“Protestare contro lo stato di degrado e richiedere maggior sicurezza a fronte dei quotidiani bivacchi di sbandati che si aggirano nel triangolo tra piazza Mancini, piazza Cardinal Consalvi e piazzale Manila”. Questi gli obiettivi della manifestazione indetta dal Movimento cittadino Flaminio Parioli Villaggio Olimpico sabato 1 dicembre. Sotto lo striscione “Vogliamo la villa” decine di residenti, per nulla scoraggiati dalla pioggia intermittente, si sono riuniti alle 11 a piazza dei Carracci, pronti a sfilare per le vie del quartiere.
“Ogni pomeriggio dalle 16 in poi ci sono una miriade di ubriachi, chi a terra, chi sui cartoni. Lasciano bottiglie e sporcizia ovunque, fanno la pipì e il resto dove capita. Anche davanti ad un asilo, la Pollicina, dove possono agire indisturbati perché nascosti dai cassonetti” spiega Sebastiana. “Abbiamo il coprifuoco. Io alle 8 devo rientrare perché una volta ho rischiato di essere scippata e un’altra volta ho trovato un ubriaco davanti al portone di casa” conferma Maria. “E stiamo parlando del Flaminio, qui costano milioni le case. E si stanno svalutando a causa del degrado” aggiunge Barbara.
Se gli autori di tali fenomeni sono individuati nelle comunità sudamericane che frequentano piazza Mancini e dintorni, una parte delle responsabilità viene imputata anche agli esercizi commerciali gestiti da stranieri: “Io vivo qui da sempre e questo fenomeno c’è da quando sono arrivati tutti questi negozi di extracomunitari che vendono bevande alcoliche” afferma Sebastiana riassumendo una convinzione condivisa da molti manifestanti. “Io sono di sinistra” tiene a precisare Velia “Rispetto gli extracomunitari, ma voglio essere rispettata”.
“Noi siamo per una civile convivenza tra i popoli”. In testa al corteo, megafono alla mano, il presidente del Movimento, Francesco De Salazar, si prepara a consegnare agli esercenti stranieri dei vademecum tradotti in inglese e spagnolo che invitano al rispetto delle regole. Il primo è El Mundo Latino, agenzia di eventi che sorge accanto a un locale. Danilo, il proprietario, ascolta placidamente le raccomandazioni di De Salazar, seguite dagli avvertimenti dei residenti “Fate molta attenzione a che siano rispettate le regole”, “Tanto ritorniamo”, “Siete tutti sotto controllo”.
“Ho questa attività dal 2000, sono stato premiato anche dal Comune di Roma” racconterà Danilo più tardi. “È successo soltanto una volta che il locale ha tenuto la musica alta fino a tardi. La ragazza che lo gestisce era arrivata da poco dal Perù e non sapeva ancora come funzionano le cose qui. Io all’epoca ero l’amministratore e mi sono arrabbiato tantissimo con lei, perché i residenti avevano ragione. Abbiamo chiesto scusa e non è più capitato. Cosa devo fare, chiedere perdono in ginocchio?”.
“Speriamo che anche voi collaboriate con noi d’ora in avanti, altrimenti non avrete degli amici” conclude De Salazar dopo aver consegnato i vademecum a un cameriere del ristorante peruviano La Gallina Capricciosa. Viene interrotto dalle urla di una signora che, indicando un manifesto sul muro, avverte: “Domani voglio tutto pulito se no vi denuncio!”. Intervengono in soccorso del cameriere due ragazzi italiani: “Ma perché ve la state prendendo con loro? Hanno un bel ristorante e fanno buon cibo”. “Affiggono manifesti abusivi!” insiste la signora. “Veramente quello l’ha fatto il Comune” replica il ragazzo indicando la scritta e il logo di Roma Capitale che campeggiano in testa al poster.
“Non è una questione di razzismo perché a ponte Milvio sono gli italiani che bevono e sporcano. Quindi noi stiamo protestando contro il fenomeno, non contro gli immigrati” Alessandro ha 25 anni ed è fidanzato con una ragazza etiope “Il problema è che questi locali di varie etnie hanno creato una sorta di ghettizzazione: di fronte al locale sudamericano ci sono solo sudamericani e così via”.
“Noi non vendiamo la birra ai ragazzi che si fermano qui all’angolo a bere” chiarisce più tardi Celia, mamma della proprietaria del ristorante, dopo aver saputo l’accaduto. “Anzi più volte li abbiamo cacciati e abbiamo chiamato i carabinieri, ma loro vanno via e poco dopo ritornano. I residenti si lamentano in continuazione con noi, ma non c’entriamo niente”.
Tutti avvertono l’esigenza di maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine, come spiega Mario: “Da quando hanno chiuso il commissariato di zona si barricano dietro la frase ‘Siamo sotto organico’. Noi paghiamo più tasse degli altri quartieri ma non riceviamo i servizi ai quali avremmo diritto”. Il Movimento sta raccogliendo firme per una petizione che prevede appunto il ripristino della sicurezza attraverso un turnover di polizia e carabinieri.
Secondo alcuni una parziale soluzione potrebbe essere il trasferimento dei capolinea. Si è inoltre in attesa che la Regione stanzi i fondi per la recinzione di piazza Mancini, con la creazione di una villa comunale sul modello di piazza Vittorio.
“La nostra intenzione, se ne avremo la voglia e la possibilità, è quella di presentare una lista alle prossime elezioni municipali” annuncia in chiusura della manifestazione Francesco De Salazar, presidente del Movimento cittadino Flaminio Parioli Villaggio Olimpico.
L’idea della lista civica registra opinioni contrastanti tra gli aderenti al Movimento. Per alcuni “De Salazar è l’ideale: un giovane che ce la mette tutta e conosce i problemi del Flaminio”. Altri invece sono infastiditi: “In questa occasione la politica doveva rimanere fuori. Le questioni del quartiere non devono avere schieramenti”.
“Non è presentandosi davanti a un negozio e minacciando il proprietario che si risolve il problema, così si peggiora soltanto la situazione”. La manifestazione è ormai terminata e Nicola, esercente italiano, commenta l’accaduto. “Va punito chi si ubriaca e molesta la gente, non chi gli ha venduto la birra” concorda Andrea, residente del quartiere. “Loro non danno più alcolici a chi crea problemi, anche se ci rimettono” spiega Francesca indicando uno degli alimentari a cui sono stati consegnati i vademecum “E tutte le mattine e le sere raccolgono le bottiglie qui intorno, sebbene non sia compito loro”.
“Il degrado va combattuto con l’unione di tutte le forze socioeconomiche presenti” afferma Leo, negoziante italiano. Anche per Annamaria Bianchi, del comitato Cittadini Attivi del Flaminio, è necessario puntare sul confronto con le comunità: “In un’ottica di compromesso tra l’aspetto estetico della zona e la necessità degli stranieri di avere luoghi di incontro da vivere”.
Sandra Fratticci
(6 dicembre 2012)