Il 6 aprile torna il Festival Rendez Vous dedicato al cinema francese contemporaneo: l’iniziativa, giunta alla sesta edizione toccherà oltre a Roma, anche Bologna, Palermo, Torino, Napoli, Bergamo, Firenze, Lecce e Milano. Coinvolgere “tutto il territorio italiano” significa valorizzare “la diversità geografica” non solo dell’Italia, ma anche dello stesso cinema d’oltralpe, ha sottolineato Claire Raulin, ministra-consigliera dell’Ambasciata di Francia. Una diversità in grado di dimostrare ancora una volta “la responsabilità etica del cinema”.
Quest’anno, infatti, saranno numerosi i film dedicati alle diversità culturali e sociali, attraverso uno sguardo trasversale su paesi e racconti lontani. Si partirà con Mister Chocolat del regista di origine marocchina Roschdy Zem, storia vera del primo clown nero in Francia: tra numeri acrobatici e malinconie circensi, sullo sfondo di una Parigi bellissima e crudele.
Ce sentiment de l’été di Mikhaël Hers, ci ricorda che la morte e la vita sono indissolubilmente legate, non solo in qualunque essere umano, ma anche in qualunque metropoli: Berlino, Parigi e New York sono le protagoniste inconsapevoli di un dramma umano, dai risvolti vitali. Venerdì 8 aprile sarà la volta di Good Luck Algeria, del regista di origine algerina Farid Bentoumi, e interpretato tra gli altri da Chiara Mastroianni, madrina del Festival: quando lo sport aiuta a riscoprire il proprio paese d’origine e la propria identità.
E’ invece l’ Iran di Khomeini lo scenario di Nous trois ou rien, racconto autobiografico e corale di una famiglia, costretta a lasciare il proprio paese e a rifugiarsi nella banlieue parigina.
L’orrore della guerra in Afghanistan e i suoi traumi dolorosi sono al centro del thriller psicologico Maryland, della giovane regista Alice Winocour, che vede come protagonista un ex soldato delle forze speciali francesi, rientrato dal conflitto, ma duramente segnato.
Ancora guerra, ma questa volta del 1940, quella che ha scelto di raccontare Christian Carion, nel suo En mai fais ce qu’il te plait: la Francia sconfitta dal nazismo, la fuga e il vuoto incolmabile di una realtà disintegrata sono al centro di un melodramma raffinato, musicato da Ennio Morricone.
L’acclamato Fatima del regista Philippe Faucon, è la storia tenera e intimamente realista di una madre maghrebina immigrata in Francia e delle sue due figlie: la diversità culturale e sociale questa volta, è palpabile nella famiglia. E’ qualcosa che sente sulla sua stessa pelle, ogni volta che le sue figlie non capiscono la sua lingua d’origine e ogni volta che lei non comprende bene il francese. Una spaccatura, che questa madre coraggio dei nostri tempi, decide di colmare, a costo di grandi sacrifici.
Mondi lontani, storie di migrazioni, culture diverse: ma anche uno sguardo prezioso sulla provincia francese, sui suoi luoghi piccoli e forti, sugli eroismi e sulle debolezze quotidiane.
Eroi ed eroine dei nostri tempi, mai completamente buoni o coraggiosi, mai completamente meschini: un’attenzione particolare è stata rivolta alle donne, alle figure femminili, vittime dei drammi umani, delle violenze quotidiane, degli orrori della guerra, ma anche protagoniste della vita e del cinema, come ha deciso di sottolineare questo festival, attraverso il ricordo della regista franco-islandese Sólveig Anspach, sconfitta dal cancro il 7 agosto del 2015. E attraverso l’omaggio alle divine del cinema francese con la proiezione, durante la conferenza stampa, del breve documentario 4 fois D, del regista belga Willy Kurant.
Programmazione completa di Roma
Elisa Carrara
(01 aprile 2016)
Leggi anche: