Il quartiere Esquilino, nel primo Municipio di Roma, brulica da sempre di interculturalità : definito “quartiere torinese” negli anni 20 per via dell’edilizia che richiamava quella del capoluogo piemontese, in seguito divenuto meta di tanti italiani emigrati dal sud Italia, poi chiamato “Mogadiscio” dalla comunità somala ed infine ribattezzato “quartiere cinese” per via dell’incredibile affluenza della comunità che tutt’ora è installata nella zona. Piazza Vittorio Emanuele è l’emblema dell’anima meticcia del quartiere; proprio da questa piazza è partita la passeggiata interculturale organizzata da Migrantour, in occasione dell’imminente ed attesa festa del Capodanno Cinese -che preannuncia l’inizio dell’anno del Topo – il prossimo 25 gennaio. Gi eventi celebrativi organizzati in città sono stati rinviati in segno di solidarietà per la comunità cinese sconvolta, da qualche settimana, dall’avanzata del coronavirus.
Prima tappa: l’erboristeria
La passeggiata nel quartiere è iniziata dagli storici portici che circondano la piazza, sotto ai quali le attività commerciali cinesi offrono qualsiasi tipo di servizio. La prima tappa è un’erboristeria dalla cui soglia di ingresso è già possibile sentire la fragranza dei molti tè in vendita. Oltre alla grande quantità di prodotti di erboristeria, l’attività offre a clienti e curiosi tutti gli strumenti utili alla pratica della medicina tradizionale cinese. La cura della persona e del corpo è un aspetto fondamentale della cultura asiatica, non a caso la pratica del massaggio è ampiamente promossa ed esercitata.
Seconda tappa: il piccolo tempio buddhista
La seconda tappa è al piccolo tempio buddhista cinese, in via Ferruccio, da molti chiamato il tempio del “Buddha nel Garage” perché sorge all’interno di una struttura originariamente pensata come rimessa. Il piccolo tempio, realizzato nel 2005, si differenzia dalle tipiche strutture imponenti tradizionali, ma malgrado ció la comunità cinese locale ne è fortemente legata. Il tempio accoglie i fedeli per le funzioni, tutti i giorni dalle 7:00 alle 19:00, difficilmente è visitabile dai curiosi che sperano di accedervi per scattare qualche foto. Per il piccolo gruppo di Migrantour è stata fatta un’eccezione: l’ingresso del tempio è occupato da una statua d’oro sorridente del Budai, l’incarnazione di Maitreya, ossia del prossimo Buddha, come Bodhisattva. La statua è completamente ricoperta d’oro e adornata da fiori offerti dai fedeli; alle sue spalle vi è la stanza dedicata alle preghiere, a sua volta occupata da statue, fiori, incensi e nastri.
Terza tappa: tra il salato ed il dolce
Percorrendo le strade adiacenti alla piazza è possibile imbattersi in una moltitudine di attività che danno modo di capire quelli che sono gli interessi ed i passatempi della comunità cinese, soprattutto dei più giovani: scuole di canto, ad esempio, dove ragazzi di seconda generazione si esercitano in audaci prove canore, ma anche negozi di fumetti e bubble tea room, locali nei quali consumare la bevanda asiatica a base di the, latte e perle di tapioca che ha mandato in visibilio i giovani di tutto il mondo. È sicuramente l’ambito culinario ad essere apprezzato nel quartiere: la gastronomia cinese è offerta da fast food e piccole cucine ma anche da lussuosi ristoranti. Scarseggiano le pasticcerie ed è proprio tra l’odore dei biscotti appena sfornati da una delle poche del quartiere che termina la passeggiata interculturale. Mai saluto fu più dolce!
Giada Stallone
(22 gennaio 2020)
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