Valigie rosse con 22 libri senza parole, fogli, colori e un grande tappeto: questo il carico che la Biblioteca IBBY di Lampedusa affida agli equipaggi delle Ong che operano i salvataggi in mare.
Il progetto Books on board ha preso l’avvio a Palermo il 1 ottobre con la consegna delle valige a Sea Watch, Open Arms e Mediterranea. Destinati ai bambini e adulti naufraghi, i libri silenziosi raccontano e generano storie che permetteranno di portare il pensiero altrove, di sognare e riflettere. La Biblioteca IBBY di Lampedusa è una biblioteca comunale attiva dal 2017, aperta a tutti: isolani e migranti.
Come è nato il progetto
“Il progetto si fonda sull’idea che il libro è uno strumento potente che crea relazioni migliori – spiega Deborah Soria, referente responsabile del progetto della Biblioteca di Lampedusa Libri senza parole –. Io ho visto cosa può fare la lettura in certe situazioni! Non potendo disporre di libri in tutte le lingue, abbiamo pensato di scegliere i più belli tra quelli senza parole del catalogo di Ibby International, organizzazione presente in settanta Paesi per difendere il diritto alla lettura soprattutto di bambini e ragazzi nelle aree disagiate e remote. Lampedusa è un’isola di frontiera e la Biblioteca vive tutto ciò che accade nella frontiera cercando di stare insieme ai migranti, di provare empatia con la loro condizione; per questo abbiamo pensato a uno strumento da usare sia nelle situazioni di stallo e permanenza nell’isola sia in navigazione: di qui l’idea di un kit dell’emergenza facilmente trasportabile e impermeabile, la valigia appunto, del progetto Books on board. Infatti la portavoce della Sea Watch, Giorgia Linardi, si è detta entusiasta. Nel progetto prevediamo anche momenti di formazione per gli equipaggi.”
Come sono i rapporti della Biblioteca con il territorio e con il Centro di accoglienza?
“La Biblioteca è l’unico centro culturale nel cuore del Mediterraneo e si occupa, con la cultura, di aprire le menti a un pensiero diverso da quello negativo. È importante avere un rapporto stretto con la comunità, nutrendo sia i migranti sia gli isolani o anche ospiti e turisti.
Il rapporto con il Centro di accoglienza è più problematico: lo abbiamo sempre cercato ma incontrato tante difficoltà a far entrare i libri; l’unico modo è quello di darli agli operatori dell’Unhcr o Terres des hommes, quando vengono.”
Pensate di estendere il progetto ad altre situazioni?
“È un progetto pilota e se la fase iniziale va bene bisognerà trovare i fondi per farlo diventare uno strumento utile in tutti i luoghi dell’emergenza, dove ci sia un essere umano da salvare che vuole anche sognare e pensare ad altro. In questa fase ci aspettiamo le indicazioni che verranno dagli equipaggi delle Ong e confidiamo negli aiuti dei partner del progetto: Ibby International, Ibby Italia e Azienda Speciale Palaexpo Roma.”
Luciana Scarcia
(5 ottobre 2020)
Leggi anche: