesso di avere un rapporto più intimo con le persone che avevamo davanti. Quanto alle aspettative l’importante è che il film venga visto e apprezzato”.

San Damiano: l’idea e la preparazione

“Noi stavamo scrivendo un film di finzione, stavamo costruendo un personaggio che abitava a Termini e volevamo dormire una notte lì per capire cosa scrivere. Ci siamo sistemati i cartoni e dopo mezz’ora è arrivato Damian e ci ha chiesto una sigaretta. Ci dice che il giorno prima era arrivato a Roma e poi racconta una barzelletta, noi scoppiamo a ridere e questo è stato l’inizio del nostro rapporto.” spiega Alejandro, Nell’incontro successivo “racconta che vuole fare il cantante e improvvisa una canzone rap. Dice che la sera prima si era arrampicato sulle mura aureliane e aveva conquistato una torre e che dormiva lì. Gli chiediamo di farcela vedere, saliamo assieme a lui sulla torre e ci affaciamo: da una parte c’era Termini con le sue luci fredde e dall’altra parte San Lorenzo con le sue luci calde e questa divisione tra paradiso ed inferno era proprio il punto di vista di Damian.”
Da qui inizia il rapporto tra i registi, che capiscono l’importanza di documentare le situazioni che abitano la stazione, e Damian che li guida in questo inferno come fosse il loro Virgilio, e consente ai registi di entrare nella quotidianità degli altri protagonisti del documentario.
Alejandro, avete avuto paura nel lavorare con lui?
Sicuramente ci ha guidato tanta incoscenza. Il pericolo non lo abbiamo mai sentito se non nella parte più drammatica del film. Perchè chiunque stia vicino a Damiano diventa il capro espiatorio dei suoi problemi.
A un certo punto ha pensato che noi stessimo diventando ricchi su di lui.
Quindi ha iniziato a minacciarci e non lo abbiamo potuto piu vedere.
Dopo il carcere si è reso conto che non lo stavamo sfruttando, abbiamo riallacciato i rapporti e lo abbiamo seguito per tutto l’iter, abbiamo parlato con l’avvocato, l’abbiamo portato a Villa Maraini per cercare di curarlo, abbiamo fatto di tutto ed ancora oggi lo sentiamo ogni domenica, il suo malessere è passato ed è rimasta solo l’amicizia, oggi sta meglio”.

 Lorenzo Pugliese
(13aprile2025)

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