Era il 9 maggio di un anno fa quando Silvia Romano, giovane coperante italiana, venne liberata dopo diciotto mesi trascorsi fra Kenia e Somalia nelle mani di terroristi al-Shabaab. La giovane Romano ha passato gran parte della sua prigionia in Somalia, uno dei paesi più rischiosi al mondo, soggetto a disastri ambientali e al terrorismo causato dal radicamento, nel paese, del gruppo jihadista al-Shabaab.
La Somalia fa parte dei paesi del Corno d’Africa, una regione ad elevata instabilità, la cui destabilizzazione ha conseguenze non solo locali, ma condiziona i rapporti internazionali vista la vicinanza allo stretto che mette in comunicazione Mar Arabico, Mar Rosso e Mediterraneo e l’interesse per la Somalia di paesi come la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti. Sono questi, oltre a quasi trent’anni di dittatura, i principali problemi che, nel tempo, hanno portato un numero notevole di somali a emigrare. Su una popolazione di 15milioni di abitanti i somali che hanno lasciato il proprio paese sono 2.054.377. Come spesso accade i principali paesi di accoglienza sono quelli limitrofi: Etiopia (477.774), Kenya (452.919) e Yemen (279.856).
In Italia i Somali sono 8.515(Istat 2019), prevalgono gli uomini (6.031). La maggior parte vive in quattro regioni: Lazio 1.411, Lombardia 1.109,Sicilia 1.089 e Piemonte 1.075.
Somalia: il Presidente rinuncia alla proroga del mandato
Dopo gli scontri armati nella capitale della Somalia del 25 aprile scorso, il presidente, Mohamed Abdullahi Mohamed“Farmajo”, il 27 aprile ha rinunciato alla proroga di 2 anni del suo mandato, invitando nuovamente al dialogo i rivali politici. Sabato 1 maggio il Presidente ha parlato davanti alla Camera del Popolo della Repubblica “per ripristinare il processo del 17 settembre tra il governo federale e gli Stati membri federali”, e ha dichiarato che “Il Governo ritiene che l’unica via percorribile sia il dialogo”.
Il Presidente Farmaajo ha specificato che sarà il Primo Ministro a organizzare e supervisionare le elezioni.
La camera bassa del Parlamento somalo ha annullato la proroga di 2 anni del mandato al Presidente Farmaajo. Le pressioni interne e quelle internazionali hanno portato il Presidente ad abbandonare la controversa risoluzione approvata il 12 aprile scorso. Dopo la sua decisione il Parlamento ha votato “sì” incassando il voto dei 140 legislatori presenti.
La richiesta del presidente Farmaajo ai legislatori è stata quella di ripristinare l’accordo dell’anno scorso, tra il governo federale, i leader di cinque stati membri federali e il governatore di Mogadiscio, per tornare alle elezioni. Questa mossa potrebbe aiutare a disinnescare la situazione di stallo che si è creata nella capitale di Mogadiscio.
Somalia: facciamo un passo indietro
Lunedì 12 aprile 2021, i legislatori somali hanno prorogato il mandato quadriennale del Presidente Mohamed Abdullahi Mohamed “Farmajo” per due anni. Questa decisione ha scosso i già fragili equilibri in Somalia, creando una sacca di dissenso preoccupante.
Il mandato del Presidente era terminato lo scorso 8 febbraio, dopo 4 anni dall’insediamento, avvenuto dopo l’elezione in Parlamento del 16 febbraio 2017. L’opposizione sottolinea che formalmente il mandato del Parlamento era finito il 27 dicembre 2020 e che il Presidente non ha il potere di auto-prorogarsi.
Com’è composto il Parlamento Somalo e come funziona?
Il Parlamento Federale della Somalia è stato costituito nell’agosto del 2012. È composto da due Camere: una Camera alta (Senato) e una Camera bassa (Camera del popolo). Il decimo Parlamento della Somalia è stato inaugurato il 27 dicembre 2016 ed ha eletto Mohamed Abdullahi Mohamed“Farmajo” in qualità di Presidente della Repubblica Somala. I componenti del Parlamento sono 283, di cui 41 senatori alla Camera alta (Senato). Vengono scelti dai clan e tradizionalmente sono rappresentanti delle diverse etnie.
Somalia: da chi è composta l’opposizione?
In questo momento ci sono diversi gruppi di opposizione e l’Unione dei candidati presidenziali che è composta da 14 persone, tra cui ex presidenti, ex primi ministri, personalità politiche di spicco che si sono scontrati con Farmajo, dichiarando di non riconoscerlo più come Presidente, definendo come illegittima l’estensione del suo mandato.
Le elezioni Presidenziali si sarebbero dovute tenere entro l’8 febbraio, giorno in cui è scaduto il mandato di Farmajo, in conformità con la costituzione della Somalia.
Dopo tanti tentativi di dialogo caduti nel vuoto da parte del Governo centrale, il Parlamento ha continuato lo stesso il suo lavoro.
Il Presidente ha cercato di dialogare con i leader regionali per trovare un accordo elettorale, ma senza successo. I tentativi che sta portando avanti in questo momento sono rivolti, quindi, ad accattivarsi il sostegno degli Stati vicini, cercando di coinvolgere i Paesi dell’Unione Africana. Nello specifico il Presidente somalo ha chiesto all’Unione Africana (UA) di assumere un ruolo di primo piano per facilitare un processo che possa portare al dialogo tra il Governo e le altre parti interessate nel Paese.
Martedì 20 aprile Farmaajo è tornato dalla Repubblica Democratica del Congo dove ha chiesto sostegno per il suo operato.
Nel discorso che il Presidente Farmajo ha fatto a Kinshasa durante l’incontro con il suo omologo Felix Tshisekedi, che è anche il presidente dell’UA, è emersa per la prima volta nella storia una richiesta ufficiale di sostegno alla Somalia, presentata come un Paese libero.
Il ruolo del Kenya e i rapporti tra i due paesi
Da tempo i rapporti tra Kenya e Somalia sono molto tesi. Il Governo centrale somalo ritiene che Nairobi continui a sostenere l’opposizione e per questo è stato espulso l’Ambasciatore keniano dalla Somalia. Le divisioni e le incursioni del Kenya nella politica somala, nascono da questioni legate al controllo delle acque e al commercio del Jaad/Qaat.
“Nairobi si adopera in favore dell’opposizione. Non è un mistero, ad esempio, il suo sostegno ad Ahmed Madobe, presidente del Jubbaland, lo Stato somalo che condivide il suo lunghissimo confine con il Kenya. Madobe, però, è il principale esponente della fronda dei governi regionali contro il Governo federale”.
Somalia: le elezioni
Il Presidente, poco prima del voto in Parlamento che ha annullato la proroga di due anni del suo mandato, si è anche impegnato a consegnare il processo elettorale e la guida della sicurezza del Paese al Primo Ministro Mohamed Hussein Roble.
“Voglio chiarire davanti al Parlamento che consegnerò il processo elettorale e la guida della sicurezza del Paese al Primo Ministro Roble, e invito i politici che differiscono da noi a lavorare per il bene comune della nostra nazione e del nostro popolo.”
Durante il suo discorso, Farmajo ha spiegato di aver preso la decisione nel tentativo di salvare il Paese dal ritorno a una guerra civile.“È inaccettabile che il nostro Paese ritorni sulla stessa brutta strada di 30 anni fa. Abbiamo scelto di risolvere le nostre divergenze tra di noi, in modo che elementi estranei non traggano vantaggio dai nostri disaccordi” e ha aggiunto “il Governo ritiene che l’unica via percorribile sia il dialogo”.
I residenti di Mogadiscio, hanno espresso sollievo dopo la decisione del Parlamento e il discorso del Presidente.
Poco dopo è intervenuto il Primo Ministro ringraziando il Presidente della Somalia per aver affidato a lui e al suo Governo la guida del Paese, il processo elettorale, la sicurezza elettorale e l’attuazione del piano di sicurezza nazionale.
“Ringrazio anche il Parlamento per il modo responsabile con cui ha accettato la richiesta del Presidente di riconsiderare l’accordo del 17 settembre”.
Domenica 2 maggio, Mohamed Hussein Roble, Primo Ministro della Repubblica Federale della Somalia, ha incontrato l’inviato Speciale del Ministro degli Affari Esteri del Qatar Tamim Bin Hamad Al-Thani. I due hanno discusso sul legame tra i due paesi nella lotta al terrorismo e sulle questioni elettorali nel Paese, nonché sul ripristino delle relazioni diplomatiche con il Kenya, dopo i colloqui tra i leader dei paesi vicini, mediati dal Qatar.
Il 5 maggio il Primo Ministro ha dichiarato: “È un’altra vittoria per il popolo somalo e per la pace, abbiamo risolto la crisi tra noi a Mogadiscio. Abbiamo bisogno del sostegno delle persone e dei politici. L’esercito non ha conservatori o opposizione, sono i difensori della patria e li lasciano tornare alle loro basi”, e ha continuato “Oggi ho incontrato i principali partner internazionali in Somalia, con cui si discute del processo elettorale, il nostro impegno a tenere elezioni trasparenti e l’importanza del sostegno internazionale per il processo elettorale.”
Il ripristino dei legami diplomatici tra Kenya e Somalia
Dopo i colloqui tra i leader dei due Paesi, mediati dal Qatar, sia Somalia che Kenya annunciano di aver ripristinato i rapporti diplomatici.
In una conferenza stampa a Mogadiscio, Abdirahman Yusuf Al-Adala, Viceministro dell’Informazione della Somalia, ha annunciato, “Il nostro Paese sta riprendendo i legami con Nairobi che avevamo interrotto l’anno scorso. Il Governo federale della Somalia, in linea con gli interessi dei Paesi annuncia di aver ripristinato le sue relazioni amichevoli con il Kenya. L’accordo è basato sui principi del rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale, non interferenza negli affari interni, uguaglianza e coesistenza pacifica”.
Somalia: l’intervento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC)
Dal sito delle Nazioni Unite, si legge “Il Consiglio di Sicurezza dovrebbe essere informato sul rapporto del Segretario generale sulla Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Somalia (UNSOM), previsto per il 14 maggio. James Swan, rappresentante speciale per la Somalia e capo dell’UNSOM, così come Francisco Madeira, capo della Missione dell’Unione Africana in Somalia (AMISOM) dovrebbero fornire le istruzioni”.
Il mandato dell’UNSOM scade il 31 agosto. Il 12 marzo il mandato della Missione dell’ AMISOM è stato nuovamente autorizzato per dieci mesi fino al 31 dicembre 2021.
“Il rapporto del 17 febbraio 2021 indica che dall’accordo del 17 settembre 2020 tra il Governo Federale Somalo, il Ministro degli Esteri somalo e l’Amministrazione Regionale Benadir(BRA, che corrisponde al territorio di Mogadiscio ndr), il Comitato UNSC ha monitorato la situazione, inclusi aggiornamenti e rapporti presentati dagli uffici delle Nazioni Unite in Somalia”.
“Dato il deterioramento della situazione della sicurezza e la prevista adozione da parte del Consiglio di una risoluzione che proroga il mandato della Missione dell’UA in Somalia (AMISOM) il 25 febbraio, i membri del Consiglio saranno anche interessati a sentire da Swan sulla lotta in corso da parte della Somalia contro Al Shabaab, così come i progressi sul piano di transizione per la Somalia, secondo una tabella di marcia adottata nel 2018 che ha delineato i passi affinché la Somalia si assuma la piena responsabilità della propria sicurezza. Il rapporto del Segretario generale del 17 febbraio sulla Somalia rileva che il Piano di transizione per la Somalia è stato finalizzato, consentendo l’inizio della pianificazione operativa al fine di attuare la transizione per raggiungere uno stato di sicurezza nel Paese entro la fine del 2021. I membri del Consiglio vorranno essere aggiornati sullo stato del piano, alla luce dell’attuale stallo politico”.
I membri del Consiglio hanno anche invitato i leader della Somalia a riprendere il dialogo e ad adoperarsi urgentemente per trovare un consenso su come procedere per le elezioni. Da dicembre ci sono stati diversi tentativi di dialogo tra le parti per affrontare i ritardi elettorali; l’UNSOM, da parte sua, continua a offrire le sue proposte per superare l’impasse, facilitando gli incontri tra la comunità diplomatica e i leader politici somali.
Zakaria Mohamed Ali
(12maggio 2021)
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