„L’ immigrazione se è gestita bene può diventare una risorsa. In Italia non si conosce a sufficienza il fenomeno migratorio, mancano gli strumenti di integrazione, di formazione e di sensibilizzazione. In mancanza di questo si fanno delle politiche basate sulle sensazioni, sui dati non veri, sugli stereotipi ed è sbagliato. Prima bisogna studiare e conoscere bene la situazione, poi pianificare e fornire una soluzione concreta”, ha dichiarato a Piuculture Cecile Kyenge, ex-ministro dell’integrazione in occasione del seminario di studio che ha organizzato il 30 giugno alla Camera dei Deputati, nel suo ultimo giorno di permanenza al Parlamento italiano prima di trasferirsi al Parlamento Europeo, dove affronterà il problema della cittadinanza. ”Il fenomeno migratorio non è più transitorio, ma stabile. Siamo di fronte a un’emergenza continua, che ha dei costi altissimi ma deve avere un tempo limitato. Dobbiamo sviluppare le politiche giovanili, pensare al futuro delle seconde generazioni, farli crescere senza discriminazioni. Guardare all’accoglienza, all’immigrazione come una opportunità”.
Il dibattito sui temi dell’emergenza migratoria Quali politiche per l’integrazione in Italia ed Europa? è un’iniziativa organizzata alla vigilia del semestre europeo a presidenza italiana e dell’appuntamento del Consiglio Europeo di Atene dove si parlerà anche di immigrazione. „Sviluppare un piano efficace per l’integrazione è la chiave per renderla un valore aggiunto nella società di accoglienza”, questo è uno dei punti importanti del confronto, inoltre c’è l’intento di creare una rete di riflessione e azione, per mettere in contatto la dimensione locale, con quella nazionale e comunitaria. Molto toccante l’intervento di Clelia Bartoli dell’Università di Palermo, che ha raccontato delle realtà dei migranti in Sicilia. „Dopo due anni di accoglienza nelle campagne, senza corsi di italiano, i migranti si sono ritrovati con 500€ in tasca senza sapere cosa fare. E’ uno spreco di risorse e un regalo ai caporali”. Bisogna dare l’opportunità agli stranieri di imparare un mestiere e ispirarsi alla Francia nell’iniziativa di ospitare i migranti nelle famiglie italiane, allo stato costerebbe alla metà, è un’idea è ripresa da più partecipanti al convegno.
„Abolire il Ministero dell’integrazione è stato un errore”, ha sottolineato Oliviero Forti, Caritas, affermazione condivisa pienamente dagli altri oratori. Fortis ha incentrato il suo intervento sulla seconda accoglienza, in un momento in cui tutte le risorse sono concentrate sulla prima. Aiutare le persone a camminare da sole, dar loro un lavoro nonostante la crisi. „Scappano dalla Sicilia e si rifugiano al Selam Palace, tanti di loro sono passati per la prima e la seconda accoglienza. Gli immigrati non muoiono solo a Lampedusa, ma anche a Roma nei sottopassaggi”, aggiunge Padre Giovanni Lamanna del Centro Astalli. Dalla regione Molise ha portato la testimonianza Michele Pietraroia, insistendo sull’idea che di immigrazione si devono occupare delle persone preparate e non albergatori che ricevono 30 € al giorno per un migrante.
„Se vogliamo investire nel futuro non possiamo pensare agli immigrati solo come forza lavoro, ma sviluppare la consapevolezza di dire che loro sono parte integrante della nostra società”, dice Khalid Chaouki, deputato, responsabile Nuovi Italiani del PD, e invita a non essere a favore o contro gli stranieri ma a fare delle politiche valide per loro. „Costruire una società futura per evitare razzismi, investire nei giovani che saranno gli italiani di domani”. Non bisogna pensare al futuro senza la cittadinanza ai bambini nati qui oppure senza il riconoscimento del titolo di studio, a parlare è Mario Marazziti, deputato di Scelta Civica. „Una possibile soluzione è creare un ufficio gestito dai paesi europei in Giordania o in un altro paese di transito dei migranti; se l’UE decide che le ambasciate e i consolati possono ricevere le domande di accoglienza degli stranieri, che al 90% sono richieste d’asilo, possiamo assicurargli un viaggio sicuro, avviando la domanda di protezione”. Proprio mentre si parlava al convegno delle buone pratiche di integrazione, dalla Sicilia è arrivata la notizia di altri 30 morti asfissiati a bordo di un barcone poco più lungo di 20 m che portava 600 migranti.
Raisa Ambros
(01 luglio 2014)
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