Il viaggio musicale di Piuculture continua con la scoperta della musica araba contemporanea: dopo i consigli di Fernanda Fischione, autrice del capitolo dedicato alla musica contenuto nel libro Arabpop, ecco una selezione di brani consigliati e commentati da Ghiath Rammo, archeologo curdo, arrivato dalla Siria in Italia nel 2012. Ghiath, tra i suoi tanti interessi, ama scoprire e diffondere le novità artistiche e le correnti musicali del mondo arabo, con uno sguardo che spazia dal Maghreb al Mashreq.
Eclettismo e attivismo: la rivoluzione della musica araba
I mutamenti politici relativi alle Primavere arabe, il grido di libertà di attivisti e cittadini, la necessità di un cambiamento che implichi la frantumazione delle rigide strutture di potere sono lo spartito su cui cantanti e musicisti arabi hanno prodotto e continuano a produrre in maniera eclettica nuovi linguaggi, assimilando, trasformando e rigenerando i più diversi stili musicali.
La rivoluzione, la lotta per i diritti umani e civili, il grido di alla libertà, ma anche la ricerca di bellezza e di poesia sono gli strumenti con cui la nuova generazione di artisti arabi sfida ogni forma di prevaricazione e di tirannia.
Musica araba contemporanea: cinque artisti da conoscere e ascoltare
Dalla scena underground ai generi nuovi che fondono sapientemente tradizione e sperimentazione, ecco cinque artisti selezionati da Ghiath per conoscere e approfondire i diversi aspetti di un panorama culturale ricco e in continuo fermento, spesso però appiattito o, nel peggiore dei casi, stigmatizzato da stereotipi.
- Maryam Saleh & Zeid Hamdan, Egitto/ Libano
“Una collaborazione tra due cantanti conosciuti nell’ambiente underground. Zeid Hamdan è considerato il padre dell’underground arabo. Nonostante la sua musica sia un misto di amore, dolore e tradizione, la politica non era lontana dai suoi brani. Questo brano “غابة” (Una Giungla) è un classico del dialetto egiziano scritto dal poeta Ahmed Fouad Negm e dal musicista e compositore Sheikh Imam. È un misto tra racconto, tradizione e politica. Una giungla, i suoi cani sono lupi
Uccidono tutti
E chi si avvicina alla giungla
Sarà mangiato
E chi si allontanerà
Il dolore lo divorerà
Chiunque uscirà dal suo buco
Per il cibo
Sarà umiliato o verrà preso a pugni“ - Jowan Safadi & FishSamak, Palestina
“Un gruppo underground palestinese che provoca e affronta temi quotidiani: dal passaporto israeliano che non ti permette di viaggiare nel mondo arabo alla primavera araba. L’artista è stato arrestato in Giordania per le sue canzoni. In una intervista a raseff22.com ha dichiarato: “Non possiamo cantare sulla religione, sul partito che governa o sulla repressione sessuale senza mettere a rischio le nostre vite nel mondo arabo”. Questa è la realtà della maggior parte dei gruppi e degli artisti, che suonano nella zona sicura, quindi non toccano la linea rossa e non rappresentano una vera sfida al consenso generale e alla tirannia religiosa e politica.
Questo brano, “في حضن الاحتلال” (Tra le braccia dell’occupazione) grida a gran voce:Guarda, oh Guarda! Come la primavera si è rivelata un autunno, e ci hanno preso in giro.
Guarda! Come sono salafiti i nostri paesi, inghiottito dall’oscurità non si vede niente.“3. Waed Bouhassoun, Siria
“Secondo me la primavera araba ha prodotto un nuovo genere di musica e di collaborazioni locali-multiculturali che erano assenti prima. È il caso della musicista siriana Waed Bouhassoun, che canta l’amore, il misticismo, catturando lo spettatore in uno stato sentimentale e spirituale, lontano dai mondi di guerre e miseria in cui vive il Medio Oriente. Bouhassoun che viveva in Siria prima della guerra siriana e godeva un supporto governativo non da poco, oggi vive in Francia e collabora con tanti musicisti del Medio Oriente. “Collaborare con musicisti di culture diverse per me è come imparare una nuova lingua, perché ogni musica ha dei suoi simboli speciali che dovrei conoscere per poterli suonare o cantare”, ha detto a raseef22.com.In questo duetto arabo-curdo, Bouhassoun canta con il musicista curdo Rusan Filiztek”.4. Douda & Nordo, Tunisia
“I due cantanti Hip Hop affrontano argomenti delicati nelle loro canzoni, come il fenomeno dei tunisini che si univano all’ISIS all’apice del suo potere. Questo brano “القسم” (Il giuramento) racconta come i gruppi terroristici usavano il grano come arma per barattare e far morire di fame le persone:
Dì al tuo principe (Amero) che siamo uomini coraggiosi, non i suoi seguaci, siamo i rivoluzionari che hanno fatto la primavera.”5. Souad Massi, Algeria
Secondo me Massi è riuscita sapientemente a mettere in musica le parole della poesia classica araba del VI secolo e quella moderna, in uno stile inedito, chiaro ed elegante, dimostrando come sia possibile integrare la lingua araba classica con un genere musicale nuovo, incentrato sulla bellezza, la qualità e la modernità, che piace a tutti. Questo brano “الحريّة” (La Libertà), appunto, ne è un esempio:Un giorno il mio professore ci ha parlato di una cosa chiamata libertà
Ha gentilmente chiesto al professore di parlare “arabo”.
È un termine greco per indicare qualche epoca?
O cose che importiamo? O l’artigianato nazionale?
Ci ha risposto il professore dolorato con le lacrime che scorrevano spontaneamente:
Vi hanno fatto dimenticare tutta la storia e tutti i valori supremi
La mia delusione è che ci siano generazioni che non capiscono il significato di libertà
Che non hanno una spada o una penna, non hanno un pensiero e un’identità”
La musica è uno dei modi migliori per scoprire nuovi panorami culturali e Ghiath lo sa bene: questi brani infatti saranno noti anche ai partecipanti del corso di conversazione “Parlo arabo”, che Ghiath tiene con l’Associazione Culturale l’Asino d’oro ormai da diversi anni e che continuano a regalare brevi ma intensi viaggi anche in tempi di pandemia.
Testo di Elisabetta Rossi
Commento ai brani e
traduzione dei testi di Ghiath Rammo
(09 dicembre 2020)
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