Sono 19.234 gli stranieri, viaggiatori irregolari, bloccati con l’operazione Mos Maiorum di cui 2.721 minori, una media di 1.370 persone al giorno. Tra loro 11.046 hanno fatto richiesta d’asilo quando sono stati fermati o subito dopo. I paesi di provenienza dei migranti sono Siria, Afghanistan, Serbia. Ma anche dall’Eritrea, dalla Somalia e dall’Albania. Le destinazioni finali sono i paesi del nord: Germania, Inghilterra e Belgio. L’Italia è solo al nono posto tra le mete, mentre è al primo tra i punti d’accesso.
E’ avvenuto tutto fra il 12 e il 26 ottobre 2014: le forze di polizia dei paesi europei sono state impegnate nell’operazione congiunta Mos Maiorum e hanno cercato di intercettare i migranti nei porti, negli aeroporti, nelle stazioni e in tutti i luoghi di passaggio. Dopo mesi di silenzio sui risultati, arrivano le cifre. Questo tipo di operazioni si ripetono, più o meno, ad ogni cambio di presidenza, e ogni volta il numero dei fermati sembra raddoppiarsi. Prima di Mos Maiorum c’è stata Perkunas in cui sono stati intercettati 10.459 migranti e prima ancora Aphrodite che ne ha contati 5.298.
I 27 partecipanti, paesi membri dell’UE o coinvolti nel Patto di Schengen, durante le due settimane hanno compilato un resoconto giornaliero dei migranti. Sono stati registrati una serie di dati per ogni persona fermata: tra cui la nazionalità, il genere e l’età, il punto d’accesso in Europa, il percorso dichiarato e la reale destinazione finale. FRONTEX, nel report finale, scrive: “Il percorso centrale del Mediterraneo è la maggiore rotta per chi attraversa irregolarmente le frontiere esterne all’Europa. Qualsiasi variazione, in termini di crescita o decrescita, ha un impatto significativo sul quadro complessivo della migrazione irregolare verso l’Unione europea Stati membri . Di conseguenza , tutte le attività di targeting di chi attraversa le frontiere irregolarmente, e concentrate solo in questa zona, hanno una notevole influenza sul numero complessivo di immigrati irregolari che entrano nell’Unione europea”.
In Italia si registrano i dati più alti: sono stati fermati 5.954 migranti, quasi tutti provenienti dal mare: 5397 viaggiatori fuorilegge su 86 imbarcazioni diverse. Sempre FRONTEX scrive: “La crescita sproporzionata di migrazioni nell’area centrale del Mediterraneo nel 2014 è dovuta, in particolar modo, alle partenze dalle coste libiche per Lampedusa e per la Sicilia. Oltre l’86% di questi (150 mila secondo i dati della Maria Militare ndr) sono stati salvati nella zona di ricerca e salvataggio oltre l’area operativa, la maggior parte grazie ai mezzi dell’operazione Mare Nostrum”.
Il rapporto conclusivo recita: “Le finalità e gli obiettivi dell’operazione congiunta Mos Maiorum sono stati ampiamente raggiunti”. Ma quali erano gli scopi dell’azione? “Contrastare la criminalità organizzata che facilita l’immigrazione illegale verso l’UE”, si leggeva nel documento iniziale. I trafficanti arrestati sono 257 e la maggior parte di questi sono cittadini europei, con gli italiani al terzo posto dopo gli ungheresi e gli austriaci.
All’inizio dell’operazione gli stati partecipanti sono stati invitati “a svolgere tutte le attività rispettando la dignità umana, a mantenere i più alti standard di condotta etica, di professionalità e di rispetto dei diritti umani; evitando trattamenti discriminatori e prendendosi cura delle speciali esigenze dei gruppi vulnerabili”. Il progetto Map Mos Maiorum! ha tentato di raccogliere in una piattaforma le modalità in cui avveniva l’operazione. Chiunque, durante le due settimane, ha potuto segnalare le pratiche utilizzate dalla polizia dei paesi coinvolti. Sul sito si leggono frasi come: “La polizia ha fermato automobilisti sulla base del colore della pelle” oppure “alcuni agenti sono entrati in albergo e hanno fatto dei controlli perché erano in cerca di rifugiati”. Seppur difficilmente verificabili, alcune comunicazioni hanno assunto un tono di denuncia.
All’operazione Mos Maiorum ne seguiranno altre simili e i dubbi sul confine tra ciò che giusto è ciò che è necessario si ripresenteranno ancora.
Rosy D’Elia
(4 febbraio 2015)
Leggi anche