Far parte di un giornale come Piuculture significa occuparsi, oltre che della redazione degli articoli, anche della promozione delle attività dell’associazione da cui il magazine prende le mosse. Quale modo migliore per farlo, se non partecipare alla festa di chiusura del Luglio Suona Bene dell’Auditorium? Questo ci siamo dette, quando abbiamo accettato di buon grado l’invito ad esporre in serata, il 2 agosto, il nostro banchetto promozionale appena fuori dalla Cavea durante La notte del caffè.
Il risultato è la foto che vedete in apertura: sembriamo serene e rilassate, ma vi assicuriamo che le settimane precedenti l’evento sono state a dir poco movimentate.
Immaginate sette donne che oltre a lavorare, mandare avanti un giornale, dedicarsi agli altri mille progetti collegati e promuovere l’evento in questione si lanciano in un’attività di marketing per nulla intimorite dall’esiguità del budget che sono riuscite a mettere insieme (per chi non lo sapesse Piuculture è un giornale prodotto da un’associazione di volontariato).
Coordinandoci interamente via mail e telefono – a orari improponibili e a livelli passibili di denunce di stalking se non fosse per la reciprocità della cosa – abbiamo ideato i gadget da portare alla serata, realizzati, naturalmente di notte, dalla nostra fotografa e grafica Vittoria Mannu.
Spillette e magneti da frigorifero sono stati a malincuore accantonati quando ci è stato detto che non avremmo potuto distribuirli dietro offerta libera. Abbiamo optato allora per dei segnalibri, con le frasi delle persone che abbiamo intervistato in questi anni, da regalare al pubblico.
Il problema tavolo, rigorosamente da portarsi dietro da casa, è stato risolto da Veronica Adriani e famiglia, mentre Sandra Fratticci realizzava last second uno striscione con il logo di Piuculture da posizionare davanti al tavolo per essere riconoscibili. Nel frattempo Rosy D’Elia, all’insaputa di tutte, impastava pazientemente palline d’argilla che, cucite con fili colorati, andavano a comporre una scultura da posizionare sul banchetto.
Dopo aver stampato segnalibri e striscione da Pioda – che oltre alla tempestività e professionalità include nel preventivo un fantastico servizio di sostegno psicologico del buon Alessio, che placherà ogni vostro attacco di ansia – abbiamo battuto palmo a palmo tutte le cartolerie di viale Ippocrate alla ricerca di laccetti porta badge gialli: e naturalmente li abbiamo trovati. Fatto l’inventario di brochure e biglietti da visita, preparati i pass con il logo del giornale da mettere al collo, sembrava ormai che fosse tutto pronto per la serata. E invece no: alle 15 del giorno prima ci viene comunicato che dobbiamo coprire il banchetto con un panno nero. Scatta la task force mamma Giuliana + papà Antonio, che si attivano per avere stoffa, fori con asola sullo striscione e spille da balia. Il fermatovaglia viene rimediato da Veronica fra le offerte a 99 centesimi proposte da un negozio per la casa: inutile spiegare alla commessa che sì, eravamo sicuri del valore aggiunto del fermatovaglia bianco a pinza che costava cinque volte tanto, ma che no, per questa volta potevamo permetterci di rischiare la sorte con la sua copia meno pregiata.
Alle 19 di sabato 2 agosto una strana figura rettangolare passeggia per l’Auditorium. È il piano del banchetto, portato a spalla dal buon Marco Caporaletti, che in virtù dell’amore che lo lega a Veronica vorrebbe anche montarlo. Viene però immediatamente sopraffatto dall’intervento delle giornaliste di Piuculture, che nello slancio di entusiasmo quasi non fanno caso al cacciavite rotto fornito in dotazione da papà Dino. Come nel più classico degli stereotipi sessisti, avviene il fattaccio: le ragazze, dotate di pazienza e tanta buona volontà, montano al contrario una delle gambe. Non volendo soffermarsi oltre sulla questione, le due (e Marco) si abbandonano alla resa mistica: “Evitiamo di appoggiarci e speriamo che regga”.
Con la benedizione – via wireless – della direttrice Nicoletta del Pesco, le redattrici, raggiunte da Rosy con la sua scritta colorata e da Piera Mastantuono, alle prese con l’ennesimo ritardo di Trenitalia, partono in serata all’assalto dei primi spettatori. Raisa Ambros, macchina da guerra in fatto di marketing e PR, arriverà poco dopo a catturare l’attenzione dei presenti direttamente ai cancelli dell’Auditorium.
La squadra ha infatti un piano di battaglia ben orchestrato: mentre le altre associazioni presenti attendono pazientemente che gli spettatori si accostino al banchetto incuriositi dai colori e dai volantini, Sandra, Rosy e Raisa si disperdono per l’Auditorium, braccando gli spettatori all’entrata e dirottandoli al tavolo allestito di fronte alla zona concerti. Qui Piera e Veronica terminano l’opera, consigliando la sottoscrizione alla newsletter (non preoccupatevi: l’uso di metodi coercitivi, pur attentamente vagliato, non è stato alla fine contemplato nel piano).
Tra chi si avvicinava a chiedere informazioni sullo spettacolo imminente, chi si allontanava inorridito alla sola vista del biglietto da visita e chi si chiedeva se stessimo “con quelli di Free Palestine” (cit.), c’è anche stato chi si è complimentato per il lavoro dell’associazione esortandoci a continuarlo. E anche se all’offerta “il segnalibro è omaggio” c’è stato chi ha replicato con un romanissimo “e te credo” che tarpava ogni speranza di dialogo sul nascere, quelli che hanno letto le frasi impresse sui rettangoli colorati in distribuzione ci hanno regalato più di un sorriso.
A questi (e anche agli altri), va un nostro caloroso benvenuto…e auguri per una buona fine di estate! Ma e’ mai cominciata?
Veronica Adriani e Sandra Fratticci
(21 agosto 2014)