Difficoltà e successi del corso d’italiano alla Moschea.

“Il corso d’italiano per adulti, donne e uomini, alla Moschea, sia quest’anno che l’anno passato è stato realizzato tenendo conto di una serie di necessità particolari degli allievi a partire dalla presenza discontinua degli studenti e dal continuo arrivo di nuovi elementi, questo ha reso necessaria la presenza di 2 insegnanti, uno dei quali desse continuità alle lezioni già iniziate e l’altro che si occupasse dell’accoglienza e del recupero dei nuovi arrivati. Gli studenti provengono, con poche eccezioni, dai Paesi del Maghreb. Nelle prime lezioni, ci sono stati una ventina di partecipanti, fra cui 3 o 4 donne che accompagnavano i mariti. Poi il numero è calato, e nel frattempo si sono aggiunti nuovi studenti; sia l’anno scorso che quest’anno, dopo la pausa natalizia la classe si è modificata. Questo succede anche per la posizione della Moschea, che richiede molto tempo per essere raggiunta con i mezzi pubblici.

I volontari. Anche dal lato degli insegnanti ci sono stati problemi organizzativi, “visto il carico di attività già svolta presso le Associazioni, hanno potuto garantire un impegno parziale e per questo abbiamo cercato di creare calendari mensili a rotazione”, racconta Gabriella Melli, volontaria, insegnante di Italiano L2 e mediatore interculturale, che partecipa alle attività dell’Associazione Voci della Terra della rete Scuolemigranti. Alla fine del 2011, insieme ad altre 2 volontarie dell’Associazione, Stefania De Matteis e Anna M. Ielapi, ha aderito alla ricerca di volontari realizzata da  Scuolemigranti, sollecitata da Piuculture su richiesta del Centro Studi Islamici.

Per 2 anni consecutivi Gabriella Melli ha svolto una funzione di coordinamento dell’ equipe di insegnanti, organizzando i calendari delle lezioni, che si tengono di giovedì, 17-19, e domenica, 15-17, e le riunioni nelle quali i volontari hanno cercato di concordare obiettivi didattici e metodologie,  “Sia l’anno scorso che quest’anno, si è formato un gruppo di insegnanti provenienti da diverse associazioni che, a seconda della propria disponibilità, hanno tenuto le lezioni. Del gruppo del 2012 siamo rimaste: io, Anna M. Ielapi e Manuela Taliento della Missione  latino americana. Si sono aggiunti Liliana Cocumelli e Stefano Rota, della Casa dei Diritti Sociali. Abbiamo come riferimento comune il libro Nuovo Insieme, del quale cerchiamo di dare fotocopie agli studenti che il Centro Studi Islamici dovrebbe garantire. Purtroppo la fotocopiatrice non è sempre utilizzabile, e in questo abbiamo spesso scontato una intermittente collaborazione del personale della Moschea.

A breve ci sarà una fase di riassestamento dell’intera organizzazione, data dal fatto che il Centro Studi Islamici è diventato ente partecipante alla Rete Scuolemigranti e dunque è auspicabile che d’ora in avanti si doti di insegnanti che prendano in carico appieno i corsi e cerchino di darloro continuità, garantendo coerenza e presenza costante. “Ritengo che l’esperienza dei corsi di italiano presso la Moschea condotta finora abbia avuto una necessaria fase sperimentale, che ha condotto uno studente dell’anno passato a conseguire il livello A2 valido ai fini della richiesta del permesso di soggiorno e nel corso femminile del giovedì ha portato Rachida e altre donne a poterlo conseguire quest’anno”.

“Gli studenti arabi hanno una difficoltà di pronuncia perché alcune lettere non sono contemplate nella loro lingua, come la “p”, e di scrittura perché completamente diversa dalla nostra. Loro scrivono da destra a sinistra, non hanno le 5 vocali, non hanno il verbo essere e avere e ci sono anche differenze concettuali di grammatica”, spiega Liliana Cocumelli, volontaria della Casa dei Diritti Sociali che insegna qui da un anno la domenica. Preferisce il corso base, dove insegna da zero la fonetica e l’alfabeto. “La difficoltà è farsi capire quando non c’è nessuna conoscenza della lingua, e quindi si utilizza un metodo basato sugli strumenti didattici legati alla vita quotidiana con l’associazione di immagini al significato, in modo tale da creare un legame tra un significato e un significante e poi legare l’intera frase attraverso le proposizioni e la coniugazione dei verbi, passo dopo passo fino ad apprendere tutte le regole grammaticali. Il mio metodo è basato su degli oggetti della vita quotidiana che consentono a loro una più veloce integrazione. E’ eccezionale che dopo 3 mesi riescano ad avere un buon risultato, a dire delle frasi e anche a presentarsi, sono veloci nell’apprendimento”.

Raisa Ambros(28 febbraio 2013)