Anni di conflitto descrivono la storia di Israele e Palestina: una guerra che non appartiene al passato, ma arriva al presente con una forza che non sembra sentire il peso di decenni di scontri. In questo conflitto non mancano all’appello bombardamenti, gruppi armati, governi che si succedono, la devastazione di centri abitati e di vite, persone per cui la guerra non è un rischio che si guarda solo a distanza nella speranza di non venire travolti. La Redazione di Piuculture ha individuato 10 film con cui il cinema ha cercato di raccontare questa guerra con gli occhi di chi la vive.
Al cinematografo
Private, di Saverio Costanzo (2004, Italia)
Sulla strada tra un villaggio palestinese e un insediamento israeliano c’è una casa isolata, in cui vivono Mohammad B., sua moglie e i loro figli. Data la posizione strategica per il conflitto, un gruppo di soldati israeliani decide di occupare l’abitazione, ma Mohammad B. non vuole abbandonare la propria casa: la famiglia di Mohammad, allora, si trasferisce in una parte dell’appartamento e lascia il resto ai soldati. Inizia così una convivenza difficile, fatta di paura, ma anche di fiducia nella possibilità di una resistenza non violenta.
Il tempo che ci rimane, di Elia Suleiman (2009, Regno Unito, Italia, Belgio, Francia)
Elia Suleiman arriva a Nazareth per visitare la madre malata. Nel tragitto dall’aeroporto alla casa di cura, inizia un viaggio dal passato al presente ambientato in quattro momenti diversi: la resa di Nazareth e la denuncia ricevuta dal padre, membro della resistenza palestinese; l’infanzia nella scuola israeliana della città e il rimprovero del preside per aver definito gli Stati Uniti un Paese colonialista; la giovinezza e la fuga dal Paese; il ritorno a Nazareth per andare a trovare la madre malata.
Miral, di Julian Schnabel e Rula Jebreal (2010, Francia, Israele, Italia, India, Stati Uniti d’America, Regno Unito)
Gerusalemme, 1948: Hind, una donna palestinese, decide di prendersi cura di alcuni bambini sopravvissuti ad un attacco israeliano e crea l’istituto Dar Al Tifel al quale, 30 anni dopo, Miral viene affidata da suo padre. Compiuti diciassette anni Miral dovrà scegliere se continuare gli studi o abbracciare la causa palestinese.
Il paradiso probabilmente, di Elia Suleiman (2019, Francia, Canada)
Es lascia la Palestina alla ricerca di un posto da poter chiamare casa: viaggiando da Parigi a New York, si renderà conto di trovare ovunque qualcosa che gli ricorda il suo Paese.
Il giardino di limoni, di Eran Riklis (2008, Israele, Germania, Francia)
Il Ministro della Difesa israeliano decide di costruire la sua nuova casa sul confine cisgiordano. L’abitazione è una sorta di fortezza, salvo il punto in cui si trova il limoneto della vicina palestinese, tra le cui fronde potrebbero nascondersi i nemici: il ministro ordina che il frutteto sia sradicato, ma la vicina si oppone e inizia una battaglia legale.
Laila in Haifa, di Amos Gitai (2020, Israele, Francia)
Presso il Fattoush, un locale notturno della città portuale di Haifa, si incrociano le vite di persone molto diverse tra loro: un luogo di rifugio in cui la diversità è la normalità e non una fonte di conflitto.
Una manciata di terra, di Sahera Dirbas (2008, Palestina)
Il film racconta la trasmissione della memoria collettiva palestinese, dalla prima generazione di profughi all’ultima, attraverso un pugno di terra di Tiret Haifa che passa di mano in mano. È la storia di una famiglia, ma anche della cultura palestinese, di cui emergono gli elementi caratterizzanti: il rapporto con il nucleo familiare , con il mare, con gli ulivi e con la terra. I rifugiati palestinesi di prima generazione sarebbero disposti a rinunciare a tutto per tornare a Tirat Haifa, ma se questo non sarà possibile, sarà la terra ad andare da loro.
Water, di Nir Sa’ar, Maya Sarfaty, Mohammad Fuad, Yona Rozenkier, Mohammad Bakri, Ahmad Bargouthi, Pini Tavger, Tal Haring (2012, Israele, Palestina)
Diretto da registi israeliani e palestinesi, Water è un film in 7 episodi che ruotano tutti attorno ad un elemento: l’acqua.
- Still Waters: una coppia israeliana in vacanza a Gerusalemme si trova a condividere una sorgente d’acqua con un gruppo di palestinesi diretti al lavoro.
- The Water Seller: Abu Firas, un venditore d’acqua palestinese, rifornisce i serbatoi e i pozzi di Betlemme, dove l’acqua scarseggia sotto il controllo dei coloni.
- Raz and Radja: Raz è un soldato israeliano; Radja è un palestinese: insieme cercano di far ripartire un autocarro guasto e di addomesticare un asino.
- Eye Drops: un attore vive con i figli a Tel Aviv: una vicina, sopravvissuta ai campi di sterminio, si rivolge a loro perché la aiutino a mettere il collirio.
- Kareem’s Pool: un anziano da poco tornato in Palestina, costruisce una piscina in giardino ed invita i suoi vicini di casa, ma improvvisamente un gruppo di coloni irrompe nella villa.
- Drops: Yotam, un soldato israeliano, si sta lavando: il rumore delle gocce d’acqua crea una musica che gli ricorda quando, da bambino, giocava nella vasca da bagno e si rifiutava di uscire.
- Now and Forever: Mentre aspetta di andare al Shiddukh, l’appuntamento che precede un matrimonio combinato, Sarah, un’ebrea ortodossa, si trova ad avere una conversazione particolare con un idraulico arabo.
Sarah e Saleem – Là dove nulla è possibile, di Muayad Alayan (2018, Palestina, Germania, Paesi Bassi)
A Gerusalemme, dove la convivenza tra ebrei e palestinesi si fa sempre più complessa, la relazione tra una donna israeliana e un uomo palestinese diventa un caso politico.
Io sto con la sposa, di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry (2014, Italia, Palestina)
Girato interamente in arabo, il film racconta la storia di un poeta palestinese e un giornalista italiano che allestiscono un finto corteo nuziale per aiutare dei profughi siriani e palestinesi a raggiungere la Svezia senza essere fermarti dalle autorità.
Valeria Frascaro
(17 maggio 2021)
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