Di “respingimenti” sarebbe bello non doverne parlare mai, soprattutto se a subirli sono i bambini a scuola. Il diritto all’accesso scolastico è garantito costituzionalmente, eppure sembra essere ancora un miraggio nella pratica. A maggior ragione se chi deve essere avvicinato allo studio proviene da mondi e culture lontani.
Respingimenti scolastici, il caso di Ritaj
Protagonista dell’ultimo episodio di respingimento scolastico è Ritaj, una bambina etiope di 8 anni in Italia con la famiglia da agosto dello scorso anno e alloggiata al Selam Palace. A settembre i genitori di Ritaj hanno richiesto l’iscrizione della piccola ad un istituto romano il quale, a causa dell’alto numero di bambini già iscritti, ha rifiutato di accoglierla. “Le classi sono piene”, ma non solo: ai problemi generali causati dalla pandemia si sommano anche la difficoltà della famiglia di comprendere una nuova lingua e di districarsi nell’impietoso rovo burocratico della scuola italiana. La casualità ha voluto che la famiglia di Ritaj entrasse in contatto con l’associazione Cittadini del Mondo, da anni impegnata nel sostegno dei diritti dei migranti e parte della realtà di ScuoleMigranti. “La nostra scuola è aperta a tutti” spiega Cecilia Ruta, responsabile del servizio scolastico dell’associazione. “Proponiamo un servizio di supporto scolastico non solo a stranieri ma a tutti coloro che ne hanno bisogno, alcuni ci vengono segnalati dagli insegnanti della scuola vicina alla nostra biblioteca. Il punto di forza di questa attività è che possiamo avere un contatto diretto con i docenti, possiamo capire da loro quali debbano essere gli aspetti sui quali concentrarci”.
Valerio Tati, giovane studente di economia e volontario dell’associazione, ha mediato nelle comunicazioni tra la famiglia di Ritaj e le segreterie scolastiche riuscendo ad intercettare un istituto disposto ad accogliere la bambina. Tra moduli da firmare e carte da compilare l’iscrizione è slittata a dicembre, quando la scuola ha richiesto le pagelle di Ritaj tradotte in italiano perché “le insegnanti non sono tenute a conoscere e tradurre l’inglese”. La macchina associativa si è rimessa in moto e grazie al sostegno della rete ScuoleMigranti, alla segnalazione al direttore USR Lazio, all’Ufficio Sesto di Roma e al Miur, il 19 gennaio 2021 Ritaj è riuscita finalmente ad accedere alla scuola, con ben quattro mesi di ritardo.
Respingimenti scolastici, il sostegno delle associazioni
“La scuola è aperta a tutti” recita il primo comma dell’articolo 34 della Costituzione, ma le richieste di iscrizione dei minori stranieri incontrano difficoltà e resistenze. Anche il Ministero dell’Istruzione ha dato chiare indicazioni, sancendo il dovere all’inclusione scolastica dei minori stranieri in qualsiasi momento dell’anno, con qualunque livello linguistico di partenza e anche se temporaneamente privi di documentazione valida. “Riceviamo molte segnalazioni di famiglie straniere che non trovano posto a scuola” racconta Paola Piva coordinatrice della rete ScuoleMigranti. “La scuola italiana resiste molto, fatica per via delle classi piene. Il fenomeno dei respingimenti è stato registrato molto prima del Covid, almeno da cinque anni. Non c’è diffidenza verso lo straniero, piuttosto c’è la percezione, più o meno consapevole, che ci sia un importante lavoro da fare intorno a questi ragazzi. Un tipo di impegno che richiede flessibilità organizzativa e una alleanza con le associazioni”.
Paola Piva sottolinea che “Il gap linguistico dei minori stranieri dura un arco di tempo relativamente breve perché poi si trasforma in bilinguismo, quindi un arricchimento a cui la scuola può attingere per aiutare tanti altri alunni”. Rete ScuoleMigranti è una realtà che raccoglie la maggior parte delle associazioni presenti sul territorio impegnate nell’insegnamento gratuito dell’italiano agli stranieri, offre una assistenza continua alle famiglie straniere e ha elaborato una guida, semplice, per facilitare l’iscrizione a scuola.
Giada Stallone
(27 gennaio 2020)
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