Sull’ultima pagina del passaporto rumeno, tra le varie voci, c’è scritto che un cittadino rumeno prima di partire per l’estero deve assicurarsi di avere sufficienti soldi per tornare a casa, perché il consolato non si può permettere la spesa. Solo che quasi nessun possessore del passaporto va a leggere l’ultima riga e poi non si capisce se ci si riferisce al viaggio di ritorno in vita o anche da morti. Ma chi ci pensa ad una disgrazia? Solo quando succede la famiglia si rende conto delle difficoltà del rimpatrio e della burocrazia.
Davanti a una tragedia, a una morte avvenuta in Italia sia per vie naturali, che in un incidente sul lavoro o per motivi di violenza, i cittadini romeni pretendono che il consolato si occupi del caso, delle spese legali e chiede che le pratiche del rimpatrio siano a carico dello stato romeno. Rimangono perplessi quando apprendono che la legge del rimpatrio non prevede l’aiuto finanziario dello stato, ma che tutto deve essere pagato dalla famiglia.
Chi non si può permettere di pagare dai 3000 ai 6000 euro per il trasporto della salma e la preparazione dei documenti necessari e le spese legali, al bisogno, ha la possibilità di seppellire il corpo in Italia a carico del comune di residenza. Ma è difficile per un genitore o un figlio accettare che un suo caro sia sepolto in una terra straniera.
Innumerevoli romeni muoiono ogni giorno in Italia. Negli obitori rimangono per mesi e anni corpi dimenticati. Essendo la comunità più grande, si legge sui giornali di cittadini romeni morti in incidenti stradali o sul lavoro. Senza contare i migranti che non hanno alcun legame con la famiglia e dei quali nessuno rivendica il corpo. Non c’è una vera statistica dei decessi in Italia, ai consolati non risulta il numero di romeni e moldavi sepolti nella penisola. Se un cittadino romeno perde la vita in Italia, il decesso deve essere registrato dalle autorità locali oppure dal consolato o dall’Ambasciata della Romania. Se l’ambasciata è stata informata del decesso, manda una notifica in patri al Ministero dell’Amministrazione e degli Interni, che dovrebbe avvisare la famiglia. La registrazione del decesso al consolato permette il rilascio del certificato di decesso rumeno sulla base di altri documenti previsti dalla legislazione rumena, solo dopo che è stato rilasciato un certificato di morte da parte delle autorità italiane. Invece di farlo al consolato o all’ambasciata, questo stesso certificato si può ottenere nel paese d’origine sulla base del certificato emesso dalle autorità italiane e altri documenti romeni. Nei casi di morte per violenza, le forze dell’ordine devono intervenire per fare le indagini. Spesso le investigazioni possono far tardare la procedura del trasporto del corpo della vittima in Romania.
Il Consolato rumeno offre informazioni ai familiari sulla persona defunta quando del caso si sono occupati i carabinieri, c’è stata un’indagine, un processo: l’autorità giudiziaria non rilascia nessuna informazione ai parenti, ogni comunicazione passa attraverso l’ambasciata. A volte, i genitori che stanno in Romania e non hanno la possibilità di venire a occuparsi del corpo, rimangono per mesi senza aver notizie. Per il rilascio del corpo da parte del giudice è necessario attendere la fine delle indagini. E’ un’attesa straziante: non hanno un luogo dove piangere la persona cara, non possono sapere il giorno della sepoltura e nemmeno se riusciranno a raccogliere i soldi necessari, perché con tutta probabilità, il figlio era venuto in Italia a lavorare poichè a casa viveva in povertà. Le autorità consolari spiegano le procedure da seguire, mettono a disposizione un elenco di contatti delle agenzie di pompe funebre che si occupano del rimpatrio del corpo, una lista di avvocati per il processo e possono rilasciare anche il passaporto mortuario necessario per il trasporto internazionale della salma. Il personale consolare rumeno non può svolgere delle inchieste o investigazioni che riguardino il decesso dei cittadini morti in Italia. Non può pagare le spese di cremazione o sepoltura, ne quelle di trasporto della salma in Romania. E non può saldare i debiti rimasti scoperti dopo il decesso.
Prima di essere rimpatriata la salma viene sigillata. Ma i famigliari che non hanno visto la persona per tanto tempo, hanno voglia di salutarla, di aprire la bara? Ma se il corpo è rimasto per tanto tempo abbandonato all’aperto o chiuso in nella cella frigorifica, l’impatto potrebbe essere duro e l’ultima immagine della persona ti rimane impressa per sempre. In alcuni casi si consiglia di non aprire le bare, ma nel caso qualcuno insista, bisogna assicurarsi prima del trasporto che al corpo sia fatto un trattamento chimico per il mantenimento.
In Italia o in Romania, l’importante è che al cittadino rumeno sia data una degna sepoltura, vegliato da una candela e accompagnato, se credente, da una preghiera.
Raisa Ambros
(26 giugno 2013)
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