Ania viene dalla Polonia ed è quasi al traguardo di quello che si era proposta di fare appena arrivata in Italia all’età di undici anni: studiare per dimostrare che è una persona per bene. Sta per ottenere la laurea magistrale in Scienze dell’informazione a Tor Vergata e il destino la porta nella redazione del giornale Piuculture per seguire il laboratorio Infomigranti. E’ una grande opportunità per lei perché entrare nel mondo del giornalismo, soprattutto nel giornalismo che racconta la vita dei migranti, è la cosa che ha sempre sognato di fare. E’ convinta che “dietro ogni straniero c’è una storia da raccontare”, e le piacerebbe “mettere luce li dove c’è ombra”.
Il suo carattere caparbio si nota sin da piccola. “In Polonia ho fatto lo sciopero della fame pur di far tornare i miei insieme, ma non ci sono riuscita. Avevo quattro anni quando hanno divorziato ed ho sofferto molto. Adesso mi rendo conto che la mamma ha fatto la cosa giusta, non erano fatti per vivere insieme”.Quando la madre decide di venire in Italia affida la bambina alla nonna. “Mi ero affezionata a lei e ho sofferto molto per la sua scomparsa. La sua morte è stata la svolta della mia vita. E’ per questo che ho deciso di raggiungere la mamma anche se non mi piaceva l’idea. Con mio padre non avevo un buon rapporto. Qui ho trovato una vita nuova, ho dovuto accettare l’idea di avere un fratellastro di nove anni e aiutare a crescerlo. Ancora sento il peso degli errori di mia mamma” dice Ania.
Non sempre la vita difficile crea brutti caratteri, per Ania è stato diverso. Appena arrivata in Italia impara in fretta la lingua e trova sfogo nello studio riuscendo ad avere buoni risultati a scuola. “Alle medie ero presa come esempio dagli insegnanti, fatto che suscitava invidia tra i compagni. Mi sono sentita addirittura dire: ma che studi a fare? Tanto per diventare badante non servono gli studi”. Niente la ferma: all’università vive nella Casa dello studente grazie ai crediti alti e lavora come cameriera, animatrice nei villaggi turistici e baby sitter per mantenersi. Poi parte con il progetto Erasmus in Spagna all’Università Rey Juan Carlos di Madrid. A 25 anni le manca solo un esame alla laurea, ha fatto il tirocinio nell’ufficio stampa dell’ateneo e un part time al Laziodisu, ente per il diritto allo studio.In futuro le piacerebbe viaggiare, conoscere nuovi posti, avere la possibilità di scegliere dove vivere. Non è convinta che rimanere in Italia sia la scelta adatta. “In Polonia andrò soltanto in vacanza. Vivere in Italia mi ha cambiata, nel mio paese mi sentirei straniera, le abitudini li sono diverse” conclude.
Mirela Sumanariu
(4 agosto 2015)
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