“Per continuare la vocazione internazionale di Roma l’immigrazione è fondamentale, è uno stimolo all’apertura verso nuovi orizzonti”, Franco Pittau, coordinatore del dossier Caritas-Migrantes, introduce così il nono rapporto dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, condotto dal Centro Studi e Ricerche Idos per Caritas, Camera di Commercio e Provincia di Roma e presentato la mattina del 13 dicembre presso la stessa Camera di Commercio in via de’ Burrò. “Il mondo globalizzato è un grosso sostegno per il benessere dei nati sul posto e dei nuovi cittadini”. “I migranti sono finestre aperte sul mondo, ma è bello immaginare che guardino anche nel cortile di Roma”, aggiunge Rando Devole, sociologo albanese di Tirana e ormai trapiantato nell’Urbe da diversi anni. ”Chi è innamorato vede solo gli aspetti positivi, ma da studiosi riconosciamo le problematiche. In questa città la diversità riesce a far sentire tutti a proprio agio”. I dati relativi al 2011 confermano come l’area della capitale si sia confermata quella a maggiore presenza straniera, con un aumento anche degli aventi impiego, mentre rispetto al 2007 il tasso di disoccupazione è incrementato di 2,4 punti percentuali. Sale invece l’imprenditoria immigrata, segno di una crescente integrazione nell’economia locale, base su cui far forza per venire a capo della crisi.
Gli stranieri residenti nel Comune di Roma sono 352.264, con un’incidenza del 12,2% del totale contro il 7,5% nazionale – +1,9%, pari a 6517 unità in relazione al 2010. I permessi di soggiorno rilasciati hanno superato quelli scaduti, per un totale dell’11,7% di tutto il paese. Il 56,9% ha un permesso di lavoro, ma solamente 2 su 5 detengono un permesso a tempo indeterminato, probabilmente per l’alto numero di religiosi, studiosi e ricercatori che soggiornano per un periodo limitato. Oltre 2500 le nuove cittadinanze acquisite, con un regresso di 8,5 punti, mentre i nuovi nati sul territorio sono stati 6653. La principale provenienza resta l’Europa, per il 47,2% – 36,5% comunitari e 10,6% extracomunitari – ma aumentano Asia (+3,3%) e Sudamerica (+1,6%), a fronte di un calo dall’Africa (-9,6%). Le maggiori collettività rappresentate sono i romeni, quasi 80 mila, seguiti da filippini (36 mila), bengalesi, poco meno di 20 mila, 15 mila polacchi e circa 13 mila da Cina e Perù. Gli incrementi più rilevanti sono stati tra i moldavi, +17,7%, bengalesi, +16,3%, e ucraini, +11,7%. La percentuale totale di donne sfiora il 52%.
Il mercato del lavoro Gli occupati immigrati in tutta la provincia sono stati 232.576, di cui 162 mila nella sola capitale, con un incidenza rispettivamente del 13,7% e del 14,1%. La quota femminile ha raggiunto il 51,4%, ben più alta del 42,6% statale. L’ammortizzazione degli effetti della crisi sembra essere stata maggiore per gli stranieri, che registrano un tasso di occupazione vicino al 72% contro il 62,5% degli italiani, anche se dall’analisi qualitativa emerge una specularità molto significativa. Se i nostri concittadini svolgono per il 46,8% professioni qualificate e solo per il 5,5% mansioni minori, i dati si ribaltano considerando chi proviene da oltre i confini nazionali, con un corrispondente 8,8% e 51,9%. Scenari ulteriormente diversi per la titolarità d’azienda, al -1,4% per gli italiani contro il +31,6% di quella immigrata. I primi cinque paesi sono Romania (19%) con 5784 imprenditori, Bangladesh, ad oltre 5 mila, Cina, sopra le 2500, Marocco (2200) ed Egitto, con poco meno di 2000. Le donne costituiscono ancora una netta minoranza, attestandosi al 20,5%. Il settore prevalente è il commercio (38%), davanti ad edilizia (24%) e pubblici esercizi (9%). Sebbene solo al 2%, le imprese di telecomunicazioni assorbono il 68% dei titolari totali, particolarmente attivi nel cosiddetto “transnazionalismo connettivo”, comprendente su tutti servizi telefonici internazionali ed internet.
Indicatori di integrazione Il Lazio si colloca in posizione media nel quadro statale per potenziale di integrazione, sintesi di un indice attività sul territorio alta, ma di un basso inserimento sociale, specialmente per il forte disagio abitativo che contraddistingue Roma. Oltre 8500 le nozze miste, intese con almeno un partner straniero, celebrate nella capitale, oltre il doppio della media italiana (19% contro l’8,8%). Per quanto riguarda le scuole, gli alunni con altra cittadinanza sono stati 72.619, il 9,6% del contingente nazionale. Le punti regionali sono però Viterbo, con il 10,4%, e Rieti, al 9,1%. Più di 23 mila le seconde generazioni, il 40,8%.
Gabriele Santoro(13 dicembre 2012)