“Con il coronavirus, tutto il mondo si è fermato, ma la vita no”, racconta Mona Mohamed sorridendo. Fino a qualche anno fa era una studentessa della scuola di italiano di Asinitas, e a insegnarle la lingua c’era Behts Ampuero.
Oggi Behts e Mona sono colleghe e portano avanti “Parole di mamma”, progetto decennale promosso dal centro interculturale Miguelim con il sostegno di Save the Children e Médicins du monde.
“Parole di mamma”: uno spazio di crescita e condivisione
“Il progetto è nato una decina di anni fa in maniera del tutto naturale, non abbiamo dovuto studiare nulla a tavolino”, racconta la referente Behts, “nel momento in cui si sono trovate a vivere la gravidanza, le donne della scuola di italiano di Asinitas hanno iniziato a farci tante domande, e questo progetto è nato inizialmente dalla necessità di dar loro delle risposte”.
Quali esami si devono fare? Come faccio a mettermi in contatto con un operatore sanitario? Dove posso chiedere informazioni?
“Le donne di Asinitas, provenienti soprattutto dal Bangladesh e dal Nordafrica, sono arrivate in Italia il più delle volte dopo matrimoni combinati“, spiega Behts. “Giunte nel nostro paese, i mariti, spesso fuori casa tutto il giorno per lavoro, erano il loro unico punto di riferimento, ma non erano in grado di guidarle nel percorso delicato della gravidanza, poiché questo ruolo nei loro paesi di origine compete al gruppo di donne della famiglia, madre, zie, nonna e sorelle più grandi”.
“Parole di mamma” con il tempo è diventato un progetto sempre più strutturato, che si basa su due linee di supporto principali: la lingua italiana specifica per l’ambito medico-sanitario relativo alla gravidanza e l’autonarrazione. Alla base di tutto c’è l’incontro: la condivisione di esperienze, la trasmissione di storie, tradizioni e scambi culturali da cui emergono pensieri e punti di vista sfaccettati riguardo a un tema, quello della maternità, che è universale.
Ma non solo: il percorso prevede colloqui con ostetriche, psicologhe ed esperte che possano dare alle donne gli strumenti per favorire la consapevolezza delle proprie competenze e fornire tutte le informazioni sulla gravidanza e la cura del neonato.
“La paura è un filo rosso che spesso accompagna tutte le nostre donne in questo momento così pieno della loro vita“, racconta Behts.
“Noi siamo a loro disposizione anche per l’accompagnamento sanitario, ma la cosa più bella è vederle crescere nel loro percorso, constatare che riescono a mettere in pratica tutto ciò che abbiamo loro trasmesso durante gli incontri”, sottolinea Mona, che nel progetto è mediatrice culturale.
“Aiuto”, la parola che non deve mancare
La barriera linguistica è uno dei primi ostacoli per una donna straniera che si trova ad affrontare una gravidanza. “Far capire alle donne che si può chiedere aiuto è uno dei nostri obiettivi”, racconta Behts. Lo spiega molto bene la storia di Roxana, peruviana e neomamma presa in carico da Asinitas: “Quando siamo andate alla ASL a scegliere il pediatra per la mia bambina, la signora allo sportello mi aveva detto che non era possibile perché non ho la residenza”, racconta. “Ma l’operatrice di Asinitas le ha spiegato la mia situazione e così, dopo un veloce consulto con i colleghi, la signora è tornata e mi ha assegnato il pediatra. Se fossi andata da sola non avrei insistito e sarei ritornata a casa senza aver ottenuto il diritto di avere un pediatra per mia figlia“.
Mamme ai tempi del Covid
Nonostante ora gli incontri siano ripresi in sicurezza e in piccoli gruppi, il periodo del lockdown ha creato difficoltà e preoccupazione alle donne del progetto: “la paura più frequente era quella di entrare in ospedale e di contagiarsi”, spiegano Mona e Behts. “Inoltre ci siamo scontrate con una dura realtà: abbiamo seguito una mamma che è risultata positiva al virus e che per un mese e mezzo non ha potuto vedere suo figlio”.
“Stiamo affrontando le criticità di questo periodo grazie all’aiuto dell’ostetrica, che assieme alla mediatrice fa anche home visiting, della psicologa, della mediatrice e delle operatrici. È davvero un periodo particolare per le donne, l’isolamento è un pericolo. Ma la cosa bella è che in questo 2020 abbiamo “visto” nascere 20 bambini!“.
Mamme e artigiane si uniscono
“La tessitura è una delle passioni delle donne che fanno parte della famiglia di Asinitas”, racconta Behts, “i fili hanno in un certo senso qualcosa in comune con la creazione e dunque con la fertilità. In quest’ottica due gruppi di donne si sono unite per continuare a dare energia a questo progetto”.
Si tratta del gruppo di donne artigiane di Uncidunci, che con le loro creazioni, le CocCollane, intendono sostenere il progetto “Parole di Mamma”. Queste collane, lavorate all’unicinetto, con i loro suoni e colori sono ideali per l’allattamento, poiché attirano l’attenzione del bambino e lo aiutano a restare concentrato. Per saperne di più e regalare o acquistare una CocColana, si può visitare il sito di Asinitas.
Elisabetta Rossi
Foto in copertina: Federico D’Antoni
(25 novembre 2020)
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