Everybody loves Touda è l’ultimo capolavoro del noto regista marocchino Nabil Ayouch, in uscita nelle sale italiane dal 18 dicembre 2024. Un film provocatorio, schietto e sincero fino all’ultima scena. Racconta di Touda, una giovane chikha alla ricerca del proprio destino e del proprio sé, e interpretata dalla straordinaria attrice Nisrin Erradi. Una storia difficile, tra abusi sessuali, potere maschile e ingiustizie sociali.
Le chikhate nella storia
Le chikhate sono donne tradizionalmente note come danzatrici o cantanti popolari. Accompagnate per la maggior parte da un’orchestra al maschile – formata da strumenti a corda e percussioni -, le chikhate assumono diversi ruoli: intrattenitrici, custodi di storie e, spesso, anche educatrici delle promesse spose.
Nella storia del Marocco, e dei Paesi arabi, hanno rappresentato da sempre un patrimonio della cultura ma non senza essere sminuite, criticate e denigrate. Hanno portato temi difficili da accettare in una società spesso ancorata a radici religiose: sessualità, desiderio erotico, amore al di fuori del matrimonio. Eppure l’hanno fatto, e con determinazione.
Nella maggior parte dei casi, queste donne non sono state viste positivamente e sono risultate vittime di un’egemonia maschile che ne ha soffocato le voci. Non solo, le chikhate hanno rappresentato, e tutt’ora sono, una delle forme più autentiche di resistenza all’oppressione, politica e sociale. Come loro, Touda ha indole rivoluzionaria. È una donna coraggiosa e tenace, che vuole rivendicare il suo diritto di essere un’artista libera. E lo fa per se stessa e, soprattutto, per il figlio: Yassine, affetto da sordomutismo e a cui vuole garantire un futuro migliore. Questo, tuttavia, non sarà del tutto semplice: la realtà in cui vive la ostacola in ogni suo sforzo e lotta. Una società che nel film e nella realtà, spesso, fatica a stare al passo con il progresso e a garantire i diritti delle donne.
Marocco e democrazia: le nuove generazioni
Oggi le cose stanno cambiando. E questo è anche grazie al frutto delle nuove generazioni. Le trasformazioni che il tessuto sociale ha vissuto negli ultimi decenni è avvenuto grazie a migliaia di giovani che si sono mobilitati – attraverso manifestazioni in piazza, raccolta firme, petizioni online e mobilitazioni di massa – per un futuro più democratico. Due chiari esempio di quanto detto sono il Net-activisme e il Movimento 20 Febbraio, due fenomeni che sono nati in seguito alla nota primavera araba del 2011.
La tecnologia, si sa, è diventata la piattaforma principale di incontri, dibattiti e persino di lotta online. Twitter, Instagram, Youtube e soprattutto Facebook hanno rappresentato il mezzo essenziale attraverso cui le giovani generazioni marocchine hanno mobilitato intere masse online. Il net-activime, in questo senso, ha avuto un ruolo cruciale all’interno del web, inglobando percentuali sempre maggiori della popolazione.
Tuttavia ad esso mancava un evento catalizzatore, una scintilla che ne facesse conoscere l’esistenza al resto della Nazione: il 17 Febbraio del 2011 alcuni tra gli esponenti principali del movimento si incontrarono per la prima volta per dare vita ad una conferenza stampa e annunciarne un evento straordinario: la data scelta fu il 20 febbraio. Quel giorno migliaia di persone marciarono per le città del Marocco, invocando riforme democratiche e modifiche alla Costituzione attraverso lo slogan «le peuple veut le changement», ossia il popolo vuole un cambiamento. Si trattava del Movimento 20 Febbraio.
Chikhate e giovani donne: una rivolta sempre più rosa
È in questo contesto che si inserisce il movimento di lotta per l’emancipazione femminile. In quegli anni, infatti, le donne hanno iniziato ad animare cortei nelle piazze e lungo le strade del Maghreb, portando in alto i simboli della giustizia sociale, della libertà e dell’emancipazione femminile. «Ash al-shaʻb» è stato il loro slogan, ossia «viva il popolo». Il loro movimento ha contribuito al raggiungimento di notevoli progressi, garantendo alla donna maggiori diritti all’interno della società come: il diritto sulla gestione dei beni, sulla tutela dei figli e il diritto di possedere una quantità ereditaria al pari dell’uomo.
Alcuni tra questi gruppi rivoluzionari più importanti sono: l’Association Démocratique des Femmes du Maroc (ADFM), la Ligue Démocratique des Droits des Femmes (LDDF) e l’Union de l’Action Féminine (UAF). Donne coraggiose, come la nostra Touda, che si sono battute per una società migliore, rivendicando parità di genere, rispetto e dignità. Una lunga lotta che è iniziata con l’incredibile coraggio delle chikhate e che, ancora oggi, continua grazie all’eroismo di migliaia di giovani donne dallo spirito democratico.
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