Ci sono delle donne straniere che una volta arrivate in Italia sono sottoccupate perchè non riescono a svolgere il loro mestiere e ci sono delle donne che c’è l’hanno fatta, come Margarita Perea Sanchez titolare della Clinica dei vestiti, una sartoria a Roma. Lei è una sarta esperta arrivata dalla Columbia nel 2001 con suo figlio. Non parlava la lingua italiana ma questo non le ha impedito di fare amicizia e trovare una occupazione, all’inizio per una ditta di pulizia. Un giorno mentre andava al lavoro ha visto un annuncio nel quale era scritto che si cercava una sarta esperta. E’ titubante, ma poi decide di andare con un’amica al colloquio, che era organizzato dell’atelier di Valentino, ad accoglierla è Simona, l’assistente del grande creatore di moda. La prova consisteva in un compito che Margarita ha realizzato in tre giorni in maniera impeccabile ed è cosi che comincia a lavorare come sarta, “nell’atelier ho imparato tante cose sull’alta moda”. Ma questo è l’inizio dell’ascesa della carriera per la donna colombiana che segue i consigli di Simona, e decide di migliorare le sue conoscenze sulla moda con un corso al quale è molto apprezzata, non solo dai colleghi ma anche dai professori “ero molto motivata in quello che facevo e la professoressa mostrava i miei compiti alla classe”.
La scuola non le ha offerto soltanto l’opportunità di imparare nuove cose e di certificare le sue competenze, ma li ha incontrato Cristina, una donna che ha creduto nelle potenzialità di Margarita e le ha dato 5500 euro per iniziare la sua impresa. Nonostante la piccola somma la donna colombiana è riuscita ad aprire, nel 2005, una sartoria a Roma grazie anche alla comprensione degli italiani che l’hanno aiutata ed aspettata con il pagamento dei debiti fatti per poter acquistare tutte le macchine necessarie. Evidentemente oggi Margarita riconosce che le cose sono cambiate a causa della crisi economica, se nel passato aveva anche quattro o cinque persone che lavoravano con lei, oggi lavora da sola cercando di trovare un modo per sostenere il negozio “ci sono troppe tasse da pagare”.
Il paese d’origine le manca perché la sua mamma e le sorelle sono in Columbia dove va ogni due anni “manca il calore colombiano, ma io sono contenta di essere qua”, l’unica cosa che le da fastidio in Italia sono i lunghi tempi di attesa per la cittadinanza per la quale ha fatto la domanda a dicembre 2014 e ancora non ha ricevuto nessuna risposta “se io da dieci anni pago tutte le tasse, non mi sembra giusto aspettare la cittadinanza tre o quattro anni”.
Ottimista anche in un periodo che non è favorevole agli imprenditori, Margarita spera che un giorno riuscirà a creare la propria linea di abbigliamento e che troverà persone desiderose di imparare il suo mestiere.
Alina Barbulescu
(1 aprile 2015)
Leggi anche: