Corsi di italiano per ucraini a Roma: la scuola Prestigio

protezione temporanea
Cittadine ucraine in piazza contro la guerra. Roma, 05 marzo 2022.

Sono migliaia le donne e i bambini ucraini che alle tre del pomeriggio nell’atrio della parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale si sono incrociati per seguire i corsi di italiano, il lunedì e il venerdì fino alle 16.30. Dall’inizio della guerra, infatti, la scuola di ucraino “Prestigio”, nata nel 2013 per trasmettere la lingua e la cultura ucraina ai bambini nati in Italia, ha declinato i propri corsi all’insegnamento dell’italiano per i profughi appena arrivati a Roma. Ogni giorno i volontari e le volontarie dell’Associazione culturale Italia-Ucraina, la cui sede operativa è a Ponte Mammolo, accolgono in questa parte di città chi arriva dall’Ucraina, lo stesso succede con altri volontari a Tiburtino e a Ostia presso i principali punti di arrivo dall’Ucraina. L’Associazione distribuisce volantini con le informazioni e i numeri di telefono dei servizi di prima necessità. Tra questi c’è il numero di Tetyana Tarasenko Kuzyk, attivista politica di origine ucraina e preside della scuola Prestigio, promotrice di questa nuova iniziativa. In questo modo, dal primo arrivo, chiunque fosse interessato ad imparare l’italiano in vista di una lunga permanenza potrà farlo gratuitamente e in un ambiente ospitale e solidale.

Corsi di italiano per i profughi ucraini: come nasce l’iniziativa

 

“Durante la prima settimana di guerra c’è stato il primo incontro con gli studenti, all’Istituto Albertelli”, racconta Tetyana Tarasenko. Le prime lezioni di italiano si svolgevano il sabato, con trecento studenti e circa sette insegnanti volontari; poi, grazie alla disponibilità di Don Antonio della chiesa di Santa Maria delle Grazie, ai vari assessorati e all’ambasciata ucraina, è stato possibile usufruire degli spazi della parrocchia. Ad oggi sono otto le classi della scuola Prestigio, di cui tre per le mamme e cinque per i bambini e gli adolescenti. Le classi delle adulte si compongono di donne con età diverse, alcune giovanissime altre più mature; i bambini frequentano le elementari, le medie, le superiori. “I ragazzi stanno completando gli studi iniziati in Ucraina grazie alla Dad. In questo modo sono impegnati in due direzioni: finire l’anno scolastico iniziato in Ucraina e studiare l’italiano per prepararsi all’iscrizione a settembre alla scuola in Italia”, aggiunge Tetyana. Ma l’iniziativa si sta diffondendo in maniera capillare in altri punti della città anche e sopratutto grazie all’aiuto di Rete Scuolemigranti: domani dovrebbero prendere il via i corsi di italiano ad Ostia; nel mese di marzo anche la scuola paritaria San Giuseppe di Monteverde ha attivato iniziative di insegnamento per i bambini dai 2 ai 5 anni. “Abbiamo presentato una lettera al sindaco di Roma perché le istituzioni supportino iniziative del genere e si trovino degli spazi idonei a portare avanti le lezioni di italiano” ha aggiunto Tetyana.

La comunità ucraina, testimonianze

Non è semplice reperire gli insegnanti per i corsi di italiano, si tratta di volontari, soprattutto donne che in Italia si sono adattate a fare lavori diversi dall’insegnamento. Anche i traduttori scarseggiano, impegnati a collaborare con i media e con gli ospedali.
Tra i volontari della parrocchia di Trionfale c’è Anatoli, ventunenne studente di comunicazione di origine ucraina, a Roma da quattro anni. Ha più volte pensato di tornare in Ucraina durante il conflitto ma, scoraggiato dalla famiglia, ha deciso di rimanere in Italia ma di “non stare con le mani in mano”; il lunedì e il venerdì insegna italiano agli studenti più piccoli; li accompagna alla grammatica di base e permette loro di esprimersi attraverso il disegno.

Olga, invece, è arrivata in Italia l’11 marzo dopo cinque giorni di viaggio da Kiev, attraverso la Moldavia e la Romania. Insieme a lei sono partiti anche suo marito ed i suoi due figli, i nipoti e la sorella. Nella vita di prima della guerra si occupava di marketing. “Non mi aspettavo accadesse tutto questo”, racconta. Sull’immediato futuro non ci sono piani, la guerra ha cancellato la possibilità di organizzare le proprie vite. “Ad oggi non ho più un lavoro, la mia casa, la macchina. Kiev, la mia città, è stata completamente distrutta. I miei genitori vivono al confine con la Russia, quindi è difficile per me raggiungerli”. Per Olga i corsi di italiano alla parrocchia sono un momento per allontanare i cattivi pensieri e non pensare alle notizie che riceve da chi è rimasto in Ucraina.
Ad aiutare le donne nel percorso di apprendimento è Nicolae, interprete e mediatore ucraino di Odessa, arrivato allo scoppio della guerra con la moglie e due figli; anche per lui il corso di italiano è un momento di incontro con la propria comunità. “È dalla mattina del primo giorno di guerra che non riesco più fare programmi ma vivo alla giornata”, racconta. Nel ripercorrere le tappe dei momenti più importanti della partenza Nicolae non perde mai l’occasione di ricordare e ringraziare i volontari e le volontarie incontrati nei passaggi di frontiera. I due figli, l’uno studente universitario e l’altro di scuola superiore, seguono i corsi di italiano mentre completano online gli studi iniziati in Ucraina; nel tempo libero si dedicano al calcio. È attraverso lo sport, infatti, che secondo Nicolae è possibile fare rete in un posto nuovo, motivo per cui la comunità si sta organizzando per promuovere iniziative di incontro sportivo tra i più giovani.

Ed è all’ora della merenda che i bambini finiscono le lezioni di italiano, corrono verso l’atrio esterno della parrocchia e, chiacchierando tra loro e caricandosi dell’euforia tipica della fanciullezza, si ristorano con pizzette, bibite e pane e cioccolata, offerti quotidianamente dalle volontarie e dai volontari del quartiere.
Si è mossa una catena di solidarietà per accogliere i cittadini Ucraini in fuga dalla guerra che ha coinvolto anche molti italiani, ma soprattutto le prime ondate di arrivi sono state accolte dalla diaspora ucraina; “ognuno ha ospitato da quattro a nove persone, a seconda delle possibilità, un impegno non indifferente anche solo pensare ai pasti per tutti”.

 

Giada Stallone
(5 aprile 2022)

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