Una piazza per la pace: 5 aprile a Roma

la bandiera della Pace di Rifondazione stesa lungo via dei Fori Imperiali

“Se nel primo atto di una pièce c’è un fucile appeso al muro, nel secondo o terzo sarà utilizzato” cita una frase dello scrittore russo Anton Cechov, Flavio Lotti, presidente della Fondazione Perugia Assisi per la cultura della pace, parlando dal palco durante la manifestazione contro la guerra e il riarmo di sabato 5 aprile, promossa a Roma dal Movimento 5 Stelle. Ha poi concluso il suo appassionato intervento con una poesia di Gianni Rodari tratta da Parole per giocare, del 1979, “Bambini, imparate a fare le cose difficili:/dare la mano al cieco,/ cantare per il sordo/ liberare gli schiavi/ che si credono liberi./ facciamo tesoro di queste parole e gridiamo insieme tutte le volte che sarà necessario: non un uomo, non un soldo, non un’ora di lavoro per la guerra.”

Il popolo della Pace: no al riarmo sì ad un’Italia dei diritti

Piazza Vittorio, luogo di raduno dei partecipanti, ha cominciato a riempirsi presto “Solo dall’Emilia Romagna sono partiti 17 pullman” racconta Marina che cammina con un’amica, avvolta in una bandiera della pace, quando il corteo si mette finalmente in movimento verso i Fori Imperiali “E’ bello vedere tutta questa partecipazione, è importante esserci. Noi partecipiamo oggi per dimostrare che c’è un Italia pacifica, che è contro la cultura delle armi, che invece di armi vuole più servizi e che per questo è disposta a lottare.” spiega Paola, che viene da Alessandria. Il corteo si snoda lento, sotto un sole romano particolarmente caldo, scandito a momenti da canzoni e slogan contro la guerra e il massacro del popolo di Gaza, ma estremamente tranquillo, sono presenti anche tanti bambini. “Siamo stanchi di un governo che spende soldi in armi e non pensa alla salute, alla sanità e all’istruzione e poi si deve ritornare a parlare di questione morale. Al governo ci sono persone come una ministra che, durante il Covid, ha rubato allo Stato con la Cassa integrazione. Stiamo scherzando?” dice arrabbiata una signora, arrivata da Reggio Emilia.
Il popolo della pace non è composto solo da iscritti del Movimento 5 Stelle, arrivati da tutta la penisola, e dai partiti politici che hanno accolto l’invito di Giuseppe Conte: AVS e Rifondazione. Sfilano, sventolando le bandiere della pace e della Palestina anche tanti comuni cittadini “Oggi è importante esserci per dare un segnale, la nostra filosofia è contraria a quella del governo e alle idee dell’Europa che ci vuole riarmare in ordine sparso. È importante lasciare un segno anche piccolo, seminare una speranza di pace” racconta un ragazzo, rappresentante dell’8 Municipio. Non condividono le politiche europee sul riarmo e sul nuovo “Decreto sicurezza”, temono la cultura della guerra ma anche i tagli inevitabili ai servizi, alla sanità, al welfare, che i fondi destinati al riarmo dal governo italiano, distolti dal fondo di coesione, provocheranno. “Siamo qui come soggetti sociali, sindacati, comitati in difesa per i beni comuni, cooperative sociali, gruppi di eco attivisti, perché è il posto giusto dove stare, perché crediamo che spendere 800 miliardi per un piano di riarmo sia sbagliato, quando l’unica sicurezza di cui abbiamo bisogno è la sicurezza sociale e l’unico kit di sopravvivenza di cui l’Italia e l’Europa avrebbero bisogno è quello del diritto al reddito di base, alla casa, ai servizi sociali di qualità, al salario minimo e al lavoro dignitoso, all’accoglienza, alla riconversione ecologica della filiera produttiva e alla lotta alle mafie, il piano di riarmo europeo non solo non risponde alle nostre necessità ma tradisce le ragioni stesse dell’esperienza dei padri fondatori dell’Europa.” risponde decisa Elisa Sermarini della Rete dei numeri Pari . “È importante esserci perché siamo l’Italia che vuole parlare di diritti, i diritti di tutti, anche degli stranieri che vengono a chiedere l’asilo in Italia” afferma con convinzione un manifestante che distribuisce volantini per Rifondazione.

La voce dei politici: Francesco Boccia, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli

“Sosteniamo questa piazza perché i punti che ci uniscono con il Movimento 5 Stelle sono tanti, molti di più di quelli su cui c’è un confronto che va ancora avanti.” Dice Francesco Boccia, economista e senatore del Partito Democratico, presente alla manifestazione con una delegazione del partito. “La necessità di unire le opposizioni la sentiamo come un dovere politico, per mandare a casa questo governo e offrire al paese una società più giusta che faccia delle questioni sociali una priorità vera, mentre qua si va avanti privatizzando i servizi e proponendo un modello securitario che reprime i diritti. È una società che non ci piace e che purtroppo le destre di tutto il mondo stanno imponendo e l’Italia non fa eccezione” aggiunge, prima di essere circondato da un capannello di giornalisti.

“Questa piazza è una grande occasione per allargare l’alleanza politica e vincere le prossime elezioni. Mi auguro che prossimamente ci possa essere una mobilitazione che ci veda tutti insieme perché è giunto il momento di cambiare pagina” Afferma Angelo Bonelli di AVS -Alleanza Verdi e Sinistra “È un dovere essere qui, perché c’è una mobilitazione importante chiesta e voluta dal Movimento 5 Stelle; nel paese c’è una preoccupazione drammatica per il riarmo e per l’estorsione economica che Trump sta facendo al mondo intero, noi ci siamo per costruire un’alternativa che parta dalle forze che sul riarmo hanno espresso un deciso dissenso ed allargarla alle altre forze dell’opposizione “ aggiunge Nicola Fratoianni, presidente di AVS .” Se l’Europa vuol sopravvivere e non suicidarsi, deve fare tutto tranne che spendere 800 miliardi di euro in armamenti “ poi prosegue “Noi non siamo minacciati da un’invasione militare, siamo minacciati dai dazi del presidente Donald Trump, dalla guerra ibrida di Trump, di Putin e di tutti i neofascisti europei che odiano l’Europa perché nonostante tutti i suoi errori e limiti ha realizzato il welfare più avanzato del mondo e perché è ancora il continente dei diritti e vorremmo che lo fosse ancora di più.Infine”precisa, concludendo “questa piazza è diversa da quella di Piazza del Popolo che si è riunita qualche settimana fa. Questa ha una piattaforma molto più precisa che noi condividiamo ma in quella piazza c’erano tante persone che pensavano, come le persone di oggi, che stanziare 800 milioni in armamenti sia una follia. È il motivo per cui noi siamo andati anche lì, perché ci interessa stare in mezzo alle persone”.

”Vogliamo un’Europa dove gli operai costruiscano carri armati invece di automobili?” chiede provocatorio, dal palco, allestito dal Movimento su via dei Fori Imperiali, Marc Botenga, eurodeputato del Partito del lavoro belga “un’ Europa dove i nostri giovani non saranno più mandati in Erasmus per studiare ma alla guerra dalla presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen? “ Si alza un coro di NO dalla folla che occupa ogni spazio fisico e si estende fino al Colosseo. Giuseppe Conte dirà, durante il suo intervento, che sono più di 100 mila le persone che hanno risposto al suo appello e ringrazierà tutti, soprattutto i non iscritti al Movimento 5 Stelle, per esserci.

La disubbidienza civile: l’intervento di Alex Zanotelli

“ Grazie a tutti perché siete usciti dalle vostre case e siete scesi in piazza. Questa è l’unica maniera di vincere” dice padre Alex Zanotelli, con una kefiah al collo, simbolo della Palestina, e una bandiera della pace come mantello, dal palco, ai manifestanti che lo applaudono con convinzione. ”Sono un missionario comboniano, un discepolo di Gesù di Nazareth che ha ripudiato la guerra e ha inventato la non violenza attiva per difendere i nostri diritti.” Poi, nonostante una tosse fastidiosa gli impedisca di parlare “Quello che mi preoccupa di più è l’indifferenza totale dell’occidente verso un popolo schiacciato come il popolo palestinese. Piango di fronte a quello che succede a Gaza” dice ancora “Non possiamo assolutamente accettarlo. In un anno e mezza di guerra sono morti 30 bambini al giorno. Infine formula un appello “A tutti i movimenti e a tutti i partiti io chiedo di far partire boicottaggi e le sanzioni contro Israele. Così abbiamo vinto l’apartheid in Sudafrica. Inoltre, boicottiamo tutte le banche che investono i loro soldi in armi. Le principali, dove passa l’80%dei soldi per le armi – Unicredit, Banca Intesa e Deutsche Bank- togliamo i nostri risparmi. Infine invito tutti i giovani ad andare nei loro Comuni di residenza e a dichiararsi obiettori di coscienza alla leva. La disobbedienza civile deve diventare un imperativo. Quando il momento lo richiede la disobbedienza civile è l’unica arma da utilizzare se non vogliamo precipitare nell’inferno delle guerra. “

  Nadia Luminati
(6 aprile 2025)

Leggi anche:
La marcia della Pace ad Assisi tra Gaza ed Ucraina
La manifestazione contro la guerra per una giusta Pace
La Difesa Europea: intervista a Riccardo Mattei